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Sabato, 27 Aprile 2024
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Tagli sul Fondo per i Disturbi Alimentari, in Regione arriva una mozione contro la decisione del Governo: "Scelta irrazionale"

La richiesta dei consiglieri regionali del Pd impegna la Giunta ad attivare ogni misura necessaria e un’interlocuzione con l'Esecutivo, al fine di promuovere, con urgenza e nel minor tempo possibile, il rifinanziamento della misura di sostegno

Il gruppo consiliare regionale del Pd ha presentato una mozione contro la decisione del Governo Meloni di tagliare 25 milioni di euro del Fondo per i disturbi alimentari.

La mozione, che sarà discussa nel prossimo consiglio regionale della Puglia, impegna la giunta ad attivare ogni misura necessaria e un’interlocuzione con il Governo, al fine di promuovere, con urgenza e nel minor tempo possibile, il rifinanziamento  del Fondo ed a provvedere, con urgenza, all’emanazione dei decreti attuativi, necessari per l’inserimento dei disturbi alimentari nei Livelli essenziali di assistenza (Lea).

"Ci opponiamo a questa scelta irrazionale del Governo - afferma Loredana Capone, prima firmataria della mozione - che lascia soli e senza cura migliaia di giovani, il 90% donne. Una scelta che interrompe un percorso virtuoso che in Puglia, grazie anche al fondo ministeriale, aveva permesso di investire per ampliare i servizi di cura, prevenzione e riabilitazione. Ma la questione riguarda tutta l’Italia, sono oltre 3 milioni e 600 mila persone che soffrono di disturbi alimentari con un aumento del 35% dopo il Covid.  Siamo anche preoccupati per il futuro occupazionale di centinaia di operatori ai quali a causa dei tagli non sarà possibile rinnovare il contratto. Inoltre e non meno importante, sollecitiamo affinché i disturbi alimentari vengano finalmente riconosciuti tra i Lea".

"In Italia ci sono 3 milioni di persone in cura per anoressia, bulimia e binge eating - spiega Lucia Parchitelli, firmataria della mozione - Sono tutti disturbi dell’Alimentazione e rappresentano un enorme problema con grandi ricadute economiche sulla Sanità pubblica, ma soprattutto sulle famiglie perché nel nostro Paese i Centri specializzati in questo settore sono pochi e mal distribuiti sul territorio nazionale. Il Governo di Destra, in ben altre faccende interessato non solo non pensa di creare una Rete di cura del Servizio Sanitario Nazionale, ma addirittura non lo rifinanzia. Tale mancanza è molto grave perché ostacola l’azione di prevenzione e gestione di tali disturbi, che invece rappresentano un problema sempre più significativo per la Sanità in Italia, e che come tale va affrontato e risolto".

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