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Il Policlinico di Bari traccia il bilancio dell'attività chirurgica nel 2021: "Interventi tornati ai livelli pre Covid"

Registrato un incremento del 15% rispetto al primo anno della pandemia: contenuto al 5% il calo rispetto al 2019. Un risultato raggiunto "nonostante un blocco operatorio ancora dedicato ai pazienti positivi e 16 anestesisti impegnati nelle rianimazioni Covid"

Interventi incrementati del 15% rispetto al 2020, primo anno della pandemia, con un calo di solo il 5% a confronto del 2019. Il Policlinico di Bari traccia il bilancio dell'attività operatoria nel 2021, tornata "sostanzialmente ai livelli pre Covid".

Un risultato raggiunto - evidenzia l'azienda ospedaliera - "nonostante un blocco operatorio con tre sale sia ancora dedicato esclusivamente ai pazienti positivi e 16 anestesisti siano stati impegnati per 6 mesi nelle rianimazioni Covid della struttura per le maxi emergenze in Fiera del Levante".

Il dato si riferisce a 16 specialità chirurgiche, ovvero tutte le chirurgie generali ospedaliere e universitarie, la cardiochirurgia, la epato-biliare, la plastica, la toracica, la vascolare, la videolaparoscopica, la neurochirurgia, l’ortopedia, l’otorinolaringoiatria, l’urologia.

"Nel 2020 – ricorda il direttore generale Giovanni Migliore - per fronteggiare il Covid abbiamo riconvertito reparti e occupato blocchi operatori con posti letto di terapia intensiva. L’apertura della struttura per le maxi emergenze in fiera ha permesso nell’ultimo anno di dare continuità assistenziale e gli interventi di alta complessità che il Policlinico di Bari assicura al sistema sanitario regionale".

A fronte di qualche lieve calo generale sono stati registrati, anche rispetto al 2019, degli incrementi significativi degli interventi di neurochirurgia, di chirurgia toracica e di chirurgia vertebrale. 

"Merito dei nostri professionisti, di una organizzazione strategica dei turni nelle sale operatorie e delle politiche di reclutamento di nuovo personale specialistico dell'azienda", sottolinea Migliore. "Ringrazio i chirurghi, gli anestesisti e tutti gli operatori che stanno affrontando con altri sacrifici il nuovo picco pandemico, siamo impegnati a disegnare un nuovo modello organizzativo che ci permetta di uscire presto dall’emergenza", conclude.

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