rotate-mobile
Sport

Bari calcio, Vivarini si presenta: "C'è tanto da lavorare. Poche chiacchiere e testa bassa"

Idee chiare per il nuovo tecnico: "Dobbiamo crescere nel possesso palla e fare il salto di qualità dal punto di vista mentale". De Laurentiis su Cornacchini: "Dispiace ma è la legge del calcio"

Il derby pareggiato al San Nicola contro il Monopoli ha segnato l'esordio sulla panchina del Bari di Vincenzo Vivarini. L'allenatore originario di Ari, in provincia di Chieti, ha debuttato alla guida dei galletti dopo aver raccolto l'eredità di Giovanni Cornacchini, esonerato in seguito alla brutta partenza in campionato.

In mattinata il nuovo tecnico dei biancorossi è stato presentato alla stampa dal presidente Luigi De Laurentiis: "Sono contento di poter presentare il nostro nuovo mister - ha detto -. Abbiamo avuto pochissimo tempo per conoscerci e parlarci. Ieri c'è stato un primo risultato, dopo 24 ore era impossibile cambiare un corso iniziato con delle difficoltà. Il mister ora studierà qualsiasi aspetto della squadra e lavorerà duro per ottenere risultati già nelle prossime partite".

Conoscere l'ambiente e lavorare sui dettagli

Subito dopo ha preso la parola Vivarini: "Sono arrivato soltanto l'altro ieri sera, di conseguenza la prima cosa da fare è conoscere tutto ciò che mi gira intorno. Penso che in una squadra di calcio siano importanti i particolari. Conoscersi, prendere in mano la situazione. Ieri ho potuto fare una partita dove ho potuto vedere e valutare dei giocatori. Ho preso atto dei valori e delle difficoltà che possono avere. Ora c'è tantissimo da lavorare, poche chiacchiere, testa bassa. In questo momento conta moltissimo rimanere in una buona posizione di classifica, non possiamo perdere altri punti. Dovremo avere tempo per avere una squadra con equilibrio, che sia solida e bella da vedere e abbia facilità di fare risultato".

Dato l'inizio in salita per il Bari che ha lasciato per strada già tanti punti, in molti si chiedono quanto impiegherà il nuovo staff tecnico a imporre le proprie idee: "In questo momento me lo chiedo anche io perché mi interessa affrettare i tempi. Dobbiamo essere subito competitivi. Dipenderà molto dalla disponibilità dei giocatori, dell'ambiente, è importante che ognuno venga indirizzato ad esprimere al meglio le proprie potenzialità".

Cosa va e cosa non va al momento

Un allenamento e 90 minuti di partita non sono sicuramente sufficienti per impostare un programma di lavoro, ad ogni modo, almeno in fase preliminare sono serviti a Vivarini per farsi una prima idea sugli aspetti da migliorare: "Ieri ho visto una squadra che ha voglia di crescere e di apprendere. Trovo sia un buon segnale. Non ho potuto lavorare, sono riuscito a dire loro soltanto alcuni concetti basilari ma semplici. Non potevo martellare appena arrivato. Inizialmente ho visto un atteggiamento giusto, abbiamo avuto in mano la partita per una mezz'ora. Avevamo il baricentro alto, in fase di non possesso c'è stato molto disordine, però la voglia di fare c'era. Bisogna migliorare il palleggio, avere le idee più chiare in fase di possesso palla. Dobbiamo crescere sotto il profilo della mentalità, dobbiamo imporre il nostro gioco su ogni campo. Dobbiamo essere noi a decidere. Non mi è piaciuto dopo aver subito il goal che la squadra abbia lavorato troppo individualmente, di conseguenza ci siamo allungati".

