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Domenica, 28 Aprile 2024
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Covid, l'Università di Bari sviluppa materiale 'anticontagio': inattiva il virus sulle superfici da contatto

Lo studio messo a punto da un team di ricerca coordinato dal prof. Nicola Cioffi è stato pubblicato sulla rivista scientifica "International Journal of Molecular Sciences"

Un materiale in grado di inattivare il virus del SARS-CoV-2 sulle superfici da contatto, sfruttando l'efficacia delle nanoparticelle di ossido di zinco, riducendo così il rischio di contagio. A metterlo a punto, un gruppo di ricercatori dell'Università di Bari, nell'ambito di un Progetto Europe Seeds - NextGenerationEU. Il team di ricerca coordinato dal prof. Nicola Cioffi (ordinario del Dipartimento di Chimica) e dalla prof.ssa Maria Chironna (ordinario di Igiene e responsabile del laboratorio Epidemiologia molecolare del Policlinico di Bari), ha pubblicato uno studio sulla rivista scientifica "International Journal of Molecular Sciences" che si rivela notevolmente utile alla tutela della salute in questo scenario pandemico.

Lo studio del team Uniba

Lo studio (https://www.mdpi.com/1422-0067/23/6/3040), che vede come principali autrici due giovani ricercatrici del Dipartimento di Chimica dell’Università di Bari, le dottoresse Margherita Izzi e Maria Chiara Sportelli, ha consentito anzitutto di dimostrare la straordinaria efficacia di nanoparticelle di ossido di zinco (ZnO), di varia forma e dimensione, nei confronti del SARS-CoV-2. Questo materiale è già comunemente impiegato in cosmesi e nell'industria alimentare, ed è prodotto in laboratorio mediante tecniche green.

Il materiale: un film protettivo 'anticontagio' per le superfici

Le stesse nanoparticelle di ZnO sono state poi impiegate per la preparazione di film sottili per il rivestimento di superfici di contatto frequente (maniglie, pomelli, interruttori, touch screen, ecc.), che possono essere veicolo di infezione nel caso in cui siano contaminate, e vengano toccati occhi, naso o bocca senza aver disinfettato le mani dopo esserne entrati in contatto. L'utilizzo di tecniche analitiche avanzate di caratterizzazione spettroscopica e morfologica dei nanomateriali e dei film sottili ha consentito di razionalizzare l'efficacia del materiale sui virioni, ad opera del rilascio di ioni zinco (Zn2+), che inibiscono il ciclo vitale del SARS-CoV-2.

(foto di repertorio)


 

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