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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Asini al pascolo attaccati dai lupi ad Alberobello, Coldiretti: "Serve piano nazionale per proteggere allevamenti"

L'episodio riferito dall'associazione degli agricoltori, che parla di attacchi "moltiplicati negli ultimi anni" chiedendo "nuove modalità di azione che permettano di organizzare in maniera più efficace un sistema di gestione degli animali predatori"

Asini al pascolo attaccati dai lupi in un bosco ad Alberobello: a segnalare l'accaduto è la Coldiretti Puglia, che parla di "ennesimo attacco" ai danni di animali allevati in Puglia.

"Sono essenziali misure di contenimento per non lasciar morire i pascoli e costringere alla fuga migliaia di famiglie che da generazioni popolano le aree rurali più difficili dove l'allevamento è l'attività principale", afferma l'associazione in una nota. "Il problema dei grandi carnivori sta diventando insostenibile ed è necessario trovare una soluzione in tempi rapidi".

"Negli ultimi anni - prosegue Coldiretti - si è reso necessario un continuo vigilare su greggi e mandrie, al fine di proteggerle dagli attacchi poiché recinzioni e cani da pastori spesso non sono sufficienti per scongiurare il pericolo. La resistenza degli agricoltori è al limite – spiega la Coldiretti regionale – è urgente trovare nuove modalità di azione che permettano di organizzare in maniera più efficace un sistema di gestione di questi animali predatori, che non sono più specie in via di estinzione. Del resto, questa situazione si somma – aggiunge Coldiretti Puglia - ai problemi di sovrappopolamento di numerose altre specie selvatiche, dai cinghiali agli storni, dai cormorani alle lepri, che si moltiplicano in una situazione di assoluta mancanza di adeguate misure di programmazione necessarie per evitare il conflitto con il lavoro agricolo".

L'associazione rinnova quindi la richiesta di un intervento nazionale. "I numeri sembrano confermare che il lupo ormai, non è più in pericolo e – afferma l'associazione – impegnano le Istituzioni a definire un Piano nazionale che guardi a quello che hanno fatto altri Paesi Ue come Francia e Svizzera per la difesa dal lupo degli agricoltori e degli animali allevati. Il rischio vero oggi è – denuncia la Coldiretti regionale – la scomparsa della presenza dell’uomo dalle aree interne per l’abbandono di migliaia di famiglie ma anche di tanti giovani che faticosamente sono tornati per ripristinare la biodiversità perduta con il recupero delle storiche razze italiane di mucche, capre e pecore. Serve responsabilità nella difesa degli allevamenti, dei pastori e allevatori che con coraggio continuano a presidiare le montagne e a garantire la bellezza del paesaggio. Senza i pascoli – conclude la Coldiretti Puglia – le montagne muoiono, l’ambiente si degrada e frane e alluvioni minacciano le città".

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