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Sabato, 27 Aprile 2024
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L'anno nero dei pugliesi: la tassa sui rifiuti potrebbe aumentare del 50%

Dopo la sentenza del 6 dicembre scorso, che ha determinato il blocco dei conferimenti della frazione indifferenziata dei rifiuti solidi urbani negli impianti minimi, il consigliere regionale Paolo Pagliaro ha presentato una mozione

Il consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo de 'La Puglia Domani', ha presentato una mozione che impegna la Giunta regionale a farsi carico dei costi sui rifiuti, che si prevedono maggiori dopo la sentenza del Consiglio di Stato del 6 dicembre scorso che ha determinato il blocco dei conferimenti della frazione indifferenziata dei rifiuti solidi urbani negli impianti minimi (leggi qui la sentenza). A questo fattore, ovvero la carenza di impianti, va aggiunta la percentuale di raccolta differenziata ancora oggi sotto al 60% in Puglia.

Il consigliere regionale imputa alla Regione Puglia la responsabilità politico-programmatica della carenza di impianti per lo stoccaggio e il trattamento dei rifiuti indifferenziati su tutto il territorio regionale, "perché se vi fosse stato un numero congruo di discariche si sarebbe evitata la grave situazione attuale" evidenzia.

Finora i conferimenti erano regolati secondo il sistema della tariffazione 'al cancello', la quale, come da delibera dell'Arera del 3 agosto 2021, poi "smantellata dalla sentenza del Consiglio di Stato", imponeva un tetto ai prezzi dei gestori

L’Ager, agenzia regionale per la gestione dei rifiuti, con nota del 5 gennaio ha reso noto che le tariffe di conferimento dovranno essere adeguate alla variazione dell’indice Istat; dunque, subiranno un significativo aumento. "Ciò comporta per i singoli comuni, soprattutto per quelli con percentuali più basse di raccolta differenziata, il rischio di aumenti fino al 50% del costo di conferimento della frazione indifferenziata" precisa Pagliaro: "Non è giusto che siano i cittadini a pagare di tasca propria, da qui la mia mozione che impegna la Giunta regionale ad intervenire, viste le sue responsabilità nelle carenze impiantistiche che causano la mancata chiusura del ciclo dei rifiuti". 

Intanto, il gruppo regionale di Fratelli d’Italia lancia allarme: "Sarà l’anno nero della Tari, nei bilanci familiari la tassa sui rifiuti, molto probabilmente, aumenterà del 50%. L’ascolto degli esponenti locali si è reso indispensabile per poter concordare insieme un’azione sinergica per parare il colpo amministrativo e politico che si abbatterà su tutte le Amministrazioni comunali. A Bisceglie i rappresentanti locali delle province di Foggia, Bat e Bari, a Lecce sono stati convocati quelli di Taranto, Brindisi e, appunto, Lecce".

Per i meloniani "si tratta di un salasso senza precedenti, tenuto conto che già quella pagata dai pugliesi era già fra le Tari più alte d’Italia. A inviare le richieste di pagamento saranno i comuni, costretti a loro volta a dover pagare una tariffa di conferimento rifiuti che sarà alla mercé dei privati che gestiscono in Puglia gli impianti di smaltimento. Ma le responsabilità di tutto questo non sono sicuramente dei primi cittadini, né dei privati ai quali - secondo i giudici amministrativi -  non si poteva imporre una tariffa ‘pubblica’".

Sindaci di FdI preoccupati: "Come facciamo a spiegare ai nostri cittadini che l’aumento così imponente non dipende da noi, da nostre scelte, ma da politiche scellerate del governo Emiliano? Un centrosinistra - che in Puglia, in questa legislatura, governa con il Movimento 5 Stelle - che a parole si dice contraria ai privati che ‘guadagnano con i rifiuti’, ma poi di fatto non ha realizzato un solo impianto pubblico, anzi ci sono due discariche pubbliche pronte e non utilizzate per mere ragioni politiche, che pure potrebbero calmierare i prezzi dello smaltimento".

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