Bari e Vivarini insieme per il riscatto

Il Bari e Vivarini hanno qualcosa in comune: entrambi forse hanno raccolto meno di quanto non meritassero negli ultimni anni. Questo nuovo binomio potrebbe rilanciare le ambizioni del club e del tecnico: "Ritengo di aver fatto tanta gavetta. In questi ultimi quattro anni mi hanno tolto tanto in base al lavoro che ho fatto. Lo stesso programma del Bari ce l'ho io. Una piazza migliore di questa per me non poteva esserci. Spero che insieme riusciremo a raggiungere i rispettivi obiettivi. Per quanto riguarda l'assetto, stravolgere il tutto sarebbe stato eccessivo. Ora c'è un'analisi da fare, molto attenta. Dobbiamo essere bravi ad avere logica per sfruttare al massimo le caratteristiche individuale dei giocatori. Abbiamo tanti esterni d'attacco che col 3-5-2 vengono sfruttati poco, ma al tempo stesso abbiamo altre lacune, per cui devo lavorare tanto".

Gli aspetti su cui lavorare

Il nuovo allenatore eredita una situazione non facile con tutte le problematiche del caso: "Vorrei salutare chi mi ha preceduto, mister Cornacchini. Quando si subentra si trovano inevitabilmente delle difficoltà, ora bisogna risolverle. Lo avevo messo in preventivo. La squadra non è contenta di ciò che esprime in campo, anche in base ai valori che possiedono. Ora bisogna parlare poco, essere intelligenti e svegli a trovare le soluzioni. La squadra ha valore, la tifoseria deve stare tranquilla, dobbiamo trovare l'equilibrio giusto". Vìvarini grossomodo sa già dove bisognerà intervenire: "In mente ho dei concetti ben definiti dai quali non prescindo. Il modulo lo fanno le caratteristiche dei giocatori. Lavorare in fase di possesso per avere giocate coordinate, le transizioni, sono cose che i ragazzi devono capire. Dobbiamo avere la capacità di fare spettacolo, questo avviene quando hai il possesso del pallone. Ci vogliono idee chiare, velocità. Ieri eravamo prevedibili, abbiamo creato poco, ci vuole maggiore rapidità. A me piace molto giocare la palla, il modulo lo fanno le caratteristiche dei giocatori. Dobbiamo vedere quali sono le caratteristiche che abbiamo".

Sarà molto importante restituire serenità al gruppo e lavorare sull'aspetto mentale e motivazionale: "In questo momento non voglio lasciare nulla al caso, stare sempre vicino ai ragazzi e dargli delle idee. Proporgli temi da svolgere in campo. Per questo ci vuole lavoro e studio. Sarò qui con lo staff per curare i particolari. Nel calcio non puoi razionalizzare tutto, c'è sempre l'imponderabile ma se studi e curi i particolari puoi avere dei vantaggi. La mentalità è la cosa più importante. Prima già l'ho accennato. A Bari col Latina o con l'Empoli siamo venuti a giocarcela. Nello sport vince chi è più forte, bisogna tirare fuori i valori, non speculare. Ieri la squadra era un po' impaurita, col freno a mano tirato. Bisogna spingere, avere aggressività. In questo campionato si lavora tanto sulle seconde palle, le palle sporche, il Bari non deve lasciarle agli avversari. Molte volte prendi goal ma se sei sicuro di te puoi ribaltare la partita, se sei impaurito e spento si fa fatica in tutte le occasioni. Subentrare è stato strano ma già da oggi vedo che i ragazzi mi hanno accolto nel modo giusto e ci sono i presupposti per entrare nelle loro teste",

