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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Covid-19: cosa dicono i dati sulle cause dei decessi nelle statistiche di mortalità

Le statistiche elaborate dal Centro Studi Nebo, dicono che lee morti per Covid-19 hanno superato quelle dovute alle patologie che costituivano le principali cause di morte nel nostro Paese

Tenuto conto dei decessi rilevati dalla Protezione Civile al 22 novembre, in base all’analisi dei dati 2020 diffusi dall’Istat, statistiche e proiezioni indicano che la mortalità legata a Covid-19 ha ormai superato quella dovuta alle patologie che costituivano le principali cause di morte nel nostro Paese.

Le causa di morte ante-Covid19-Sars2

Nel triennio 2015-2017 (ultimo aggiornamento disponibile) si rilevano, in media annua:

  1. 69.000 decessi per infarto e altre malattie ischemiche del cuore
  2. 59.000 per ictus e altre malattie cerebrovascolari,
  3. 58.000 morti per tumori dell’apparato digerente
  4. 37.000 per tumori dell’apparato respiratorio
  5. 24.000 per traumatismi e avvelenamenti,
  6. 20.000 per tumori del seno e degli organi genitali femminili,
  7. 16.000 per polmoniti, bronchiti, influenza e altre malattie delle alte vie respiratorie,
  8. 14.000 per malattie infettive.

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Decessi 2020 per Covid-19

Le morti legate al Covid-19 possono essere quantificate per l’anno 2020 in almeno 78.000 casi: "Tenuto conto dell’andamento della seconda ondata è presumibile che i decessi dichiarati dalla Protezione Civile raggiungano a fine anno non meno di 58.000 unità - spiega il Centro Studi Nebo che ha elaborato le statistiche - ipotizzando una decrescita dei decessi fino al 31 dicembre in misura speculare alla crescita osservata fino ai massimi di metà novembre".

Per la primavera 2020 si stima quindi una supermortalità dell’ordine dei 20.000 casi, oltre i decessi dichiarati dalla Protezione Civile. Il numero di morti legate a Covid-19 si attesterebbe quindi su valori più alti delle principali cause di morte rilevate negli ultimi anni.

Come il Centro studi Nebo ha avuto già modo di sottolineare in precedenti studi, "la supermortalità rilevata può non essere addebitabile a Covid-19 come causa di morte diretta - spiegano i ricercatori -  tuttavia, l’evoluzione della mortalità del 2020 rispetto a quella degli anni precedenti impone di considerarla almeno come causa indiretta per il condizionamento indotto dalla pandemia sul ricorso ai servizi sanitari, sugli stili di vita e su altri determinanti di salute"

A fine ottobre 2020 è stato pubblicato uno studio realizzato congiuntamente da Istituto Superiore di Sanità e Istat nel quale è riportato che su oltre 5.300 schede di morte di persone decedute la scorsa primavera e risultate positive a SARS-CoV-2,  nell’88% dei casi Covid-19 è stata la causa del decesso: applicando tale risultato ai 58.000 decessi ipotizzati come rilevati dalla Protezione Civile per l’anno 2020, solo tra questi Covid risulterebbe la causa di morte in oltre 51.000 casi.

Età e morte per Covid

L’Istituto Superiore di Sanità pubblica periodicamente una sintesi dei dati della sorveglianza integrata Covid-19 nella quale, tra le altre statistiche, è riportata la distribuzione dei decessi per classi di età. Dall’ultimo aggiornamento, pubblicato il 22 novembre, si evince in particolare che:

  • il 14% dei morti Covid ha meno di 70 anni,
  • il 67% da 70 a 89 anni 
  • il 19% 90 anni o più.

Riflessioni

Al momento è comunque possibile osservare, grazie ai dati Istat, che il 2020 era iniziato con un sensibile calo della mortalità nel primo bimestre rispetto alla media del quinquennio precedente, con 9.000 casi in meno, passando a + 49.000 nei tre mesi successivi e registrando una flessione durante il periodo estivo, al termine del quale si è sviluppata la seconda ondata.

(Fonte Programmazione sanitaria)

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