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Altamura: sesto arresto per l'omicidio del boss Dambrosio

In manette un 24enne. Avrebbe fatto parte del gruppo di fuoco che il 6 settembre scorso assassinò il boss di Altamura, Bartolomeo Dambrosio. Secondo gli investigatori avrebbe custodito le armi per il delitto

Si chiude il cerchio sull'omicidio del boss Barlomeo Dambrosio, assassinato nelle campagne di Altamura il 6 settembre scorso. I carabinieri hanno arrestato questa mattina Francesco Maino, 24 anni, incensurato di Altamura, per concorso in omicidio volontario. Maino sarebbe stato il sesto componente del gruppo di fuoco che eseguì la sentenza di morte del boss altamurano.In particolare il 24enne avrebbe custodito e portato le armi utilizzate per il delitto. Oltre alla prove raccolte dali investigatori in questi mesi di indagini, a confermare il presunto coinvolgimento di Maino sarebbero anche le dichiarazioni di un pentito considerato attendibile e numerose intercettazioni.

L’omicidio di Dambrosio maturò all’interno della guerra di mala fra i due clan rivali, Dambrosio e Loiudice, che si contendevano  il controllo della cittadina murgiana. Negli ultimi anni, però, il boss ucciso “si era impossessato del territorio” (così come risulta da un’intercettazione ambientale disposta durante l’inchiesta) a danno dei Loiudice, i quali per questo motivo avevano deciso di ucciderlo.

La mattina del 6 settembre dello scorso anno, il commando si appostò sulla Murgia barese e attese che il boss di Altamura, Bartolomeo Dambrosio, compisse il giro di boa del suo quotidiano allenamento (20 chilometri di corsa).  Il tentativo di fuga non servì a portarlo lontano, dopo pochi metri Dambrosio, raggiunto da oltre 30 colpi sparati da un fucile a pompa e una pistola mitragliatrice modello Skorpion in diverse parti del corpo, si accasciò al suolo. A quel punto i killer per suggellare “l’omicidio di mafia” gli spararono anche un colpo alla testa.

Il coinvolgimento dei fratelli Michele e Alberto Loiudice, arrestati pochi giorni dopo l'omicidio, è per gli investigatori il chiaro segnale che l’omicidio Dambrosio è maturato proprio all’interno della loro famiglia per volontà del padre, il boss Giovanni Loiudice, di 48 anni, catturato il giorno della vigilia di Natale dello scorso anno, in un appartamento in pieno centro cittadino, a due passi dal mercato giornaliero, al termine di una latitanza maturata subito dopo il delitto del 6 settembre e ritenuto il mandante dell’omicidio.

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