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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Sogliano: "Siamo arrivati cotti alla fine. Il prossimo tecnico? Dovrà avere le idee chiare"

Il direttore sportivo biancorosso è intervenuto per fare il punto sul futuro della squadra dopo la deludente annata appena conclusa

L'epilogo della stagione del Bari è stato una delusione per i tanti tifosi che sognavano un'annata da protagonisti. La squadra allenata prima da Stellone e poi da Colantuono, ha stentato per gran parte del campionato e alla fine si è ritrovata persino fuori dal novero dei club qualificati ai play-off. 

Uno scenario che porterà inevitabilmente all'ennesima rivoluzione dal punto di vista dell'organico e dello staff tecnico. Colantuono e la società hanno già reso nota l'interruzione del proprio rapporto e anche la squadra, nonostante i 19 calciatori di proprietà dovrà essere quasi completamente ripensata.

Il primo anno di Giancaspro alla guida di una società di calcio non resterà nella storia ma di certo è stato utile per imparare dai propri errori. La conferma è arrivata da parte del direttore sportivo Sean Sogliano intervenuto questa mattina in conferenza stampa per analizzare il campionato concluso e parlare delle prossime mosse dei galletti.

RESPONSABILITA' - La prima tematica trattata, forse anche per via dell'evasività di Colantuono nelle settimane decisive, è stata quella relativa alle responsabilità del fallimento dell'obiettivo stagionale. "Nessuno si è assunto la responsabilità? Non sarei così drastico - ha esordito Sogliano -. In fondo non è morto nessuno. Se vi ricordate bene io ci ho sempre messo la faccia. Ho rilasciato interviste soltanto dopo le sconfitte. Nel calcio quando si vince si vince in tanti, quando si perde lo si fa in pochi. Sono qui per prendermi le mie colpe, è un voler essere obiettivi sulla stagione che abbiamo fatto, sui nostri programmi. il Bari quest'anno ha provato a fare un campionato di vertice. Non c'è una squadra che non ci provi, infatti in Serie B chiunque può vincere. Ci abbiamo provato, alla rinfusa, di rincorsa, ma ci abbiamo provato. Ogni stagione un club deve avere un obiettivo. Quando le cose vanno bene il merito è di tutti, così anche quando vanno male. Resto qui non per il contratto, il mio passato lo prova. Sono sempre andato via quando non sono stato nelle condizioni di lavorare autonomamente. Rimango perché ho voglia di lavorare qui e perché me l'ha chiesto il presidente. Non resto perché ho un contratto."

COLANTUONO E STELLONE - Il primo errore da non ripetere è quello di non scegliere un allenatore su cui non vi sia accordo tra società e ds, come accaduto con Stellone all'inizio dello scorso campionato. Una circostanza che ha condizionato tutto il resto della stagione. E se con l'ex tecnico del Frosinone sono volati stracci (per mezzo di interviste ndr) qualcuno mormorava che anche il rapporto con Colantuono non fosse dei migliori. Un'ipotesi smentita dallo stesso ds: "Non abbiamo avuto problemi - ha precisato -. ho cercato di aiutarlo in tutto e per tutto. Nella fase finale del campionato non è andato bene, ma non ci sono stati problemi tra me e lui. Su Stellone? Mi ritengo una persona con tanti difetti ma sono a posto con la coscienza, io parlo in faccia, non una sala stampa. Una cosa giusta l'ha detta: abbiamo una mentalità completamente diversa. Lavoro per la mia squadra dal mattino alla sera. Se ho fatto degli errori per il Bari li ho fatti sicuramente in buona fede."

RIMPIANTI - A bocce ferme è più semplice analizzare cosa è andato storto, cosa poteva essere fatto meglio. "Il calcio è semplice, un calciatore che prendi e pensi possa far bene e viene qua e ha un rendimento inferiore a quello che ti auguri può capitare. A volte non si spiega il perché - ha spiegato Sogliano, lasciando intuire che qualche elemento abbia reso sotto le aspettative -. Ci sono calciatori che possono fare di più, alcuni che si sono rivelati non adatti alla categoria o a questo ambiente. Sicuramente qualcuno non è riuscito a reagire nel modo giusto al momento negativo. Ci si aspetta tanto da chi è più maturo, c'è chi reagisce bene e a chi invece rimane dentro e va in paura. Parliamo di esseri umani. Non è detto che il trentenne abbia l'armatura per sentirsi intoccabile. Abbiamo giocato con molti ragazzi, tanti '93, '95. In questi giorni sto vedendo molti allenamenti dei '99, dei 2000, mi piace tantissimo. La B è un campionato in cui i giovani bravi che vengono da una primavera, trovano spazio. Se guardi la classifica marcatori però non ce n'è uno sotto i 30 anni. E' una categoria strana, tutti vogliamo i giovani ma con loro ci sta perdere. Non so se mi conoscete bene, non sono contento quando vinciamo, voglio sempre migliorare qualcosa. A volte questo atteggiamento mi porta anche a sbagliare. Se sono rimasto è perché voglio far bene. Rivendico la mia serietà professionale, ho fatto la mia carriera basandola su questo. Le critiche danno fastidio ma fin quando sono fatte con serietà mi stimolano.

