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Sabato, 27 Aprile 2024

Ambulante vittima di usura ed estorsione, due arresti: gli incontri al mercato per la consegna della 'rata'

Le indagini avviate dalla Squadra mobile dopo un esposto anonimo: secondo gli investigatori i due avrebbero costretto la vittima a versare per 11 anni somme di denaro per ripagare un prestito e anche per 'riacquistare' la sua stessa bancarella. Nelle immagini diffuse dalla polizia i momenti in cui i due si sarebbero presentati per prelevare i soldi

Dal piccolo prestito alla spirale di usura ed estorsioni, con la vittima - un ambulante operante nei mercati rionali baresi - che per 11 anni avrebbe continuato a pagare, arrivando a versare la somma di oltre 148mila euro e anche a dover cedere l'attività a fronte di un debito che negli anni si era 'trasformato', diventando sempre più pesante.

A far luce sulla vicenda, arrestando due persone con l'accusa, in concorso, di usura ed estorsione, sono stati gli agenti della Squadra mobile di Bari. In carcere sono finiti il 59enne Nicola Santoro, soprannominato 'Coyote', e il 44enne Giuseppe Intranò.

Secondo quanto accertato dagli investigatori, i due indagati, "forti della parentela con un noto pregiudicato locale", sarebbero riusciti nel tempo a imporre alla vittima pagamenti a tasso usurario, fino a impossessarsi della sua attività. Tutto sarebbe cominciato - hanno ricostruito gli investigatori - con un piccolo prestito, di circa settemila euro, che la vittima avrebbe ottenuto da Santoro nel 2010. Da lì si sarebbe innescata la spirale che, di fronte alle difficoltà dell'ambulante di restituire il denaro, avrebbe portato Santoro prima a subentrare come 'socio' nell'attività della vittima, poi ad impossessarsene del tutto, trasformando di fatto l'ambulante in un semplice 'dipendente', e riuscendo così aggirare - evidenziano gli investigatori - il meccanismo di controllo, da parte dell’Autorità Comunale, della licenza, della quale non avrebbe potuto altrimenti ottenere la titolarità.

Di fatto, secondo quanto emerso dalle indagini, il commerciante sarebbe stato costretto a versare una 'rata' fino a 700 euro al mese sia per restituire i prestiti ottenuti, con tassi fino al 120%, che per "riacquistare" la bancarella di cui Santoro si sarebbe appunto impossessato. Insieme alle misure cautelari, gli agenti hanno anche eseguito un provvedimento di sequestro preventivo pari a 148mila euro, emesso dal gip a carico di entrambi gli indagati su richiesta della Procura, corrispondente ai versamenti illecitamente incassati da due arrestati.

Gli accertamenti tecnici svolti dagli investigatori, anche con videoriprese, hanno permesso di documentare come i due arrestati - Santoro in prima persona o Intranò al suo posto - si recassero settimanalmente presso la bancarella della vittima - solitamente, secondo quanto emerso dalle indagini, al mercato settimanale del sabato a Poggiofranco - 'prelevando' parte dei profitti, frutto del lavoro settimanale dell’ambulante. 

Le indagini degli agenti della Squadra mobile sono partite nel marzo di quest'anno, in seguito ad un esposto anonimo arrivato in Questura, che segnalava episodi di usura ed estorsione ai danni di alcuni commercianti. Ha così preso avvio il lavoro degli investigatori della Squadra mobile di Bari, che tuttavia si è da subito scontrato con un clima di scarsa collaborazione da parte di potenziali vittime o testimoni dei fatti. Le "numerose persone" ascoltate dai poliziotti, sono state - sottolineano gli investigatori - "tutte restie a fornire informazioni sulle condotte criminali in atto, a riprova del clima d’intimidazione che ha caratterizzato tutta l’indagine". L'auspicio degli investigatori è che l'operazione odierna possa spingere altre possibili vittime a farsi avanti e a denunciare.

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