World Press Photo, a Bari la mostra di fotogiornalismo più prestigiosa al mondo
In occasione della sua 66° edizione, World Press Photo Exhibition torna a Bari dal 13 ottobre al 10 dicembre 2023 e raggiunge l’importante traguardo del suo decennale nel capoluogo pugliese. Un’occasione eccellente, per la quale la mostra si arricchisce di una seconda esposizione fotografica dal titolo Iconic Images: gli scatti iconici dei più importanti fotoreporter al mondo. Una selezione di fotografie, premiate come World Press Photo of the Year dal 1955 al 2023, che hanno catturato alcuni dei momenti più salienti della storia recente.
Ad ospitare i due progetti espositivi sarà, ancora una volta, il Teatro Margherita, divenuto negli anni la perfetta cornice per la mostra di fotogiornalismo più prestigiosa al mondo, organizzata a Bari da Cime, realtà pugliese tra i maggiori partner europei della Fondazione World Press Photo di Amsterdam. L’evento è promosso da Regione Puglia, Assessorato al Turismo con Pugliapromozione e Teatro Pubblico Pugliese a valere su fondi Por Puglia Fesr-Fse 2014/2020 - Asse VI azione 6.8 - “Palinsesto PP-TPP Puglia - Riscopri la meraviglia 2023” in collaborazione con il Comune di Bari e con la partnership del Conservatorio “N. Piccinni” di Bari e dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”.
Sono 120 gli scatti vincitori della 66° edizione del contest World Press Photo, la cui esposizione è curata, quest’anno, da Julia Kozakiewicz (Polonia): immagini selezionate tra 60.448 fotografie candidate e scattate da ben 3.752 fotografi provenienti da 127 paesi del mondo. Si tratta di lavori di fotogiornalismo e fotografia documentaristica firmati da fotografi professionisti delle maggiori testate internazionali, da National Geographic a BBC, da CNN al Times, da Le Monde a El Pais. Immagini che rappresentano un’autentica finestra sul mondo e permettono di compiere un viaggio critico tra gli eventi che hanno caratterizzato il 2022 e di orientarsi tra i temi più caldi che lo hanno animato: dai conflitti e, in particolare, dalla guerra in Ucraina alle rivoluzioni silenziose delle donne iraniane, dal racconto dell’Afghanistan controllato dai talebani ai molteplici volti della crisi climatica in un lungo viaggio intercontinentale che spazia dal Marocco all’Australia, dal Perù al Kazakistan.
Scatti che sono stati raccolti e selezionati in base ad una nuova impostazione del concorso introdotta nel 2022, che mira ad offrire un racconto sempre più globale di quanto accade nel mondo, attraverso una divisione che permette di offrire un ampio sguardo su tutte le regioni del pianeta: Africa, Asia, Europa, Nord e Centro America, Sud America, Sud-est asiatico e Oceania. Per ciascuna delle sei aree geografiche di riferimento, una giuria ha decretato i vincitori regionali per le quattro categorie di concorso: Foto singola, Storie, Progetti a lungo termine e Open Format. Quest’ultima categoria, anch’essa una novità introdotta dallo scorso anno, comprende opere realizzate secondo tecniche miste, ad esempio immagini ad esposizione multipla, applicazioni e ricami, collage fotografici e video.
È stata poi competenza di una giuria globale composta dai presidenti delle sei giurie regionali, la selezione, tra i 24 vincitori locali, delle quattro opere vincitrici a livello internazionale, tra cui l’attesissima World Press Photo of the Year. Un lavoro di studio e di scelta che ha reso necessarie ben sei settimane di confronto, da cui sono scaturite quest’anno anche sei menzioni d’onore.
«Le foto che abbiamo scelto per rappresentare il 2022 – spiega Brent Lewis, redattore fotografico del New York Times, co-fondatore di Diversify Photo e presidente della giuria globale del concorso 2023 – sono molto indicative di questo momento: diventeranno documenti storici di modo che le generazioni future possano guardare indietro e, si spera, imparare».
I VINCITORI GLOBALI DELLE QUATTRO CATEGORIE
L’immagine vincitrice del titolo di World Press Photo of the Year 2023 è stata scattata dal giornalista e fotografo ucraino Evgeniy Maloteka il 9 marzo del 2022 per l’Associated Press. L’assedio di Mariupol – questo il titolo dell’opera – è un’immagine cruda, realizzata durante l’attacco aereo al Mariupol Maternity Hospital: Iryna Kalinina, 32 anni, donna incinta e gravemente ferita, è adagiata su una barella e viene trasportata all’esterno dell’ospedale colpito deliberatamente dalle forze armate russe, in un attacco che ha causato tre morti e circa diciassette feriti. Il suo bambino, chiamato Miron (nome che in ucraino significa “pace”) è nato morto poco dopo quello scatto e, mezz’ora dopo il parto, anche Iryna è deceduta. La scelta della giuria nel decretare questa immagine lo scatto simbolo dell’anno appena trascorso è motivata dal fatto che la foto descrive un vero e proprio attacco al futuro dell’Ucraina.
