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Verso le Politiche 2018, Di Rella incalza il Pd: "Candidature dei parlamentari con primarie aperte"

Il presidente del Consiglio comunale di Bari: "No a nomi imposti dall'alto e a un mini esercito di parlamentari molto distanti dai territori, ma molto vicini ai vari capi-corrente"

"Il Partito Democratico individui le candidature con primarie aperte o, almeno, tra gli iscritti e cancelli il dubbio che si voglia imporre dall'alto un mini esercito di parlamentari molto distanti dai territori, ma molto vicini ai vari capi-corrente": il presidente del Consiglio comunale di Bari, Pasquale Di Rella, ed esponente del Pd, chiede al partito, all'indomani dei risultati negativi alle elezioni in Sicilia, di evitare candidature calate dal vertice in vista delle Elezioni Politiche del prossimo anno, in particolare nella scelta dei parlamentari. Nelle ultime settimane, infatti, sono tanti i movimenti sottotraccia per la composizione delle liste dei collegi e del proporzionale per la scelta di deputati e senatori.

"Per le cariche parlamentari s'impone l'indicazione del Capo"

La sconfitta siciliana è quasi come un segnale di partenza del lungo rush finale per definire i nomi di chi correrà per andare a Roma: "Nessuno, sano di mente e in buona fede, - aggiunge Di Rella - affermerebbe mai che il pubblico concorso non sia il miglior modo di selezionare gli aspiranti al pubblico impiego solo perché c'è il rischio che qualche candidato possa condizionare parte della Commissione Giudicatrice. E' evidentemente meno discrezionale della chiamata diretta dove non vi è alcuna selezione e prevale spesso il 'rapporto', personale o di parentela esistente tra Capo e candidato all'impiego, piuttosto che la competenza di quest'ultimo. Nell'accesso alle cariche parlamentari - prosegue - vige il principio contrario: s'impone con legge l'indicazione diretta, discrezionale del Capo e si sottrae il candidato al giudizio del popolo, eliminando il voto di preferenza, perché si ritiene che gli elettori siano facilmente condizionabili o, addirittira, corruttibili. Argomentazioni pretestuose e offensive di chi teme il giudizio dei cittadini (perché per l'intera legislatura si è disinteressato dei loro problemi) e preferisce individuare a monte depurati e senatori per garantirsi fedeltà assoluta".

"Correnti per dividersi le candidature?"

Di Rella sottolinea l'eccessiva frammentarietà del dibattito nel Pd, diviso tra "almeno una decina" di correnti: queste, si chiede il presidente del Consiglio comunale, "hanno diverse e inconciliabili posizioni su rilebanti questioni costituzionali, politiche, economiche, sociali o servono esclusivamente a dividersi, con disprezzato ma mai archiviato manuale Cencelli, le candidature alle prossime elezioni politiche?"

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