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Nomine nelle aziende partecipate, opposizione all'attacco: "Fine della trasparenza"

Dopo la bocciatura in Consiglio dell'emendamento che introduceva nel regolamento il divieto di nominare parenti nei cda, la protesta simbolica dei consiglieri di Impegno civile, Movimento 5 Stelle e Lista Digeronimo

"Dopo sei ore di lenta agonia in Consiglio comunale sono venuti a mancare all'affetto dei cittadini la trasparenza ed il buon senso". Opposizioni all'attacco dopo la bocciatura delle norme 'antiparentopoli'  da introdurre nel regolamento delle nomine dei cda delle aziende partecipate.

I consiglieri di Impegno Civile, Movimento Cinque Stelle e Lista Digeronimo questa mattina hanno ribadito il loro dissenso affiggendo nelle stanze di Palazzo di Città un manifesto funebre per annunciare la 'dipartita' del "buonsenso e della trasparenza".

Ad originare lo scontro in Consiglio comunale è stata la bocciatura dell'emendamento, presentato da Digeronimo e sostenuto da tutta l’opposizione, che prevedeva il divieto di nominare  parenti degli eletti all'interno dei cda delle aziende partecipate. La proposta è stata respinta dalla maggioranza di centrosinistra e il voto contrario anche del sindaco. Bocciato anche l'emendamento sul limite del doppio mandato.

"Voglio ribadire che per le nomine di mia competenza non intendo indicare  parenti e familiari di assessori, consiglieri comunali e municipali nelle aziende partecipate, né tanto meno i cosiddetti 'trombati della politica'", ha commentato oggi Decaro, richiamando quanto "dichiarato pubblicamente durante la campagna elettorale, ribadito ieri in aula consiliare". Sulla vicenda degli emendamenti respinti, Decaro ha poi ricordato l'esistenza di norme nazionali che "dettano precisi  criteri e fissano limiti giuridici, in alcuni casi, molto più restrittivi rispetto alle proposte presentate negli emendamenti in questione".

Ma, nonostante le parole Decaro, i tre gruppi di opposizione annunciano battaglia, promettendo massima attenzione e vigilanza sulle prossime nomine.

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