ALLENATORE E PROGETTO TECNICO - Uno degli argomenti principali della conferenza, ad ogni modo, è stato l'ingaggio del nuovo tecnico. Una scelta chiave, dalla quale in embrione, derivano gran parte delle sorti stagionali di una squadra. "Io vorrei averlo già oggi - ha affermato l'ex ds di Verona e Carpi - ma non dobbiamo avere fretta nella scelta. Vorrei trovare un allenatore con le idee chiare. Vorrei un tecnico che sappia entusiasmare i tifosi. Bisogna trovare qualcuno che dia una mentalità all'ambiente, che possa far divertire i baresi, farli tornare allo stadio. Disputare un campionato dove, a parte le tre retrocesse (favorite per il famoso paracadute dalla Serie A ndr) si gioca ad armi pari con tutti. Vogliamo creare una squadra che non illuda ma che giochi tutte le gare con la voglia di rappresentare questi colori fino all'ultimo istante. Senza andare in difficoltà, senza subire l'ambiente, che giochi con spensieratezza."

LE PROSSIME MOSSE - Sogliano è convinto che il club di Giancaspro possa e debba ancora perferzionarsi. "Dal punto di vista societario la nostra è una realtà nuova, deve crescere sotto tanti aspetti. E' un percorso difficile e lungo, coinvolge anche la mentalità, ma c'è voglia di far bene. Solo il lavoro porta alla crescita." Mi piacerebbe trovare un tecnico che dia gioco e mentalità alla squadra a prescindere dai singoli. Vorrei chi possiede caratteristiche propositive, la gente a Bari ama il calcio divertente. Vorrei un profilo che ha voglia di venire qui, costruire qualcosa. Per ciò che concerne i giocatori, le scelte saranno fatte in base all'allenatore. Si deciderà chi tenere e chi no. Oggi nel calcio piazzare i calciatori è la cosa più difficile ma comunque si tratta di atleti che hanno mercato, quindi non ci saranno troppe difficoltà. Diverso è se qualcuno si oppone. Il budget? Parleremo col presidente ma non mi lamento. A parte le retrocesse, tutti devono stare nei propri limiti. Quest'anno non abbiamo fatto una stagione finanziariamente spericolata. Chi è arrivato lo ha fatto all'interno del budget. Vi porto l'esempio di Floro Flores: prestito gratuito con riscatto obbligatorio solo in caso di A. Gran parte dell'ingaggio lo ha pagato il Chievo. Il mercato offre anche operazioni di questo tipo. Poi se dobbiamo andare a prendere un calciatore da 3-4 milioni di euro è impossibile. Sono convinto ci sia possibilità di fare una squadra che possa giocarsela con tutti, specie se si segue un filo logico con l'allenatore. Siamo ancora in una fase iniziale, non voglio sbilanciarmi. Voglio una persona con le idee chiare ma non posso dire giovane o no. Non sarebbe serio. Oggi la situazione è questa." 

LA SERIE A NON DEV'ESSERE UN'OSSESSIONE - In molti tra i tifosi hanno chiesto l'allontanamento del ds poco convinti dalle sue strategie, Sogliano tuttavia ha le spalle larghe ed è abituato ad assumersi la responsabilità. "Per quanto riguarda le aspettative della gente su di me, questo è il mio ruolo. Se avessi voluto una posizione più defilata sarei andato altrove. Vorrei solo una critica onesta. Se si ragiona soltanto valutando se si è arrivati in Serie A, senza tener conto delle difficoltà, non c'è obiettività. Questa pressione di salire sarebbe giustificata solo se la retrocessione fosse recente. Il Bari è una società che è da 9 anni in cadetteria, ci siamo infognati nelle logiche di questo campionato che può essere vinto da chiunque. Se noi partiamo oggi, fissando come unico obiettivo la A facciamo un errore clamoroso. Possiamo promettere voglia di lavorare, di fare il massimo per questi colori, a costo di partire a fari spenti. Dobbiamo essere sinceri, poi state tranquilli che giocheremo alla morte. Ma non posso promettere la Serie A." 

