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"La gestione delle Usca per l'emergenza covid è un pasticcio", Laricchia (M5S) attacca la Regione Puglia

La candidata presidente: "A luglio la Asl di Bari, unica in Puglia, ha deciso di sospendere il servizio a partire dal primo agosto e non rinnovare il contratto ai medici impegnati nelle Unità di continuità assistenziale. Una decisione che ci vedeva assolutamente contrari"

"Il pasticcio fatto con le Ysca, le Unità Speciali di Continuità Assistenziale, è l’emblema dell’approssimazione con cui è stata gestita la sanità pugliese in questi anni": è l'attacco di Antonella Laricchia, candidata presidente per il M5S alle prossime Elezioni regionali di settembre.

La consigliera regionale uscente critica le modalità in cui è stato effettuato il servizio potenziato per l'epidemia di coronavirus: "Parliamo di squadre - dice -  per la gestione domiciliare dei pazienti con Covid - 19, la cui istituzione era stata prevista con il Dpcm del 9 marzo e i cui bandi nelle altre Regioni sono stati pubblicati con le giuste tempistiche, a differenza di quanto accaduto in Puglia, dove si è partiti a metà maggio, a causa della disorganizzazione della Regione. A luglio la Asl di Bari, unica in Puglia, ha deciso di sospendere il servizio a partire dal primo agosto e non rinnovare il contratto ai medici impegnati nelle Unità di continuità assistenziale. Una decisione che ci vedeva assolutamente contrari, visto l’aumentare di casi positivi e la proroga dello stato di emergenza, tanto che avevamo scritto una lettera al direttore generale Sanguedolce. Niente da fare, addirittura leggevamo sui giornali di ieri che in una circolare firmata da Emiliano e Montanaro si certificava il flop delle usca che non avrebbero quindi ripreso l’attività".

"Tutto finito? - si chiede Laricchia - Assolutamente no. Ieri altro colpo di scena: i medici delle Usca (quelle stesse che si volevano chiudere il giorno prima) faranno i tamponi a chi rientra da Grecia, Spagna e Malta, come specificato da Emiliano in una circolare esplicativa dell’ordinanza regionale emanata l’11 agosto e si occuperanno dell’assistenza domiciliare per chi rientra in attesa dell’esito del tampone. Stessa circolare in cui si dispone che il tampone venga fatto non prima delle 72 ore dal rientro, mentre secondo l’ordinanza del Ministro Speranza va fatto entro le 48 ore dall’ingresso nel territorio nazionale. Anche in questo caso la chiarezza resta un miraggio. Come avevamo sottolineato, la scelta di sospendere le Usca era completamente priva di logica in questo periodo. Medici riconvocati quindi con procedure d’urgenza per il 14 per riprendere a breve la loro attività, a seguito della riattivazione e riorganizzazione delle Usca. Il tutto mentre la Fimmg denuncia che ai medici di medicina generale della Asl di Bari non sono stati forniti i dispositivi di protezione individuale previsti dalla legge e ovviamente indispensabili per poter effettuare in sicurezza i test sierologici. Come sempre quando di parla di sanità il caos regna sovrano e l’implementazione della sanità territoriale tanto attesa continua ad essere per Emiliano solo uno slogan. I pugliesi meritano di meglio”.

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