A Bari la rassegna di cinema e libri "Visioni e realtà Doc. Gli Sguardi, le Storie"
È cominciata a Bari VISIONI e REALTA’ Doc – GLI SGUARDI, LE STORIE, la rassegna di cinema e libri promossa dall’associazione Presìdi del Libro in collaborazione con la Città Metropolitana di Bari, ideata e curata dal critico cinematografico Oscar Iarussi, in due luoghi simbolo della città, il Cinema Abc e la Biblioteca Metropolitana “De Gemmis”, con 8 appuntamenti fino al 30 novembre.
Il programma della rassegna cinematografica “Gli Sguardi”, si sviluppa in sei proiezioni di documentari e film italiani, nel Cinema Abc (ore 19) dal 15 al 24 novembre, seguite da altrettanti incontri tra il regista del film e un critico cinematografico o un esperto delle tematiche trattate, e due incontri letterari durante i quali si parlerà di tre libri con i loro autori, nella Biblioteca Metropolitana “De Gemmis”.
I film, sotto il segno comune del reportage narrativo già al centro della attività dei Presìdi con il Premio “Alessandro Leogrande”, della ricostruzione storica, della ricerca letteraria e artistica, non sono mai stati proiettati a Bari, hanno partecipato a festival nazionali e internazionali, hanno ricevuto premi, e sono diretti da registi contemporanei di grande talento. Saranno a Bari con i loro film: Agostino Ferrente, Monica Repetto, Giuseppe Sansonna, che sarà con il grande fotografo Uliano Lucas protagonista del suo documentario, Alessandra Lancellotti, Roland Sejko, Ilaria Freccia.
I due incontri letterari, “Le Storie”, il 24 e il 30 novembre nella Biblioteca Metropolitana “De Gemmis” (complesso monumentale Santa Teresa dei Maschi, Strada Lamberti 3, ore 18) si iscrivono nella medesima cornice tematica o stilistica dei film prescelti, con i libri di Andrea Di Consoli, Giuseppe Lupo, Raffaele Nigro.
Ogni serata è a ingresso libero e gratuito con green pass obbligatorio.
VISIONI e REALTA’ Doc – GLI SGUARDI, LE STORIE è promosso da Presìdi del Libro, in collaborazione con Città Metropolitana di Bari-Biblioteca “De Gemmis”, insieme a Regione Puglia, AGIS di Puglia e Basilicata, SNCCI Sindacato Nazionale Critici Cinematografici – Gruppo Puglia “Vito Attolini”, WEHOBO srls. Sponsor: Immobiliare Arcadia – Bari.
PROGRAMMA
GLI SGUARDI - CINEMA ABC
Lunedì 15 novembre 2021 – ore 19:00
“Selfie” di Agostino Ferrente; Genere: Documentario; Anno: 2019; Paese: Italia, Francia; Durata: 78 minuti; Interpreti: Alessandro Antonelli, Pietro Orlando; Produzione: Arte France e Magneto
È un lungo "video-selfie" che diverte e commuove. Alessandro e Pietro hanno sedici anni e vivono nel Rione Traiano di Napoli, dove nell’estate del 2014 un loro coetaneo, Davide Bifolco, è morto colpito da un carabiniere che lo aveva scambiato per un latitante. I due ragazzi accettano la proposta del regista di auto-riprendersi con l’iPhone per raccontare in presa diretta la quotidianità, l’amicizia, il quartiere e anche la tragedia di Davide. “Selfie” ha vinto il David di Donatello come miglior documentario ed è stato candidato agli European Film Awards.
Agostino Ferrente. Regista, sceneggiatore, produttore cinematografico, è nato a Cerignola nel 1971. Tra i suoi film: “L’orchestra di piazza Vittorio” (2006) e “Le cose belle” in co-regia con Giovanni Piperno (2013), “Albanìa Blues” (2000), “Il film di Mario” (1999).
A seguire INCONTRO con il regista Agostino Ferrente che dialogherà con Antonella Gaeta, critica cinematografica.
Martedì 16 novembre 2021 – ore 19:00
“1974 – 1979. Le nostre ferite” di Monica Repetto; Genere: Documentario; Anno: 2020; Paese: Italia; Durata: 60 minuti; Interpreti: Francesco De Ficchy, Renzo Poser, Annunziata Miolli, Anna Attura, Vincenzo Ammirata, Luigi Schepisi; Produzione/ Distribuzione: Deriva Film
Tra Roma e Torino una galleria di storie e di personaggi sopravvissuti alla violenza politica e al terrorismo degli anni Settanta. La straordinaria “normalità” degli anni di piombo della gente comune: uomini, donne, ragazzi con un piede impigliato nella Storia, voci sommesse che aspettavano di essere ascoltate. “Il motore della narrazione è la ferita, ferita reale che segna il corpo; ferita metaforica che lascia il segno sulla memoria individuale e collettiva”. “1974 1979. Le nostre ferite” è stato presentato al 38° Torino Film Festival.
Monica Repetto. Regista, sceneggiatrice e produttrice, è nata a Roma nel 1965. Tra le sue opere: “ThyssenKrupp Blues” in co-regia con Pietro Balla (2008, evento speciale alla Mostra di Venezia) e “La forza delle idee” sul professor Ezio Tarantelli (2010). È autrice di numerosi documentari e di saggi e scritti sul cinema.
A seguire INCONTRO con la regista Monica Repetto che dialogherà con Lea Durante, docente di Letteratura Italiana nell’Università “Aldo Moro” di Bari, e Michele Laforgia, avvocato e presidente dell’associazione La Giusta Causa.
Mercoledì 17 novembre 2021 – ore 19:00
“A un certo momento. Scatti e vita di Uliano Lucas” di Giuseppe Sansonna; Genere: Documentario; Anno: 2021; Paese: Italia; Durata: 53 min; Interventi: Guido Crainz, Uliano Lucas, Michele Smargiassi; Produzione/ Distribuzione: Rai; I materiali filmati e fotografici sono stati utilizzati per concessione di: Archivio Uliano Lucas, Rosi Giua
Si ringraziano: Teche Rai, Centro Servizi Salario
“A un certo momento” è l’intercalare ricorrente di Uliano Lucas, grande fotogiornalista freelance e testimone oculare di oltre mezzo secolo di storia. Suona come l’apertura di ogni sequenza, di una vita che ne contiene molte altre, afferma princìpi, imperativi morali, e diventa quasi una definizione di fotografia. Dagli anni della formazione fra gli artisti del bar Jamaica a Milano alla stagione di lotte del ’68, dalle guerre di liberazione in Africa al racconto della Sarajevo sotto assedio, dalla testimonianza delle vite “liberate” degli ex degenti degli ospedali psichiatrici al dramma delle migrazioni di ieri e di oggi... Viaggi, incontri, idealità: la fotografia non cambia il mondo, ma può illuminare prospettive diverse.
Giuseppe Sansonna. Autore e regista, barese, 44 anni, è documentarista per la RAI. Tra i suoi film: “Lo Sceicco di Castellaneta” (2010, dedicato alla memoria di Rodolfo Valentino), “Due o tre cose che so di lui” (2011, diario visivo di un anno con Zeman, nella stagione del suo ritorno a Foggia), ”The Cuban Hamlet - Storia di Tomas Milian” (2014), È autore anche di libri e articoli per Il Venerdì di Repubblica, il manifesto, Il mucchio selvaggio e Linus.
A SEGUIRE Incontro con il fotografo Uliano Lucas e il regista Giuseppe Sansonna che dialogheranno con il giornalista Nicola Signorile.
Giovedì 18 novembre 2021 – ore 19:00
“Lucus a Lucendo – A proposito di Carlo Levi” di Alessandra Lancellotti, Enrico Masi; Genere: Documentario; Anno: 2019; Paese: Italia; Durata: 83 minuti; Interpreti: Stefano Levi Della Torre, Carlo Ginzburg, Alessandra Lancellotti, Vincenzo D’Elia, Filomena Poidomani; Distribuzione: Istituto Luce Cinecittà
Carlo Levi riposa dal gennaio 1975 fra i calanchi di Aliano, in un sepolcro “che si apre sull’uliveto” progettato da Walter Barbero e da Stefano Levi Della Torre, nipote di Carlo. Quest’ultimo fa da guida nei percorsi del film: Alassio dove i Levi villeggiavano, Torino colta e operaia, la Parigi dell’esilio antifascista e naturalmente la Basilicata. Anche la trentenne regista Lancellotti è architetto e si vede dalla sensibilità per il paesaggio scandagliato con rispetto, “a piccoli passi”, alternando le interpretazioni di Levi con materiali attinti dagli archivi multimediali. “Cristo si è fermato a Eboli”, sostiene Carlo Ginzburg nel film, “esprime la vicinanza emotiva e la lontananza culturale” di Levi rispetto al mondo cui dà corpo e quel suo sguardo doppio, familiare ed estraniante, può essere assai utile a comprendere il nostro presente, altrimenti inafferrabile. “Lucus a Lucendo – A proposito di Carlo Levi” è stato presentato al 37° Torino Film Festival.
Alessandra Lancellotti. Architetto, archivista e autrice di documentari, è nata a Potenza nel 1990. È curatrice di progetti editoriali e di valorizzazione di patrimoni filmici, lavora al Politecnico di Torino per l’Architeca - Archivio Cinematografico e Multimediale di Architettura. Ha collaborato come archivista per la Cineteca Lucana. “Lucus a Lucendo” è il suo debutto nella regia insieme a Enrico Masi, musicista e regista, autore di “Shelter - Farewell to Eden” (2019).
A SEGUIRE incontro con la regista Alessandra Lancellotti che dialogherà con Annabella De Robertis, ricercatrice IPSAIC - Istituto Pugliese per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea.
Lunedì 22 novembre 2021 – ore 19:00
“La macchina delle immagini di Alfredo C.” – ANTEPRIMA di Roland Sejko; Genere: Drammatico; Anno: 2021; Paese: Italia; Durata: 76 minuti; Interpreti: Pietro De Silva; Produzione e Distribuzione: Istituto Luce-Cinecittà
Aprile 1939. L’Italia fascista occupa l’Albania. Migliaia di operai, coloni e tecnici italiani vengono trasferiti nel Paese delle Aquile. Novembre 1944, l’Albania e? liberata. Il nuovo regime comunista chiude i confini e pone all’Italia una serie di condizioni per il rimpatrio dei suoi concittadini. Nel 1945 in Albania si trovano trattenuti 27.000 italiani tra reduci e civili. Tra di loro c’e? anche Alfredo C., operatore cinematografico della propaganda fascista, che ha girato per cinque anni in lungo e in largo l’Albania con la sua cinepresa. Prima, per quasi un ventennio, aveva immortalato la grande macchina del regime di Mussolini. Ora, per uno scherzo del destino ad Alfredo e? richiesto di lavorare per la propaganda comunista. Chiuso nel suo magazzino, circondato da migliaia di pellicole, Alfredo rivede su una vecchia moviola quello che ha girato… Una riflessione sulla responsabilita? di chi produce immagini e di chi le vede. Il film è stato presentato alla Mostra di Venezia 2021 nella sezione Orizzonti e sarà nelle sale a marzo 2022.
Roland Sejko. Nato e cresciuto in Albania, dal 1991 vive a Roma e dal 1995 lavora per l’Istituto Luce Cinecittà dove attualmente è direttore della redazione editoriale dell’Archivio Storico Luce. Autore di numerosi documentari, nel 2013 ha vinto il Premio David di Donatello con “Anija / La nave”. È tra i curatori del MIAC, il Museo Italiano del Cinema e dell’Audiovisivo a Cinecittà.
Martedì 23 novembre 2021 – ore 19:00
“La rivoluzione siamo noi - Arte in Italia 1967/1977” da un'idea di Ludovico Pratesi e Ilaria Freccia; Regia: Ilaria Freccia; Genere: Documentario; Anno: 2019; Paese: Italia; Durata: 83 minuti; Con la partecipazione di: Marina Abramovic, Mario Franco, Sergio Lombardo, Beppe Morra, Paolo Mussat Sartor, Hermann Nitsch, Luigi Ontani, Luca Patella, Michelangelo Pistoletto, Paola Pitagora, Lia Rumma, Tucci Russo, Fabio Sargentini, Piero Sartogo; Interviste di repertorio: Lucio Amelio, Joseph Beuys, Alighiero Boetti, Achille Bonito Oliva, Germano Celant, Jannis Kounellis, Mario Merz, Pino Pascali, Gian Enzo Sperone, Andy Warhol; Produzione e Distribuzione: Istituto Luce-Cinecittà
Tra la metà degli anni Sessanta e il 1980 l’arte in Italia conosce un momento di gloria sulla scena internazionale. Artisti emergenti, prevalentemente di Torino, Roma e Napoli, diventano protagonisti di fertili scambi tra arti visive, teatro, letteratura, musica e cinema. Nel ’68 l’arte esce dalle gallerie e dai musei per entrare a contatto con la vita quotidiana, spesso con opere strettamente collegate alle istanze della politica e ai profondi cambiamenti sociali in atto. L’Italia diviene il centro dell’avanguardia, con gallerie sperimentali e grandi mostre, insieme a festival di danza, teatro e poesia. Il documentario per la regia di Ilaria Freccia, ideato con Ludovico Pratesi, è un racconto visivo dal ritmo serrato, arricchito da materiali di repertorio, film d’arte e filmati inediti e dalle rare testimonianze di artisti, critici, galleristi e fotografi. Il film è stato proiettato in apertura del Festival Cinema Made in Italy di Atene (2020), presentato all’Italian Doc Festival di Mosca (2020) e fuori concorso al Torino Film Festival 2020.
Ilaria Freccia. Regista, sceneggiatrice e produttrice, comincia con la fotografia lavorando come assistente con Gianni Berengo Gardin ed Elliott Erwitt. Dal 1980 al 1985 vive a New York ed è impegnata come fotografa e filmaker per il gruppo di teatro d’avanguardia Mabu Mines, al Public Theatre. Dirige e gira diversi documentari su vari temi sociali. Tra i suoi lavori: "Padre Pio Express" (2003) e “Il mondo che vorrei" (2012).
A SEGUIRE incontro con la regista Ilaria Freccia che dialogherà con Antonella Marino, critica d’arte
LE STORIE – BIBLIOTECA METROPOLITANA “DE GEMMIS”
Mercoledì 24 novembre 2021 – ore 18:00
Andrea Di Consoli presenta Tutte queste voci che mi premono dentro (Editoriale Scientifica, 2021). L’autore dialogherà con Augusto Ficele, giornalista.
Che cosa spinge un «confuso scrittore non credente» a compiere un pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo o a raccontare la storia del paese lucano più disabitato della Basilicata? Una inquieta curiosità intellettuale, certo, ma anche e soprattutto una partecipazione emotiva alle vite minuscole, dimenticate, lasciate ai margini della Storia. Di questo mondo derelitto, straccione, provinciale, ma pure sulfureo e imprevedibile, Andrea Di Consoli ha messo insieme diverse tessere, ricavandone un sorprendente mosaico di personaggi e luoghi, ma allo stesso tempo un racconto autobiografico che dà spazio - sempre sul filo dell’ironia - a nevrosi, ricordi, rimpianti, e a un senso di inadeguatezza da «scrittore-emigrante».
