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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Università, Uricchio inaugura l'ultimo anno accademico del mandato: "Cinque anni di rivoluzione silenziosa"

Le cerimonia si è tenuta in mattinata nell'Aula magna dell'Ateneo. Grande assente il ministro Bussetti, che ha lasciato un videomessaggio di saluto. Proteste degli studenti nelle aree esterne

"Una rivoluzione silenziosa, perché avvenuta senza creare grossi clamori all'esterno". Sono le parole che il rettore dell'Università di Bari usa per descrivere il lavoro fatto negli anni per l'Ateneo. E mentre ne parla si commuove, per l'occasione è speciale: la cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico 2018/2019, l'ultima del suo mandato come rettore.

Inaugurazione anno accademico 2018/2019-2

La cerimonia

Cerimonia tenutasi a partire dalle 10.30 nell'aula magna 'Aldo Cossu' dell'Ateneo, alla presenza di tante personalità non solo del mondo accademico pugliese, ma anche delle istituzioni regionali e comunali (presenti i due assessori all'Istruzione, Sebastiano Leo e Paola Romano) e delle Forze dell'Ordine (tra cui il prefetto Marilisa Magno e il comandante provinciale della Guardia di Finanza, Nicola Altiero), ma anche figure accademiche straniere, come il rettore dell'università di Slesia Katowice, in Polonia, gemellata con l'Università degli Studi di Bari 'Aldo Moro'. Grande assente il ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca, Marco Bussetti, che già da ieri era in città, ma è dovuto volare in mattinata a Roma per impegni legato al Consiglio dei Ministri.

Il suo intervento era previsto in chiusura di cerimonia, dopo quelli del presidente della Conferenza dei Rettori, Gaetano Manfredi; del direttore generale Federico Gallo, del rettore dell’Università di Slesia Katowice, Andrzej Kowalczyk; del visiting professor Uniba dell'Università di Huddersflield – Università di Heriot Watt, Pierre De Gioia Carabelles; del rappresentante del personale tecnico amministrativo, Michele Poliseno, e della rappresentante degli studenti, Marialuisa Sveva Marozzi.

Il videomessaggio di Bussetti

Il rappresentante del Governo non ha voluto comunque far mancare un suo messaggio, registrato in un video mandato in onda poco prima dell'intervento del rettore Uricchio.

Che ha subito ricordato gli importanti risultati raggiunti dall'Ateneo negli ultimi anni, certificati anche dalle classifiche nazionali. "I vostri investimenti nell'internazionalizzazione, nella capacità di collaborazione con il sistema delle imprese e nel rafforzamento del rapporto con il territorio - ha spiegato - vi hanno portato a raggiungere il primo posto tra gli Atenei del Sud e il sesto a livello nazionale nella classifica Censis". Non sono mancati poi accenni al lavoro fatto dal Governo in ottica nazionale, come lo stanziamento di 100 milioni di euro in più all'anno per il Fondo di finanziamento ordinario delle Università.

"La rivoluzione silenziosa"

Dopo il videomessaggio di Bussetti, è stato Uricchio a prendere il microfono, ricordando il lavoro svolto negli ultimi, supportato dalle slide con gli indicatori macroeconomici sviluppati negli ultimi cinque anni. Come l'indebitamento dell'Ateneo, che all'inizio del suo mandato era di oltre cinque milioni di euro e "ora quasi rasenta lo zero - sottolinea - portandoci al primo posto tra gli atenei per questo fattore". Tra le altre problematiche affrontate c'è stato anche il ridimensionamento dei docenti, che ha toccato la quota "di oltre 500 unità, unito al blocco assunzioni".

Eppure i risultati della 'rivoluzione silenziosa' si vedono chiaramente, a partire dagli iscritti, come ricorda lo stesso rettore: "Abbiamo toccato quota 11.690 nelle previsioni di quest'anno. Sono sempre state in salita, tranne per un anno in cui abbiamo avuto una leggera inflessione". Risultati che hanno portato l'Università di Bari a posizionarsi "tra le prime 3-400 università internazionali, su un totale di circa 20mila".

Poi ricorda quanto c'è ancora da fare. La prima parola d'ordine è internazionalizzazione, "uno scopo che stiamo inseguendo da anni, come dimostrano gli 800 studenti stranieri iscritti ai nostri corsi" ha ricordato, seguita da aumento di laureati e ricercatori, investimenti maggiori di fondi e semplificazione delle regole ("Bisogna snellire procedure e modelli burocratici dell'Università").

La protesta degli studenti

Non sono mancati momenti di protesta all'esterno dell'aula magna. Una ventina di studenti di Link Bari, in particolare, hanno mostrato uno striscione contro i finanziamenti all'università disposti dal ministro Bussetti. "Sessanta milioni per il finanziamento del diritto allo studio per tutti gli Atenei italiani non bastano - ha spiegato Rossella Falco di Link - Non basterebbero neanche per gli Atenei del Sud, né per far rialzare i Dipartimenti in ginocchio, né per aiutare la ricerca, che vede più della metà del proprio personale precario".

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