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Da Bari ad Alizhou in Cina: per Leandro Fanfani, atleta del Cus Bari, arriva la qualificazione al campionato del mondo di Ironman 70.3

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di BariToday

Non esiste una gara facile e all'IronMan70.3 di Liuzhou una tempesta di vento e pioggia durante il nuoto degli age group ha creato forti correnti che lo hanno reso davvero arduo. Nella bici il vento e la pioggia ha fatto il resto, facendo cadere atleti come birilli. Questa qualificazione per il Campionato del Mondo di IronMan 70.3 è solo l’inizio, perché ad attendere Leandro Fanfani e il gruppo di atleti cussini di Triathlon è la prova completa che prevede 3.800 metri a nuoto, 180 chilometri in bicicletta e gli oltre 42 chilometri della maratona. Leandro Fanfani 41 enne ex stella del calcio dilettantistico pugliese, spiega “Sono un atleta del CUS Bari sia per quanto riguarda la sezione Triathlon, sia per quanto riguarda la sezione nuoto. Mi alleno al CUS perché il CUS mi permette di allenarmi in tutte le discipline ad eccezione della bici indoor, perché la bici necessita di uscire fuori da questo contesto, però io sfrutto tutte le potenzialità del CUS, un’eccellenza soprattutto al Sud. Dispone di pista d’atletica, di un programma nuoto con i master giornaliero molto performante quindi riesce a migliorare le tue prestazioni consentendoti di nuotare con nuotatori ed allenatori capaci. Io gareggio per il CUS Bari che ad oggi, soprattutto con la disciplina Triathlon, sta creando dei corsi sia dedicati ai bambini dedicati dai 10 anni in su, sia per gli adulti per chi volesse approcciare a questa disciplina che è un mondo molto interessante. Il CUS è all’avanguardia e attrezzato per offrire un servizio logistico e di programma interessante”. Leandro Fanfani, tu sei rientrato dalla Cina. Cosa è successo in Cina? «In Cina è successo quello che è successo in tutte le gare. La Cina è anzitutto una gara di mezzo Ironman. Significa che è una gara che parte con il nuoto, come tutte le discipline di triathlon, e si percorrono 1,9 km e di nuoto, per poi mettersi in bici per 90 km e dopo scendere dalla bici e correre 21 km. Sono andato in Cina perché avevo accompagnato un mio caro amico di Milano e siccome avevo fatto tante gare a livello europeo, mi è piaciuta l’idea di gareggiare a livello internazionale in questo circuito che si chiama Ironman. La gara si prospettava una gara bollente, clima torrido e molto umido, molto smog perché più o meno lì sei all’altezza della Thailandia, nella Cina interna. Invece è stata una giornata nella quale è successo l’inverosimile, con una tempesta tropicale. Sin dalle prime battute del nuoto, ci sono state correnti molto forti, pioggia incessante. Così anche nella frazione di bici dove non esiste la scia, esiste il no draft , è stato molto difficoltoso guidare la bici perché l’asfalto era tutto viscido e le condizioni ventose hanno limitato e creato non pochi problemi agli atleti. Io ho avuto la fortuna di arrivare 70° nella graduatoria assoluta. Per una regola che si chiama roll down che è una regola di rifiuto delle qualificazioni, delle slot di campionato del mondo, due atleti prima di me hanno rifiutato la slot o perché ce l’avevano già o perché non avevano questa ambizione, io ho avuto la fortuna di acquisire la slot per il campionato del mondo che si terrà in Sud Africa l’1 e 2 di settembre per la disciplina del mezzo Ironman”. È molto impegnativo questo tipo di allenamento? Tu nasci come calciatore, tutt’altra disciplina... “È una disciplina molto tecnica in quanto consta di tre discipline che sono il nuoto, la bici e la corsa. Ovviamente la difficoltà aumenta con il tipo di distanza che vai ad affrontare perché il Triathlon va dal Triathlon sprint che è una disciplina molto veloce e breve di 750 mt nuoto, 20 km bici e 5 km corsa, andando poi a quella più estrema, che affronto anche io e che affronterò anche per la terza volta in Svezia ad agosto, che è l’Ironman: consta della prima frazione di 3,8 km, della frazione di bici di 180 km e l’ultima di corsa sarebbero appunto 42 km”. È evidente che il CUS ti stima ed apprezza tantissimo. Tu ti senti un po’ la bandiera di questo Centro Sportivo Universitario in questa attività? “Io non mi sento assolutamente una bandiera perché come me ci sono tantissimi atleti di tutte le discipline meritevoli di stima. Il mio unico obiettivo è quello che mi sono prefisso sin da sempre, ma soprattutto in questa fase è quello di essere da esempio per i più giovani e quindi di cercare di trasmettere la mia passione e cercare che possa essere da esempio. Io non sono nessuno, io sono uno dei tanti”.

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