Ospedale Covid in Fiera, Fratelli d'Italia chiede chiarezza. Zullo: "Costruito in emergenza, mancano certificazioni importanti?"
Il consigliere di FdI torna sulla realizzazione della struttura per le maxi emergenze, costruita "in emergenza e in deroga alle norme di sicurezza", chiedendo al presidente della Regione e al responsabile della Protezione civile regionale di fornire una seria di atti relativi alla sicurezza
"Costruito in emergenza e in deroga alle norme di sicurezza, ma all'ospedale Covid in Fiera mancano autorizzazioni e certificazioni importanti?" A sollevare il dubbio, chiedendo chiarezza sulla documentazione relativa alla struttura sanitaria, è il consigliere regionale di Fratelli d'Italia, Ignazio Zullo.
"L’ospedale Covid nella Fiera del Levante - scrive in una nota - è stato realizzato in tempi di emergenza. Ritardi sia nella programmazione, sia nell’implementazione dei posti letto di terapia intensiva, da allocare nei Dea degli ospedali esistenti e negli ospedali di primo livello, lo hanno fatto diventare utile per far fronte alla seconda ondata Covid dell’inverno-primavera scorsi". "È vero - prosegue - lo stato di emergenza è stato prorogato al 31 dicembre e tutto ciò sposta di altri pochi mesi la decisione sul destino finale che, vista la revoca della requisizione delle aree che il Prefetto ha perentoriamente annunciato con la fine della dichiarazione dello stato di emergenza, dovrebbe essere smantellato e i suoli tornare nella disponibilità urbanistica prevista, ovvero quella di zona per attività fieristiche. Ma se l'ospedale in Fiera deve rimanere fino al termine dello stato di emergenza, si pu? continuare a ‘chiudere un occhio’ sull’irregolarità urbanistica, ma non possiamo non chiederci se l’ospedale è provvisto di elementi fondamentali sotto il profilo della sicurezza e della funzionalità". "Per questo - afferma il consigliere - chiederemo al presidente Emiliano e al responsabile regionale della Protezione Civile Lerario di fornirci copia dei seguenti atti, ove esistenti: collaudo statico della struttura; certificato di regolarità degli impianti; certificato di sicurezza da inquinamento da radon; certificato di regolarità antisismica; agibilità; autorizzazione all'esercizio; accreditamento; certificato di prevenzione incendi".
"Ci sono regole ben precise per l’attività Sanitaria e l'emergenza - conclude Zullo - non autorizza a derogarle in toto. Si può consentire nella prima fase di avvio ma ora, allentata la morsa della diffusione del virus e dei ricoveri, è tempo di valutare la sicurezza della struttura. È una verifica che coscienziosamente dobbiamo svolgere a tutela di coloro che sfortunatamente vengono ricoverati e a tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori".