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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Costi della politica, Vendola: "Mi riduco lo stipendio di 50mila euro"

Il governatore scrive al Presidente del Consiglio regionale annunciando la decisione di tagliare il suo emolumento di altri 50mila euro all'anno: "Un atto di responsabilità"

Nichi Vendola si riduce lo stipendio. Mentre in tutta Italia infuria la polemica su costi e sprechi della politica, partita dal caso della giunta Polverini in Lazio, il governatore pugliese scrive al Presidente del Consiglio regionale Onofrio Introna per annunciare la sua decisione di ridurre il suo emolumento di 50mila euro all'anno.

LO STIPENDIO DEL GOVERNATORE - Attualmente il Presidente della Regione Puglia percepisce un'indennità di mandato mensile pari a 4.325,40 euro (netti), cui si somma una diaria di 6.490,73 euro e 3.133,46 euro a titolo di rimborso per il rapporto con gli elettori.

LA LETTERA - "Siamo ad un passaggio davvero drammatico della vita democratica del Paese - esordisce Vendola nella lettera indirizzata a Introna -  mentre la crisi e il disagio sociale bussano alle porte di milioni di famiglie e rendono incerto il futuro delle giovani generazioni, il moltiplicarsi degli scandali legati all’uso distorto del denaro pubblico genera rabbia e sgomento". 

"Non è sufficiente dire: noi in Puglia non abbiamo trasformato il Consiglio regionale in un luna-park di sperperi e di ruberie. Essere ultimi in classifica per quanto riguarda la spesa per il funzionamento dei gruppi consiliari e per quanto concerne l’intera attività consiliare, è certamente un segno di sobrietà".

"Ma occorre fare di più. Ovviamente auspico innanzitutto che si licenzi quanto prima, in assemblea consiliare, la modifica dello Statuto regionale per portare a 50 il numero dei consiglieri: su questo c’è un accordo largo tra le forze politiche e dunque occorre procedere senza indugio. Ma assai significativo sarebbe varare la legge regionale sul conflitto d’interessi, che è ora al vaglio della Commissione affari istituzionali. Per quanto riguarda i nostri attuali emolumenti, essi sono onnicomprensivi e non è possibile il ricorso a quei benefit che, come dimostrano le inchieste in corso, possono consentire in forme subdole di raddoppiare o triplicare l’ammontare delle remunerazioni. Lei sa bene che in questi anni, accanto al taglio annuale del 10% che ha riguardato gli emolumenti di tutti i consiglieri, io ho imposto per me un taglio netto di ciò che era stato stabilito nel 2004 dalla legge di regolamentazione del nostro trattamento economico. Un taglio complessivo di poco meno di cinquantamila euro all’anno, che comunque poneva il mio “stipendio” al di sotto della retribuzione di un parlamentare (benchè sia incomparabilmente più gravoso il carico di lavoro e di responsabilità che pesa sulle spalle di un governatore). E, come ti è noto, io verso al mio partito 5 mila euro netti al mese".

"Tuttavia io credo che siamo chiamati a compiere gesti forti, in attesa che si possano definire a livello nazionale criteri omogeni di spesa e di retribuzione nei sistemi regionali. Nel frattempo, ciascuno è chiamato anche a dare un buon esempio. Mi si consenta di farlo in modo unilaterale, come un atto di responsabilità: io taglio il mio emolumento di altri 50 mila euro all’anno. Spero che tutto il Consiglio possa comprendere il messaggio e fare scelte conseguenti".

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