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Sanità, tagli al personale. Attolini: "A rischio chiusura i pronto soccorso"

L'allarme dell'assessore regionale alla Sanità sulla carenza di organici nelle strutture sanitarie: "Costretti a garantire i livelli minimi di assistenza con 2500 persone in meno"

I piani di rientro imposti dal governo alle Regioni in materia di sanità continuano a prevedere tagli e riduzioni degli organici. Ma se la situazione della carenza di personale in Puglia non si sblocca, presto la Regione sarà costretta a chiudere i pronto soccorso. A lanciare l'allarme è proprio l'assessore regionale alle Politiche della salute, Ettore Attolini, che oggi ha presentato al Consiglio regionale la relazione sullo stato dei livelli essenziali di assistenza e sull'organizzazione funzionale del sistema sanitario pugliese.

LA CARENZA DI PERSONALE - "Nel garantire i livelli essenziali di assistenza sanitaria (Lea) - ha detto Attolini - partiamo da una carenza minima di 2500 persone. Sia chiaro a tutti: rispetto a questo dato - ha detto ancora l'assessore - che mette a rischio erogazione Lea e sopravvivenza del nostro sistema sanitario, chiedo ufficialmente una levata di scudi, una razione bipartisan di tutti per tutelare la salute dei cittadini".

GLI EFFETTI DEL PIANO DI RIENTRO - Secondo Attolini, gli attuali piani di rientro tendono a privilegiare le ragioni economico-finanziarie (prevedendo quindi tagli e riduzioni) rispetto a esigenze e valori, come l'uguale possibilità di accesso alle cure. Un diritto, questo, la cui garanzia passa anche attraverso un adeguato numero di personale a disposizione per assicurare l'erogazione dei servizi. In Puglia, ha spiegato Attolini, gli sforzi compiuti dalla Regione per rispettare il patto di rientro sono stati enormi, ma allo stesso tempo si è verificato uno 'sfasamento' tra chiusura e riconversione delle strutture ospedaliere. "I tempi dei processi - ha detto Attolini - sono differenti: rispetto alla chiusura di 21 strutture (le ultime due entro la fine del 2012) non è stato altrettanto celere il processo di riconversione. Lo è a macchia di leopardo e questa é una critica che faccio a me stesso". Quanto alla medicina territoriale l'assessore ha spiegato che si intende "colmare il ritardo sulla riorganizzazione della rete" e che "si agirà in maniera concertata coinvolgendo gli attori del territorio".

LE PROTESTE PER I TAGLI - Intanto alle contestazioni dei cittadini per la chiusura o il ridimensionamento dei presidi ospedalieri, soprattutto in provincia, si vanno sommando le proteste di medici e operatori del servizio sanitario. L'ultima, in ordine di tempo, quella dei medici della Fimmg, che hanno minacciato lo sciopero in seguito alla decisione della Regione di avviare il nuovo servizio di assistenza agli infartuati facendo ricadere nuove incombenze sul servizio 118, che da sempre soffre di evidenti carenze di personale.

 

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