Ad aggiudicarsi il premio per la World Press Photo Story of the Year è stato, invece, il reporter danese Mads Nissen, con il lavoro dal titolo Il prezzo della pace in Afghanistan, realizzato per Politiken: il lavoro raccoglie nove scatti che raccontano come si vive sotto il regime dei talebani dopo il ritiro degli americani nell'agosto del 2021. In uno di questi, realizzato il 13 gennaio del 2022, è ben evidente un murale propagandistico talebano che copre il muro dell’ex ambasciata statunitense a Kabul. Di fronte a quello stesso muro, i venditori ambulanti offrono alla popolazione bandiere, manifesti e altri articoli dei talebani.
Battered Waters (letteralmente “acque maltrattate”), lavoro della fotografa armena Anush Babajanyanrealizzato per VII Photo/National Geographic Society è invece il vincitore per la categoria World Press Photo Long-Term Project. Tema centrale è quello della crisi climatica nell’Asia centrale e, in particolare, in Tagikistan, Kirghizistan, Uzbekistan e Kazakistan. Al centro la siccità e la capacità della popolazione ad adattarsi a questa emergenza, ma anche la gestione dell'acqua dopo la caduta dell'Unione Sovietica e l'assenza di forniture idriche adeguate.
Here, The Doors Don’t Know Me (Qui le porte non mi conoscono) dell'egiziano Mohamed Mahdy ha ricevuto, infine, il World Press Photo Open Format Award. Questo progetto, basato sul web, esplora gli effetti dell’innalzamento del livello dei mari sulla comunità locale di Al Max, un villaggio di pescatori situato lungo il canale di Mahmudiyah, ad Alessandria d’Egitto. Per intere generazioni, i suoi abitanti hanno vissuto e lavorato sul canale che conduce al Mar Mediterraneo. Nel 2020, il governo egiziano ha iniziato a sfrattarli e trasferirli in abitazioni a diversi chilometri di distanza dai canali, non solo demolendo le case, ma anche mettendo in pericolo le memorie collettive e la cultura locale radicata in Al Max. L’autore narra attraverso foto, materiali d'archivio ma anche lettere e scritti dei residenti, video e suoni, la storia della comunità che, lentamente, sparisce.
FOTOGRAFI ITALIANI IN MOSTRA
Due i fotografi italiani presenti in mostra: il primo è il romano Simone Tramonte, vincitore regionale per l’area geografica dell’Europa per la categoria Long Term Project con l’opera dal titolo Net- Zero Transition. Attraverso nove scatti realizzati in Italia, Spagna e Islanda tra il 2020 e il 2022, il progetto fotografico documenta le tecnologie innovative che offrono possibili percorsi verso l’obiettivo fissato dall’Unione Europea di ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 e di toccare lo zero entro il 2050. Le energie rinnovabili, le nuove tecnologie per la produzione alimentare e l’economia circolare possono, in questo senso, essere viste come le tendenze fondamentali tra le aziende europee che cercano una transizione verde.
Il secondo è Alessandro Cinque, originario di Orvieto ma stabilitosi a Lima, in Perù. È lui ad aggiudicarsi il premio Story of the Year per l’area geografica del Sud America, con il reportage dal titolo Alpaqueros, realizzato con il supporto del National Geographic e del Pulitzer Center. Vitali per il sostentamento di molte persone nelle Ande peruviane, gli alpaca affrontano nuove sfide a causa della crisi climatica. Con i pascoli naturali che si ritirano, questi animali lottano sempre di più per pascolare e idratarsi. Le comunità di alpaqueros (allevatori di alpaca) a loro volta possono essere costrette a spostarsi ad altitudini più elevate o ad abbandonare il loro stile di vita. Per combattere queste difficoltà, gli scienziati sperano di affrontare il problema creando razze più resistenti alle temperature estreme. La giuria ha apprezzato il modo in cui questo reportage dimostra come la cultura e l’identità siano profondamente intrecciate con l’ambiente.
WORLD PRESS PHOTO EXHIBITION
World Press Photo Exhibition nasce nel 1955 ad Amsterdam a seguito dell’istituzione dell’omonima Fondazione, composta inizialmente da soli fotografi olandesi, a cui si deve l’organizzazione del primo concorso internazionale di fotogiornalismo. Da allora, l'iniziativa ha acquisito slancio fino a diventare il concorso fotografico più prestigioso al mondo e la mostra di fotogiornalismo che vanta il maggior numero di visitatori.
Quest’anno la mostra giunge alla sua 66° edizione e sarà esposta in 80 città del mondo.
ORARI
Lunedì, martedì, mercoledì e giovedì: 10.00 - 21.00, Venerdì e sabato: 10.00 - 22.00
Domenica: 10.00 - 21.00
(La biglietteria chiude 30 minuti prima)
Venerdì 13 ottobre 2023, apertura al pubblico dalle 20.30 alle 23.00.
Con l'acquisto del biglietto di World Press Photo Exhibition, si potrà accedere gratuitamente alla mostra Iconic Images.
TICKET
? TICKET INTERO: € 10,00
? UNDER 30 | OVER 65: € 7,50
? GIORNALISTI/E CON TESSERINO: € 7,50
? GUIDE TURISTICHE CON TESSERINO: € 7,50
? SCUOLE (scuole secondarie): € 4,00
? GRUPPI: € 7,50 (min 15 persone, con prenotazione. Per ogni 15 visitatori, il 16esimo avrà un biglietto omaggio).
? INGRESSO GRATUITO: diversamente abili e loro accompagnatori, ragazzi sotto i 12 anni e giornalisti con tesserino in corso di validità che abbiano fatto richiesta di accredito stampa almeno 48h prima tramite una mail all’indirizzo press@