LE CAUSE DEL CROLLO - Tra i maggiori interrogativi di chi ha seguito il campionato dei galletti c'è cosa sia successo ad un certo punto della stagione (dalla sconfitta di Trapani in poi ndr) tanto da determinare il crollo verticale delle prestazioni biancorosse. "E' difficile trovare una risposta - ha dichiarato Sogliano - altrimenti saremmo intervenuti per cambiare la situazione. Io non lo nego. Fino a due mesi dalla fine potevamo stare nelle prime otto. E' ciò che mi rattrista di più. Siamo stati troppo brutti per essere veri. A livello nervoso abbiamo speso tanto, siamo arrivati cotti alla fine." 

SU QUALI CALCIATORI PUNTARE - La stagione conclusa determinerà, come già detto in precedenza, un'ennesima ristrutturazione dell'organico ma dopo un campionato così deludente è veramente difficile comprendere chi possa meritare una riconferma e chi invece debba andar via. "Le scelte dei calciatori verranno fatte a prescindere. Brienza lo vorrebbe chiunque. Anche chi non è andato bene quest'anno, se ha caratteristiche gradite al tecnico che verrà, è giusto dargli un'altra possibilità. Altri verranno ceduti o messi in partenza". 

STRATEGIE SOCIETARIE - Sogliano ha voluto trasmettere anche un messaggio all'ambiente barese, ossia quello di lasciar lavorare la società. Troppo spesso, infatti, l'umore della piazza ha condizionato le scelte dirigenziali. "Dobbiamo essere onesti - ha detto il ds piemontese -: se una società cambia qualcosa in qualsiasi area, non si può avere il partito pro e contro. La scorsa estate cercavamo un campo, non perché non vada bene prepararsi all'antistadio davanti ai tifosi, ma mentalmente ci sono dei periodi in cui la squadra ha bisogno di stare in una situazione diversa. Appena ho visto un campo, subito siamo stati tacciati di voler allontanare la squadra dal tifo. In questo modo si bloccano le iniziative, tutto rimane uguale. Se uno fa cavolate è giusto ammetterlo, sarebbe una cosa fatta per migliorare. Questo è un esempio, dobbiamo cambiare sotto questo aspetto, a costo di avere situazioni non gradite a tutti."

VINCERE A BARI E' DIFFICILE MA PIU' BELLO - Gli ostacoli, dunque, non sono solo di natura tecnica o ascrivibili alla sfortuna (vedi le tante defezioni che hanno condizionato il campionato del Bari) ma anche di natura ambientale. "Sicuramente per un allenatore Bari è un banco di prova importante. Qua è ancora forte il ricordo di Conte e Ventura, due grandi allenatori con cui è difficile fare un raffronto. Uno allena il Chelsea, l'altro la Nazionale. E' difficile per chiunque. Le aspettative sono tante, sicuramente è più difficile vincere qui che altrove. Però è più bello. E lo stesso deve valere per i calciatori. Qui c'è un passato che torna sempre. Io ho giocato nel Torino, ricordo che c'erano i cori per i calciatori del passato, qui è uguale, come a Verona. Fanno ancora i cori a chi ha vinto lo Scudetto. Se vedi quante interviste fanno gli ex calciatori del Bari, siamo sempre sotto giudizio. Venire qui è una scelta. Sono deluso dall'atteggiamento, non mi è mai capitato di vedere un momento così lungo in cui la squadra non è riuscita a reagire. Non ci sono stati problemi tra allenatore e squadra, se qualcosa c'è stato è avvenuto involontariamente​

GIOVANILI - A conclusione della conferenza, il direttore sportivo ha parlato anche del settore giovanile con particolare riferimento alle figure di Urbano (tecnico della Primavera) e Cotta (responsabile del settore giovanile). "Ieri ho parlato con Corrado Urbano, l'ho ringraziato. Non sarà più lui il tecnico della Primavera. Ha voglia di misurarsi in prima squadra. Fossi in una squadra di Lega Pro lo prenderei. Nella mia testa ci sarà una persona che possa venire a fare il responsabile del settore giovanile. Cotta ha fatto un lavoro importante, è una persona seria, non andrà via, avrà un altro ruolo". 

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