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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Il Castello Normanno Svevo, la maestosa fortezza simbolo di Bari scrigno d'arte e di storia

Posto a difesa dell’ingresso principale della città, a pochi passi dalla Cattedrale, accoglie oggi i visitatori prima di addentrarsi tra i vicoli del centro storico

Chi arriva a Bari ne rimane incantato: il maestoso Castello Svevo come un grande capitano difende la città ma allo stesso rappresenta la storia della nostra magnifica città, Bari, capoluogo della Puglia ricca di storia e tradizione.

Edificato dai Normanni nel XII secolo e restaurato per volere di Federico II attorno al 1230, il Castello Svevo di Bari è oggi sede della Soprintendenza Regionale. Il Castello Normanno Svevo di Bari è la fortificazione simbolo di Bari, sede della Soprintendenza per i Beni Ambientali Architettonici e Storici della Puglia. Posto a difesa dell’ingresso principale della città, a pochi passi dalla Cattedrale, accoglie oggi i visitatori prima di addentrarsi tra i vicoli del centro storico.

Un po' di storia

Il Castello svevo di Bari è un’imponente fortezza risalente al XIII secolo, oggi adibito a sede museale; ubicato ai margini del centro storico, nei pressi dell’area portuale e della Cattedrale, con la sua mole rappresenta uno dei più importanti e noti monumenti della città.
Storicamente attribuito al re normanno Ruggero II, il Castello sorge nel 1131 su preesistenti strutture abitative bizantine e, dopo il duro intervento di Guglielmo I il Malo, viene recuperato da Federico II di Svevia tra il 1233 e il 1240.

Nella seconda metà del XIII secolo, Carlo d’Angiò attua un programma di restauro mirato a rinforzare l’ala nord del Castello, al tempo lambita direttamente dal mare. Il nucleo normanno-svevo è a pianta trapezoidale, con una corte centrale e tre alte torri angolari fortemente bugnate. Superando la torre sud-occidentale, detta dei Minorenni per averne ospitato la sezione carceraria nel XIX secolo, si incontra l’ingresso originale, il portale federiciano che conduce nel cortile centrale.

Qui oggi affacciano tre saloni ed una piccola cappella dalle forme classiche. Nel XVI secolo, Isabella D’Aragona e la figlia Bona Sforza trasformano radicalmente il Castello, adeguandolo allo sviluppo dell’artiglieria pesante con la costruzione di una possente cinta muraria bastionata intorno al nucleo normanno svevo, e allo stesso tempo ingentilendo l’interno del complesso. In questa fase l'interno del Castello assume l’aspetto di una dimora rinascimentale, con un’elegante e scenografica doppia rampa di scale che collega il pian terreno ai grandi saloni del piano nobile.

Nei secoli a seguire, in particolare durante la dominazione borbonica, il Castello subisce un sostanziale abbandono, divenendo prima carcere e poi caserma. Solo nel 1937 diventa sede della Soprintendenza ai Monumenti e alle Gallerie di Puglia e Basilicata.

Nel 2017, a seguito di lavori di restauro e musealizzazione, gli uffici della Soprintendenza vengono trasferiti e il Castello viene integralmente restituito alla pubblica fruizione.

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