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"In Puglia, come in Emilia Romagna, uniti si vince", il consigliere Acquaviva a sostegno di Emiliano

Il consigliere Nicola Acquaviva della civica “Avanti Decaro” dichiara il suo appoggio a Michele Emiliano

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di BariToday

L’Emilia Romagna era e rimarrà rossa. Era una partita importante quella che doveva giocare il centrosinistra nella sua roccaforte di fronte ad un centrodestra che prometteva di stravincere. Una partita caratterizzata dall’incertezza di conoscere se il centrosinistra ne sarebbe uscito, ancora una volta, con le ossa rotte (o quantomeno ferito) sotto i colpi di un centrodestra che prometteva di espugnare una regione da sempre governata dalla sinistra per ripartire, poi, da lì guardando alle prossime politiche. E se è vero che ogni campagna è caratterizzata dall’incertezza dell’esito delle urne, è anche vero che ogni esito elettorale ci insegna qualcosa. Le elezioni in Emilia ci insegnano, innanzitutto, che si è trattato di un voto nazionale per impostazione della campagna e ricaduta mediatica ed è per questo che, oggi, il tonfo del centrodestra e dell’ex Ministro degli Interni ha una eco maggiore. Un tonfo ancora più rumoroso se guardiamo al terzo polo. Le elezioni politiche di marzo 2018 avevano restituito un quadro di un’Italia a tre colori, con il Sud e le isole tinte di giallo (intenso), il Centro ed il Nord di blu (ancor più intenso) con leggere -o sarebbe meglio dire leggerissime- tinte di rosso in Toscana ed Emilia. Il voto regionale di domenica in Emilia Romagna, così come in Calabria, torna a restituirci un bipolarismo di stampo “tradizionale”: centrodestra e centrosinistra che si contendono la partita. Scenari noti, insperati per alcuni ma realisticamente solo attesi per gli osservatori. Le elezioni in Emilia ci ricordano, qualora ce ne fosse stato bisogno, che il popolo sa essere riconoscente. Mi ricorda ciò che abbiamo visto da vicino anche qui a Bari quando, con oltre il 66% di preferenze, la coalizione del centrosinistra a sostegno del sindaco Decaro ha trionfato al primo turno delle amministrative dello scorso maggio. Lo stesso sindaco lo aveva definito un risultato frutto del “riconoscimento del buon lavoro” svolto. Perchè l’esito delle urne raramente -oserei dire mai- è frutto del caso. In Emilia il neo-confermato governatore Bonaccini ha detto di voler essere “il sindaco dell’Emilia Romagna”. Una dichiarazione di volontà, un richiamo ad unire per costruire. Una narrazione positiva, di incoraggiamento, con un progetto di prospettiva forte di ciò che le politiche adottate dalla sinistra hanno saputo creare in Emilia nell’arco degli ultimi anni in quanto a qualità di vita, servizi, economia e sanità nella regione. È la conferma che le dichiarazioni di intenti necessitano di prove fattuali ed i cittadini, di fronte ai fatti, difendono la loro libertà. È la piazza che partecipa, sgomita contro la paura e abbraccia il progetto di un futuro possibile. La Puglia dovrà giocare la stessa partita fra pochi mesi. E la narrazione del “sindaco” della Regione mi ricorda, ancora una volta, quella del governatore uscente Emiliano. Un’immagine, quella del “sindaco di tutti”, positiva, di costruzione, di miglioramento. La Puglia di Emiliano è il simbolo del riscatto del Sud, che investe e crede nell’innovazione e la cui posizione economica è stata riconosciuta solida a livello internazionale dall’agenzia di rating Moody’s. È la Puglia della concretezza, che cresce e crede nella sostenibilità, nella volontà di affrontare nodi cruciali per il lavoro e l’ambiente con responsabilità (leggasi piano decarbonizzazione ex Ilva e l’esposizione del governatore sulla vicenda OM), aperta al dialogo con l’Europa per il bene delle aziende del territorio, attenta alle necessità del trasporto pubblico (per cui verrà destinato mezzo miliardo di euro sul sistema del trasporto pubblico ferroviario, marittimo e automobilistico urbano ed extraurbano) e che si impegna perché i giovani pugliesi nel mondo possano tornare nella loro terra per avere una possibilità. Bisognerà, nei prossimi mesi, continuare a dare respiro ai progetti che hanno migliorato la Puglia negli anni di governo Emiliano e provare -come coalizione per la Puglia prima che come coalizione del centrosinistra- ad offrire un contributo nel disegno di ciò che servirà. Perché certamente c’è e ci sarà sempre la necessità di migliorare ed un amministratore pubblico questo lo sa bene. Sbagliato pensare, per chi vive la politica come esercizio di spirito, che un successo possa ripagare in eterno. Ma i cittadini sanno osservare e comprendere e l’Emilia ci insegna che le risposte semplici a problemi complessi non durano a lungo. Uniti si vince. Nicola Acquaviva

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