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Domenica, 28 Aprile 2024
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Un nuovo metodo di lavoro, basato sull'esperienza degli assistenti sociali: presentata la 'Ricerca-Azione' del Municipio II

La pubblicazione, partita da una ricerca del dipartimento di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Bari, racconta la riorganizzazione del servizio sociale professionale ed educativo all’interno dei quartieri Poggiofranco, Picone, Carrassi, San Pasquale e Mungivacca

La pubblicazione racconta la trasformazione organizzativa e il percorso di crescita degli assistenti sociali attraverso un metodo che prevede cambiamenti miglioraritivi nella pratica lavorativa. È stata presentata oggi a Bari, a Palazzo di Città, la pubblicazione 'Ricerca-Azione, riorganizzazione del servizio sociale professionale ed educativo all’interno di un Municipio', risultato di una ricerca condotta nel Municipio II dal dipartimento di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro. 

Gli autori della pubblicazione sono il professore di Sociologia dei fenomeni politici dell’Università degli Studi di Bari Daniele Petrosino, le assistenti sociali Maria Lobalsamo, Angela Marrone, Flavia Ratti e Valentina Spartano e il dirigente del Municipio II Umberto Ravallese.

"La ricerca è partita dall’esigenza di ridurre i carichi di lavoro degli assistenti sociali del Municipio - ha dichiarato il dirigente del Municipio II, Umberto Ravallese - Abbiamo approfondito la dottrina che riguarda l’organizzazione aziendale, interrogato gli operatori per conoscere quali effettivamente fossero le attività svolte giornalmente, somministrando dei questionari ad hoc. Ma non ci siamo fermati qui: abbiamo trasformato il metodo di lavoro del servizio sociale territoriale, di frontiera, in un lavoro in équipe. Si è colta l’occasione per standardizzare le procedure, delineare delle regole condivise e produrre delle linee guida operative. Abbiamo così introdotto un metodo di lavoro che fa sì che la struttura riesca ad adeguarsi, a modularsi a seconda delle esigenze del territorio e degli utenti, in un Municipio che conta quasi 100.000 abitanti. Questo è il cammino che abbiamo svolto e poi riprodotto in questa pubblicazione per condividere come sia possibile sperimentare e trasformare il lavoro e l’organizzazione anche delle strutture pubbliche che per definizione sono abbastanza rigide".

“Questa pubblicazione è il prodotto di un’attività più ampia che l’Università, il Comune di Bari e l’Ordine degli assistenti sociali ha sviluppato nel corso degli ultimi anni, denominata 'giardini sociali', un nome che evoca un concetto fondamentale: è necessario seminare per far crescere qualcosa - ha spiegato il docente di Sociologia dei fenomeni politici dell’Università degli Studi di Bari, Daniele Petrosino - Una semina che avviene attraverso la formazione, sicuramente, con i master di aggiornamento per gli assistenti sociali promossi da Uniba, ma soprattutto attraverso la riflessività, intesa come la capacità degli operatori del servizio sociale di condurre costantemente un processo di revisione delle proprie pratiche, senza considerarle un dato acquisito ma ripensandole ogni volta come attività da modulare in base alle diverse esigenze".

"Questa pubblicazione - ha specificato l'assessora comunale al Welfare, Francesca Bottalico - è frutto del lavoro quotidiano del gruppo di lavoro del Servizio sociale educativo, accompagnato in questo percorso virtuoso dall’Università di Bari e dall’Ordine degli Assistenti sociali. Un lavoro importante, innanzitutto perché rappresenta la sintesi di un processo di formazione che ha visto protagonista l’amministrazione in questi anni difficili. Un lavoro di sintesi che, adesso, può essere messo a disposizione di tutti gli operatori del settore, in particolar modo nei Municipi, che ci restituisce una concezione nuova del servizio sociale in città, in quanto non si occupa della necessità immediata del singolo cittadino, ma assume una valenza generale di analisi delle peculiarità del territorio. La nostra visione di servizio sociale risponde a un’organizzazione di operatori capaci di leggere i cambiamenti e di agire essi stessi come fattori di cambiamento della cultura e della società".

"Il servizio del welfare - ha concluso il presidente del Municipio II, Gianlucio Smaldone - è forse il servizio più importante che un’amministrazione comunale è tenuto a svolgere, perché è rivolto alle persone in difficoltà, che più delle altre hanno bisogno della presenza delle istituzione sul territorio. Quindi, stiamo parlando di un’attività fondamentale, che ha consentito a noi amministratori di superare, grazie all’impegno quotidiano degli operatori del settore sul territorio, il periodo della pandemia. Voglio, inoltre, sottolineare che questo modello organizzativo dei servizi sociali rappresenta per la nostra città uno dei migliori esempi di decentramento di funzioni e servizi amministrativi, ed è un modello che rende più performante l’agire amministrativo in quanto consente un maggior avvicinamento dell’istituzione più prossima, ossia il Municipio, al destinatario del servizio. Il rapporto tra i servizi sociali a livello municipale e quelli della ripartizione dimostrano come ben si possa coniugare l’attività svolta a livello centrale con l’attività decentrata sul territorio".

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