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L'OPINIONE - Il merito di una semisconfitta

Il sindaco Decaro ha il merito di aver accelerato le operazioni. Ma di tutto si tratta fuorché di una vittoria. Semmai dovremmo parlare di una vera e propria liberazione. Non solo da ruspe, recinzioni e betoniere ma anche da quel fitto reticolo di cattiva politica costituita da rinvii, disguidi , blocchi, ripartenze e colpe gettate qua e là cambiando di volta il mirino dell’accusa (o della scusa).

Parliamo della riqualificazione di alcune piazze della città, Madonnella in primis. Da giorni gli operai hanno assemblato la fontana composta da pietre di origine vulcanica provenienti dalla Sicilia e su cui iniziava a serpeggiare tra i residenti una certa curiosità, perché da settembre a novembre la cronaca raccontava di massi che dalla Trinacria stavano raggiungendo la Puglia, forse per via di qualche vecchia carrozza borbonica. Subito dopo siamo stati informati che i massi sarebbero stati sagomati uno alla volta e poi composti al centro della piazza. Oggi le recinzioni sono ancora lì, la fontana si vede e presto verrà montato anche un beverino di acqua potabile.

Ci siamo. Ma il cronoprogramma iniziale delle attività prevedeva  solo sei mesi di lavoro, mentre il risultato è sotto gli occhi di tutti, con una distanza di due anni dalla consegna programmata. Il compianto Nichi Muciaccia non è riuscito a vederla completata nonostante la tenacia con cui ha seguito sia la progettazione che la prima esecuzione dei lavori. Il 2014 è finito e nessuno dei cantieri è stato completato, fatta eccezione per largo Adua, anche in questo caso con quasi un anno e mezzo di ritardo.

Il sindaco, insieme all’assessore ai Lavori Pubblici Giuseppe Galasso e al presidente del I Municipio Micaela Paparella, ha preso per mano una situazione che non può che finire prima che sia troppo, troppo, ma veramente troppo tardi. Se qualcosa si è mosso è soprattutto per merito loro.

Ma il nuovo sport popolare è quello di assumersi l’onore o il merito anche di un cantiere durato un terzo del tempo impiegato per la costruzione dell’Autostrada del Sole. Protagonisti della disciplina sono alcuni assessori e consiglieri municipali di ogni ordine e grado che fanno a gara ad assumersi il merito (pensate bene) di aver riaperto una piazza dopo anni di ritardo, scavalcando quanti invece hanno cercato di superare l’empasse burocratica. Scrivono sui social, telefonano agli amici, ma di fatto non si sono quasi mai interessati di cosa stesse succedendo. Si sa, l’elettorato va sempre caldeggiato e mai abbandonato. E persino una sconfitta come una piazza riaperta dopo anni, può valere l’apprezzamento di qualcuno, soprattutto dei tanti stanchi e distrutti da un dibattito politico sempre più asfittico. Ha ragione Decaro quando afferma di non vedere l’ora di riaprire tutte le piazze per chiudere questa pagina di cattiva amministrazione ereditata. Ma per qualcuno raccogliere le briciole di un disastro può sempre valere qualche merito. Per giunta standosene a casa e sdraiato in poltrona.  

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