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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Bufera nel Pd, Procacci: "Mi autosospendo da coordinatore regionale"

L'annuncio dopo l'attacco di Guglielmo Minervini, che aveva chiesto le sue dimissioni alla luce delle notizie relative all'inchiesta sui concorsi all'Università di Bari, in cui ci sarebbero sospetti anche sul dottorato vinto dal figlio dell'ex senatore. Padre e figlio non sono comunque indagati

Giovanni Procacci si autosospende dall'incarico di coordinatore regionale del Pd,  "rimettendo la questione alla direzione regionale dopo le primarie". L'annuncio dell'ex senatore è arrivato in serata, con una nota ufficiale.

La decisione di Procacci segue la polemica scoppiata in mattinata, con Guglielmo Minervini, assessore regionale  del Pd e candidato alle primarie del centrosinistra, che ha chiesto le dimissioni del suo compagno di partito in seguito alle notizie relative all'inchiesta sui concorsi all'Università di Bari. Tra questi, a finire sotto la lente di ingrandimento degli investigatori, anche il concorso per un dottorato poi vinto dal figlio di Procacci, all'epoca senatore. I loro nomi compaiono in un'intercettazione, ma comunque né padre né figlio risultano indagati.

"Era per me impensabile - scrive Procacci nella nota, riferendosi alla richiesta di Minervini - che un amico con cui ho condiviso tante cose potesse strumentalizzare una vicenda del 2009 che non mi vede minimamente coinvolto né sul piano giudiziario né su altri piani attinenti le questioni dell'Università. Non ricopro ruoli istituzionali e il mio unico impegno, di mero volontariato, e' quello di coordinare la segreteria regionale. Tuttavia - aggiunge - non posso neanche consentire che si strumentalizzi la mia persona per colpire obiettivi politici in vista delle primarie".

"Minervini - prosegue l'ex senatore - dovrà trovare altri argomenti per proseguire la sua campagna elettorale. Il tentativo di sciacallaggio di Minervini nei miei confronti ha un riscontro oggettivo: come mai Guglielmo non chiede le dimissioni di suoi colleghi di giunta che sono indagati e che - sinceramente spero di no! - potranno essere rinviati a giudizio? Le chiede a me, che non sono nemmeno indagato, solo perchè ho la colpa di sostenere Emiliano: una ferocia d'animo che non distingue più il piano della politica da quello dell'odio e del rancore personale". Secondo Procacci, Minervini non avrebbe agito allo stesso modo se non ci fossero state le primarie e lo stesso senatore non avesse sostenuto Emiliano. "Né si é preoccupato di acclarare la verità - conclude Procacci riferendosi all'assessore - semplicemente non ha resistito alla ghiotta occasione di poter colpire attraverso di me il suo avversario, incurante delle ferite morali e psicologiche che avrebbe inferto a me ed alla mia famiglia".

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