Pnrr e interventi per i beni confiscati, FdI risponde al Pd: "In Puglia tolti dal piano perché in ritardo, ma ci saranno altri fondi"
In una nota i senatori Melchiorre e Zullo replicano alle accuse mosse dal Partito democratico: "in Puglia aggiudicate gare di progettazione solo per 61mila euro, copertura degli interventi sarà comunque assicurata con altri fondi"
Sul Pnrr "la narrazione del Pd continua ad alimentarsi di fake news, di parole non aderenti alla realtà dei fatti": così, in una nota, i senatori di Fratelli d'Italia Filippo Melchiorre (Commissione Antimafia) e Ignazio Zullo (Commissione Sanità) replicano alle recenti dichiarazioni del Partito democratico pugliese in merito al taglio dei fondi Pnrr previsti per la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie.
"Ribadiamo una premessa che abbiamo fatto più volte in questi giorni: - esordiscono i due esponenti di FdI nella nota - larga parte dei fondi del PNRR sono a debito e le opere devono essere realizzate e collaudate entro il 30 giugno 2026, pena la restituzione delle somme all'Europa. L'instancabile opera del presidente Giorgia Meloni e del ministro Raffaele Fitto in questi nove mesi di Governo è stata improntata a porre rimedio ai ritardi e alle inefficienze dei soggetti attuatori rimodulando le fonti di finanziamento attraverso il coordinamento delle risorse del PNRR da spendere entro il 30 giugno 2026 e quelle della Coesione da spendere entro il 31 dicembre 2029".
"E veniamo alla misura relativa alla ‘Valorizzazione dei beni confiscati alle mafie’ che prevede per la Puglia circa 40 interventi per 40,3 milioni di euro. Il bando di selezione dei progetti pubblicato a novembre 2021, sulla base di una previsione statistica dei tempi di realizzazione di interventi analoghi, ha previsto che il termine per le aggiudicazioni dei lavori avrebbe dovuto essere anticipato al giugno 2023 rispetto alla milestone del giugno 2024, tenuto conto della complessità realizzativa di questi interventi", affermano Melchiorre e Zullo.
"Ad oggi - proseguono - per la Puglia risultano pubblicate gare per la progettazione per 284 mila euro e aggiudicate procedure per progettazione solo per 61mila euro. In relazione alle procedure per affidamenti lavori al 30 luglio 2023 risultano pubblicate gare per circa 800mila euro e non vi sono aggiudicazioni".
"Tutti gli interventi ubicati in Puglia, quindi, sono in ritardo rispetto alle previsioni del bando - sottolineano i due esponenti di FdI - e il Governo, per evitare il rischio di definanziamento degli interventi in sede di rendicontazione degli obiettivi specifici associati alla stessa intende assicurare la copertura di questi interventi a valere dei fondi delle politiche di coesione. La valorizzazione dei beni confiscati, infatti, ha trovato da tempo un sostegno sistematico negli strumenti messi a disposizione nell’ambito della programmazione 2007-2013 e, soprattutto, nell’ambito della programmazione 2014-2020 delle politiche di coesione, relativi ai Fondi Strutturali e di Investimento Europei (SIE) ed al Fondo di Sviluppo e Coesione (Pon Sicurezza e legalità, POR e PSC). Anche per queste opere possiamo assicurare che saranno realizzate e che nessun euro andrà perso", concludono.
La controreplica del Pd: le precisazioni di Palmisano sui ritardi
Dopo la nota degli esponenti di Fratelli d'Italia, sulla questione è nuovamente intervenuto il sociologo ed esponente Pd, Leonardo Palmisano. "Gli oggettivi ritardi nella prosecuzione progettuale ed esecutiva relativa ai beni confiscati è dettata, nella maggior parte dei casi, da una sovrapposizione di scadenze a cui i Comuni non riescono a stare dietro per ragioni note e ovvie di carenza di personale. Scaricare sui ritardi dei Comuni una scelta che riguarda la vita civile dei territori ed il rispetto del principio di legalità è un errore politico, perché non tiene conto della fatica che fanno gli amministratori locali e gli apparati amministrativi a candidare i beni confiscati dentro territori ancora permeati dalle mafie. L’ordine delle priorità rispetto al Pnrr non è soltanto il tempo, ma la qualità dei progetti. La Puglia ha eccelso rispetto al bando per i beni confiscati, con risultato straordinari per qualità e quantità dei progetti ammessi e/o ammissibili a finanziamento. Pertanto, ci sembra davvero illogico ed insensato che i beni confiscati alle mafie ed i progetti per la loro funzionalizzazione vengano equiparati ad altri percorsi progettuali su fondi Pnrr, in una regione del Sud con particolare effervescenza criminale. Per il Partito Democratico pugliese quella graduatoria di progetti approvati, compresi quelli ammissibili ma non ancora finanziabili per carenza di risorse, deve restare intatta e deve procedere a scorrimento prima del prossimo bando. Semmai devono essere messi i Comuni nella condizione di poter accelerare con l’aiuto del governo e dell’Agenzia per i Beni Sequestrati e Confiscati. Il governo, dunque, si metta nella condizione di favorire i Comuni nell’attività progettuale esecutiva e nei bandi, in modo da non riconsegnare quei beni all’indifferenza o all’oblio. Oblio e indifferenza che favoriscono nettamente l’egemonia mafiosa".
*Ultimo aggiornamento ore 19.30