Lavorare su aspetti specifici

Vivarini dà l'idea di essere un tecnico che non vuole lasciare nulla al caso e preannuncia di voler lavorare specificamente con alcuni calciatori per migliorare il loro rendimento. Uno di questi è Mirco Antenucci, ritentuto il top player di questa formazione, che per ora ha segnato soltanto su rigore: "Mirco lo conosco da tanto, l'ho allenato nel settore giovanile del Giulianova, era già in prima squadra. Ritrovarlo mi ha fatto piacere. Lui ha bisogno di un lavoro vicino con un compagno di reparto che gli apra gli spazi e sia bravo a dialogare con lui. Ieri ho scelto in questo senso (D'Ursi ndr), ma è chiaro che lui può giocare in qualsiasi situazione, con una prima punta, due esterni. Ha qualità. Ieri l'ho visto troppo fermo, deve muoversi in sincronia coi compagni, tengo tanto al lavoro degli attaccanti. Sono maniacale, c'è da lavorare con lui per arrivare agli automatismi che ti portano a far bene ma per la Lega Pro ha assoluta qualità. A centrocampo come soluzione ci sono Schiavone e Bianco".

Sulle difficoltà palesate dalla difesa, poi ha aggiunto: "La difesa è partita bene, il centrocampo ha fatto un buon filtro. Poi nel momento in cui ci siamo allungati sono andati in difficoltà, ma è tutto il blocco squadra che deve lavorare per metterli in condizione di far bene, Non voglio mettere in evidenza i problemi, bisogna essere propositivi. Per ciò che concerne la velocità, mi riferisco soprattutto alle idee, se le giocate sono chiare la palla viaggia velocemente, se bisogna stare a pensarci si diventa prevedibili. Per quanto riguarda la condizione atletica, ho visto i dati che abbiamo, questa squadra corre tanto in lungo, ci vuole intensità, dobbiamo lavorare in spazi più ristretti ma con maggiore aggressività".

LDL ringrazia Cornacchini

Durante la conferenza c'è stato spazio anche per il commiato pubblico del presidente Luigi De Laurentiis a Cornacchini, con il numero uno biancorosso che ha spiegato i motivi dell'esonero: "È stata una scelta presa all'ultimo minuto, nonostante fosse già da una settimana che pensavamo a qualche nome. Abbiamo deciso di operare subito pensando alla squadra. Non è la piazza a determinare la conduzione aziendale, ci sono professionisti che sanno come muoversi. Abbiamo scelto Vivarini perché è molto competente sotto l'aspetto tattico. Pensiamo possa essere la giusta guida per una squadra con il talento del Bari. Come società valutiamo anche gli aspetti umani e caratteriali di staff e giocatori. Mister Vivarini aveva queste qualità. Vedremo come se la caverà".

Questo è stato il primo vero momento di difficoltà della gestione De Laurentiis a Bari: "Se c'è delusione? In parte perché ci abbiamo messo cuore e anima, questo è un gruppo di lavoro che ha onestà intellettuale. Non trovare la quadra è fastidioso. La Serie C è un campionato difficile, forse è un bene aver trovato queste difficoltà all'inizio per correggere il tiro. Sono cose che fanno crescere. Vivo con ancora maggiore passione ogni singola partita. Mi sentirò quotidianamente col mister. Anche ieri non vedevo l'ora inizasse la partita per valutare tutto. Mi auguro di uscire dal guado iniziale e trovare un percorso positivo".

Poi il saluto al tecnico della promozione dalla D alla C: "Voglio ringraziare mister Cornacchini. Insieme abbiamo conquistato un campionato non facile, sono problematiche che ci sono nel mondo del calcio. La prima esperienza di cambio allenatore, non è semplice, inizi un'avventura con una persona e la concludi con un altra. Fa parte della legge del calcio, a un certo punto un responsabile ci deve essere. Era la decisione da prendere per dare un segnale alla squadra e trovare un nuovo sistema di gioco. Visti i problemi era necessario trovare un nuovo assetto. Dispiace dopo aver fatto un percorso professionale e umano di tutto rispetto, è una persona per bene. Ci siamo sentiti telefonicamente, ci siamo lasciati con stima e affetto. Per me è importante".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Bari calcio, Vivarini si presenta: "C'è tanto da lavorare. Poche chiacchiere e testa bassa"

BariToday è in caricamento