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Tamponi in Puglia, l'epidemiologo Lopalco risponde a Zullo: "Non sarà negato a chi torna a lavorare ed è a rischio"

La replica del capo della task force regionale sul Covid al consigliere regionale di Fratelli d'Italia, dichiaratosi "preoccupato per la forte propensione della Regione a centellinare i tamponi"

"Il tampone non verrà negato dunque a nessun pugliese che ritornerà al lavoro nelle prossime settimane e presenterà uno specifico profilo di rischio". Risponde al consigliere regionale Ignazio Zullo (Fratelli d'Italia), il responsabile del coordinamento epidemiologico della Regione Puglia Pier Luigi Lopalco, tracciando un'analisi di quella che è stata e che sarà la strategia per i dispositivi di rilevamento del Covid-19 in Puglia. La polemica era partita nel pomeriggio, quando Zullo si era definito preoccupato "per la forte propensione della Regione a centellinare i tamponi - spiegava in una nota - e se non farli dovesse colpire il nostro sistema produttivo, ormai in fase di riavvio, rischieremmo di trasformare i luoghi di lavoro in luoghi di contagio così come avvenuto per gli ospedali e per le Rsa-Rssa". La richiesta era quindi di eseguire il tampone su "chiunque torni al lavoro", altrimenti "la probabilità del ritorno alla Fase Uno è molto probabile".

Lopalco: "Non abbiamo centellinato i tamponi. Un solo focolaio in azienda"

In serata l'epidemiologo ha replicato, spiegando che la strategia pugliese per la Fase 2 della lotta al Coronavirus prevede che "i rischi specifici delle singole attività produttive, incluse le attività sanitarie, siano valutati insieme al livello di circolazione del virus sul territorio - ha spiegato - e quindi saranno messe a punto strategie specifiche per scovare eventuali catene di contagio nascoste fra asintomatici in una fase molto iniziale". Riguardo invece alla Fase 1, Lopalco ha specificato che non è stato centellinato nessun tampone, infatti "la strategia di utilizzo dei tamponi in Puglia è stata identica a quella di regioni come il Veneto che sono prese ad esempio come standard ottimo di controllo dell'epidemia - ha aggiunto - Ovviamente il numero assoluto di tamponi eseguiti Puglia risultano inferiori a quelli del Veneto perché il numero di casi e di catene di contagio delle due regioni non è paragonabile". I numeri in Puglia, parlano di 12 focolai nelle Rsa-Rssa e 6 focolai in tutta la rete ospedaliera. "Fra le centinaia di aziende che hanno in questa prima fase continuato la loro attività produttiva solo in una si è sviluppato un focolaio (il caso dello stabilimento Siciliani di Palo del Colle, ndr) prontamente individuato e spento: degli operai coinvolti in questa azienda tutti i casi sono stati asintomatici o con sintomi lievi e con nemmeno un caso ricoverato in ospedale". "Le attività di monitoraggio e controllo hanno portato alla individuazione di oltre 26.000 cittadini pugliesi che hanno ricevuto un'ordinanza di isolamento fiduciario a casa, in pratica più di 6 ogni 1.000 pugliesi" ha concluso Lopalco.

Il numero dei ritornati in Puglia

E mentre la strategia per la Fase 2 del Covid in Puglia prosegue, un altro dato che la Regione tiene fortemente sotto controllo è quello dei rientri da fuori Regione. L'ultimo aggiornamento è arrivato con il bollettino serale: alle ore 19 sono stati in totale 3567 le persone che hanno compilato il modulo di autosegnalazione on-line per dichiarare di essere rientrate in Puglia da fuori regione per soggiornarvi. Il dato è in continuo aggiornamento. Nella sola giornata di oggi si sono autosegnalate 937 persone.

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