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Ordinanza spiagge 2011, il nuovo testo fa discutere

Scritta con la collaborazione delle associazioni ambientaliste, è stata presentata ieri in Regione. Ma le polemiche non sono mancate. Critico Michele Emiliano: provvedimento non concordato con i sindaci

Fa discutere l'Ordinanza Balneare 2011,  il documento che regola l’accesso, l’utilizzo e il controllo delle spiagge concesse, presentato ieri in Regione dall'assessore al Bilancio e al Demanio Michele Pelillo. Dai politici ai comuni cittadini, molte sono le critiche piovute sul nuovo testo, a cominciare da quelle lanciate su Facebook dal sindaco di Bari Michele Emiliano, che hanno acceso un botta e risposta a distanza tra il sindaco e l'assessore regionale al demanio Michele Pelillo: "Non condivido - ha scritto Emiliano - l'ordinanza adottata dalla Regione Puglia in merito alla gestione delle spiagge. Sono state abolite norme che consentivano di preservare un patrimonio che deve rimanere pubblico anche se affidato a privati. Aggiungo che tale provvedimento non è stato concordato con i sindaci delle principali città balneari della Puglia e questo è gravissimo".

LA TUTELA DEL TERRITORIO - Il sindaco di Bari prende dunque le distanze dalla nuova ordinanza balneare, lamentandosi del mancato coinvolgimento dei sindaci delle città balneari nella stesura del  nuovo testo che, per la prima volta in assoluto, è stato invece redatto con la collaborazione delle associazioni ambientaliste e degli imprenditori del settore. Ma nella conferenza stampa di presentazione del nuovo testo tenutasi ieri, l'assessore Pelillo ha difeso le scelte della Regione: “Lo dico subito - ha dichiarato Pelillo - sulle questioni ambientali non c’è alcun passo indietro: prima vengono gli interessi ambientali, poi quelli dei cittadini ad accedere e poi quelli dell’impresa balneare che è un tassello fondamentale dell’offerta turistica e dell’imprenditoria della nostra regione. In sé l’ordinanza balneare 2011 non cambia cose particolari, non ci sono passi indietro nelle impostazioni di salvaguardia dell’ambiente". E a proposito di tutele l'assessore ha tenuto a sottolineare come, proprio per garantire una maggiore sicurezza dei bagnanti, il limite per l’esclusiva balneazione sia stato aumentato da 150 a 200 metri.

IL RIFERIMENTO AL LAVORO NERO - In merito alla cancellazione dei riferimenti al lavoro nero nel settore, altro punto che ha suscitato molte polemiche, l'assessore ha dichiarato: "E' vero che nell’ordinanza dell’anno scorso c’era un riferimento. Ma la questione è già regolata dalla legge regionale 17/2009: un’ordinanza “semplice”, che nei fatti è solo una determina dirigenziale, non può prevedere sanzioni come l’anno scorso con l’articolo 6. Però provvederemo a modificare al più presto la legge, inserendo specifiche sanzioni per il lavoro nero nel settore. E inviteremo Comuni e Capitaneria a aumentare i controlli".

IL DECRETO DEL GOVERNO - E sulla questione delle concessioni demaniali, al centro dell'attenzione per il provvedimento inserito da Tremonti nel decreto Sviluppo che prevede la concessione del diritto di superficie per 90 anni, Pelillo ha aggiunto: “Proprio sul federalismo demaniale attendevamo un decreto attuativo da parte del governo, che però non è arrivato, quando invece si parla di decreti con l’attribuzione di diritti di superficie per moltissimi anni, senza che la “proprietà” del demanio sia stata chiaramente trasferita dallo Stato alle Regioni. Siamo pronti a riordinare con legge tutto il sistema del demanio appena sarà pronto il decreto del presidente del consiglio dei ministri, che attendiamo dallo scorso dicembre e così abbiamo emesso anche quest’anno la consueta ordinanza balneare”.
 

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