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Il Covid non ferma il famoso locale “Timeout”: a febbraio apre a Bari un franchising con la business intelligence

A febbraio aprirà anche in Via Argiro nel centro della città di Bari. Così il Brand leader in città, con il suo format unico e originale nel panorama della ristorazione nazionale, rilancia investendo nell’innovazione tecnologica con un sistema avanzato di food management per monitorare i costi e ridurre gli sprechi, mantenere alti standard di qualità, assumere nuovo personale e organizzare lo sviluppo del progetto in franchising

In un periodo di grave difficoltà per tutto il settore della ristorazione, messo a dura prova dalle forti limitazioni disposte dal governo per fronteggiare l’emergenza sanitaria, per resistere è più che mai necessario inventarsi nuovi modelli di business oppure gestire in modo altamente manageriale il proprio esercizio, come fosse una grande azienda. Tanto da registrare utili anche in questo semi-lockdown e guardare con ottimismo al futuro, con una nuova apertura da febbraio.

E’ quello che è successo alla famosa Steakhouse Timeout di Via Fanelli a Bari che, come tutti, ha dovuto sostituire la consumazione al tavolo (400 posti a sedere per 1.200 mq di superficie) con asporto e servizio a domicilio in tutta la provincia, ma ha potuto contare su un sofisticato sistema di “business intelligence” per ottimizzare la produzione, ridurre i costi ed eliminare gli sprechi, permettendo ai dipendenti di gestire in autonomia il ristorante, lasciando alla proprietà la possibilità di monitorare da remoto ogni singola attività. Da questo modello di gestione efficiente e sostenibile, i soci del Timeout stanno pensando in futuro di lanciare un franchising con il proprio marchio.

Francesco De Bari, fondatore del Timeout, lavora nell’impresa edile di famiglia, così come gli altri cinque soci che svolgono differenti professioni: «Con la pandemia abbiamo compreso meglio le reali potenzialità della nostra gestione, che ci permette, nonostante tutto, di far fronte alle spese e tenere i conti in regola, tanto da pensare con fiducia al futuro e scommettere sulla sfida di un nuovo locale a Bari e magari presto a un franchising».

Ciò che è cambiato e che ha permesso al Timeout di affrontare con più serenità anche la crisi in corso è stato l’approccio disruptive, da semplici ristoratori a manager, con la consulenza strategica di un partner tecnologico, l’azienda informatica LORAN di Modugno, che ha realizzato per loro un software innovativo di food management, Cloud Eat, in grado di monitorare analiticamente e in tempo reale l’organizzazione delle ricette, la gestione delle scorte, gli ordini ai fornitori, la gestione dello staff, le prenotazioni e offrire una visione di tutti i reparti della propria attività, con costi e ricavi sempre tracciati.

«Il motore di business intelligence di questa piattaforma opera per combinare i flussi dei dati di ogni reparto e creare alert specifici all’utente connesso, – spiega il titolare Francesco De Bari – in modo da seguire, anche da remoto via app, ogni aspetto dell’attività, dalla grammatura dei prodotti nel menù alle portate non servite fino ai beni impiegati per la manutenzione e la pulizia del locale».

«Siamo orgogliosi di collaborare con un’altra realtà pugliese come la nostra e di aver contribuito al successo di questo storico locale barese – commenta Nicola Lorusso, IT Manager LORAN – offrendo una soluzione IT dedicata al food management, per gestire direttamente da smartphone o tablet tutta l’attività».

Un sistema di gestione ricco e facile da utilizzare, che produce report e statistiche in tempo reale e un conto economico dell’esercizio con un risparmio medio dei costi di circa il 20%. Risparmi che la proprietà ha deciso di reinvestire per l’apertura del secondo locale in via Argiro, dove saranno impiegati altri dipendenti.

Il pub dell’hamburger intelligence, tra i locali più frequentati della città durante gli eventi sportivi, si prepara ad accendere nuove insegne, ancora sotto il segno dell’algoritmo vincente.

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