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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Sport

Emanuele Bux, dal Tia alle medaglie di nuoto Master

Per l’atleta del CUS Bari arriva la rinascita sportiva nel Memorial Pinto

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di BariToday

L'attacco ischemico transitorio di due anni fa non gli ha impedito di tornare in vasca e vincere. Emanuele Bux, 55enne nuotatore del CUS Bari, si è rituffato in acqua e nella prima giornata del 6° Trofeo "Paolo Pinto" ha percorso in 36 secondi i 50 metri delfino, lasciandosi alle spalle gli altri atleti della categoria Master.

Una vittoria, la prima della sua nuova vita, bissata nella giornata successiva di gare, che vede Bux mettersi al collo prima la medaglia d'argento nei 50 stile libero, poi l'oro nella staffetta insieme agli amici di sempre, Starita, Lovascio ed Oliva. È lui il nuotatore dell'ultimo quarto e, quando lambisce il bordo della piscina, è primato italiano nella staffetta 4x100 mista maschile con il tempo di 05:11.55.

Applaudito dall'intera piscina coperta del Centro Universitario Sportivo barese, si batte il pugno sul petto Bux, in segno di esultanza: è di nuovo tempo di festeggiare, per esserci, prima ancora che per aver vinto.

È nato da bambino il suo amore per il nuoto. Bux gareggia per un decina d'anni al fianco proprio di Paolo Pinto fino ai primi anni 80, per poi dedicarsi alla pallanuoto, e tornare alle competizioni natatorie dal 2007 al 2012. Due anni fa l'attacco ischemico che lo tiene lontano dal bordo vasca per circa un paio di mesi. Giusto il tempo di riprendersi, che Bux torna in acqua per allenarsi e disputare poi in casa, nello scorso weekend, le prime gare più che memorabili.

Coincidenza vuole che proprio nelle stesse ore, in Arizona, il suo idolo Michael Phelps vinca i 100 stile libero. Stavolta però, la vittoria più grande è la sua: con il cavalluccio marino del CUS Bari sul petto è Bux infatti ad avere più motivi per festeggiare una vittoria dal sapore doppiamente dolce. Quello sportivo, che lo restituisce al suo "ambiente naturale", ma soprattutto quello della vita, che torna a sorridergli e a mostrargli il lato più bello: l'abbraccio emozionato degli amici e dei propri cari, la gioia di essere tornato a fare ciò che ha nel sangue.

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