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Il pane DOP di Altamura: tra crisi e possibili scenari da scoprire

Giuseppe Barile e Luigi Picerno intervistati a Zumm. Raccontano del riconoscimento europeo di cui gode la cittadina pugliese, tra conflitti e nuovi traguardi da superare

"La DOP è territorio, garanzia e qualità". Questa è una delle dichiarazioni che Giuseppe Barile, presidente del Consorzio Pane Dop di Altamura, ha fatto davanti alle telecamere di Zumm una trasmissione di TeleradioAppula. Le domande poste dal conduttore Antonio Ferrante hanno aiutato a ricostruire i problemi, le incertezze, che purtroppo stanno dietro a questo marchio. Lo stesso Barile racconta come sia stato difficile il conseguimento di un tale riconoscimento europeo, e di come, nonostante tutto non riesce ad essere un motivo di svolta per l'economia altamurana. Le ripercussioni, come egli stesso ammette, sarebbero molto più propagate: il beneficio sarebbe probabilmente di tutto il territorio della murgia. Ma cosi non è. Con i brevi interventi, dell'altro ospite in studio Luigi Picerno (panificatore, 46 anni) vengono spiegate le difficoltà fronteggiate dal Consorzio. I due panificatori raccontano di diversi fattori: la concorrenza che si fanno tra loro gli stessi addetti ai lavori;la mancanza di un sostegno da parte delle istituzioni sia in una politica di informazione sia di investimenti nella filiera; lo smarrimento indotto dalla stessa crisi che spinge a produrre piuttosto un prodotto di scarsa qualità ma che si piazza facilmente sul mercato. L'augurio del Presidente Barile è che si possa davvero cominciare a credere e ad investire nella DOP di un prodotto che in quanto a genuinità non ha concorrenti. Scaldandosi, chiosa: "è per il futuro dei nostri figli, e soprattutto per i nostri bambini".

L'INTERVISTA. Conduttore: Ci dica in breve presidente come è nato questo consorzio, quali sono stati i traguardi raggiunti e quali i prossimi progetti
Presidente Barile: il consorzio è nato nel 1979 per una stretta necessità della categoria. Il pane di Altamura, come è noto, era ed è oggetto di continue imitazioni;questa è stata la prima delle cause che ci ha spinti a stare uniti in un consorzio.
Conduttore: quando è arrivato il tanto agognato riconiscimento europeo della DOP?
Presidente Barile: Solo nel 2003; ma abbiamo fatto davvero tanto considerando che anche all'interno della categoria c'era molta sfiducia nel progetto. Ciò è comprensibile se consideriamo il quasi totale disinteresse da parte dei nostri rappresentanti in Parlamento. Se c'è qualcuno che devo ringraziare sono proprio i miei colleghi panificatori, soprattutto quelli che da subito sostennero questa causa affichè arrivasse questa denominazione che avvrebbe portato poi a conoscere il nostro prodotto, in tutto il mondo.

Conduttore: A riguardo del consorzio ci sono molti pareri contrastanti, sia tra gli addetti ai lavori sia tra i cittadini. Come mai? E soprattutto perchè ci sono così pochi panificatori consorziati, forse motivo principale di questi pareri divergenti?
P. Barile:  Questa è la domanda che onestamente mi da modo di sfogarmi e di andare al nocciolo della questione.  Mi rammarica tanto sapere che molti panificatori non credono nel lavoro che è stato fatto fino ad ora;  proprio nel mio personale contributo. E si tratta di un riconoscimento importante, unico in Europa. La verità è che Altamura commercialmente è distrutta perchè c'è una concorrenza spietata; anzi, una concorrenza tra poveri mi permetto di dire.
Stiamo assistendo ad uno scempio, perchè addirittura c'è qualche panificatore che sta svendendo il pane mettendolo a 1 euro alla vendita. Non fa bene alla salute-ironizza Barile- nè ai panificatori e nemmeno ai consumatori. Questi ultimi infatti si chiedono come sia possibile un costo così irrisorio ed inevitabilmente si interroga sulla qualità delle materie prime usate.

Conduttore:  infatti è questo che spesso ci chiediamo. Si può vendere un kilo di pane a 1 euro? Come viene realizzato per raggiungere un così basso costo? Qual'è il margine di guadagno, se esiste, di un panificatore?
Luigi Picerno:  ovviamente la prima cosa che si fa è la ricerca di materie prime di più scarsa qualità.
Conduttore:  Presidente Barile lei con il suo panificio, riuscirebbe mai a vendere il pane a un euro?
P. Barile: assolutamente no. E'un'offesa alla categoria, ai lavoratori e al consumatore stesso. Una parte della colpa è anche delle stesse istituzioni che non fanno veicolare la giusta informazione. Oggi tanta gente non sa. Se ci guardiamo intorno vediamo un aumento impressionante della celiachia, dovuta proprio ad una cattiva alimentazione. Precisamente l'ingerimento di amidi derivati da frumenti geneticamente modificati.I frumenti esteri per esempio, che non danno alcuna garanzia di rintraccibilità. Non sono assolutamente paragonabili alla sicurezza in grado di offrire il frumento coltivato sul nostro territorio. Questo deve sapere la gente; e le istituzioni hanno il dovere di informare e di aiutarci in questa missione. Il consorzio non ha abbastanza fondi per servirsi di reti di divulgazione nazionali. La mancanza di informazione al sud spiega infatti il successo del nostro prodotto al nord Italia dove invece è presente un'altro livello culturale.
Conduttore: Ripeto la domanda. Allora perchè sono così pochi i consorziati?
P. Barile: ho già detto; la concorrenza è spietata, siamo ormai 40 aziende a spartirci la fetta.

Conduttore: quindi molti panificatori non hanno interesse ad entrare?
P. Barile: non possono entare! Per farne parte bisogna produrre qualità, ciò che loro non fanno. I panificatori sono piuttosto alla ricerca di un prodotto di bassa qualità ma più vendibile. La DOP non significa sommessi guadagni; significa primaditutto territorio, garanzie e qualità soprattutto se pensiamo ai nostri bambini. Oggi c'è tanta disoccupazione e io mi chiedo perchè le istituzioni non investono nella nostra filiera che potrebbe davvero dare una svolta.



 

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