Andrea Di Consoli è nato nel 1976 a Uster (Zurigo) da genitori lucani. Dal 1996 vive a Roma. Ha pubblicato libri narrativa, poesia e saggistica. Tra le opere recenti, “Diario dello smarrimento” (Inschibboleth 2019) e il libro-intervista + Dvd "Mater Matera" (Castelvecchi 2019). Autore di sceneggiature e documentari, collabora con la Rai e con l’Istituto Luce-Cinecittà.
Martedì 30 novembre 2021 – ore 18:00
Dialogo tra Giuseppe Lupo e Raffaele Nigro, autori rispettivamente di La storia senza redenzione. Il racconto del Mezzogiorno lungo due secoli (Rubbettino, 2021) e di Il cuoco dell’imperatore (La nave di Teseo, 2021), condotto da Pasquale Martino, studioso di letteratura e storia.
La Storia senza redenzione. Il racconto del Mezzogiorno lungo due secoli. Il confronto tra Meridione e letteratura nel periodo dall’Unità d’Italia ai nostri giorni, soprattutto per quanto attiene alla nozione di Storia: un tema cui gli scrittori meridionali si sono dimostrati particolarmente sensibili, ma che hanno elaborato in maniera contraddittoria e problematica. Viene qui offerta una chiave interpretativa da cui emerge un dato finora trascurato: a eccezione di pochi nomi, gli intellettuali del Sud si sono fermati alla denuncia dei fatti, anziché costruire una cultura progettuale in grado di riscattare o redimere gli umili.
Giuseppe Lupo è nato nel 1963 ad Atella (Pz) e vive a Milano dove insegna Letteratura Italiana Contemporanea nell'Università Cattolica. Tra i suoi ultimi romanzi ci sono “Gli anni del nostro incanto” (Marsilio 2017), “Breve storia del mio silenzio” (Marsilio 2019), e per la saggistica, “Civiltà Appennino”, con Raffaele Nigro (Donzelli 2020). Ha vinto numerosi premi letterari, tra cui il Viareggio - Rèpaci, il Selezione Campiello, il Vittorini, il Mondello. Dal 2015 dirige la rivista Appennino.
Il cuoco dell’imperatore. È il 1208 e Guaimaro delle Campane, originario di una famiglia di fonditori di Melfi, assiste all’uccisione di due carbonai ebrei. Preso dal panico si dà alla fuga, arruolandosi al seguito della corte di Federico II di Svevia. Grazie alle sue conoscenze mediche e alle doti nell’arte culinaria, viene scelto come cuoco ufficiale del giovane re di Sicilia e di Germania, addetto alla salvaguardia della sua salute, entrando così a far parte di una corte animata da letterati, cantori, giuristi, scienziati e filosofi. Guaimaro affronterà con lui vittorie e sconfitte, vivendo e trascrivendo i grandi avvenimenti storici. Raffaele Nigro ci offre un ritratto inedito di Federico II Hohenstaufen, il volto di un imperatore radicalmente diverso da tanti monarchi del suo tempo: un paladino del diritto e della scienza in un secolo buio, un sostenitore della politica contro la violenza e il promotore di un progetto ambizioso di un’Europa unita ante litteram, di un Mediterraneo dei saperi.Fine modulo
Raffaele Nigro è nato a Melfi nel 1947 e vive a Bari. È stato caporedattore della Rai. Dopo il saggio “Basilicata tra Umanesimo e Barocco” (Levante 1981), nel 1987 con il romanzo “I fuochi del Basento” (Camunia 1987) ha vinto il Supercampiello. Seguiranno una ventina di romanzi tra cui “Malvarosa” (Rizzoli 2005), che ha vinto i premi Biella, Flaiano, Mondello, Maiori, “Viaggio in Puglia” (Laterza 2009). I suoi libri sono tradotti in molte lingue.