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Domenica, 28 Aprile 2024
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Studenti rifugiati in Italia con progetto internazionale: giunti a Bari altri due ragazzi da Nigeria e Congo

Bottalico: "Continua l'importante collaborazione dell'Assessorato al Welfare per sostenere gli studi per studentesse e studenti che provengono da zone di guerra, di discriminazioni e povertà attraverso corridoi umanitari"

Sono giunti all'Università di Bari uno studente nigeriano iscritto al corso di Laurea in Computer Science e un altro congolese iscritto al corso di studi Magistrale in Innovation Development of Agrifood System, partecipanti  dell’iniziativa Unicore 4.0 - University Corridors for Refugees, promosso dall’Agenzia Onu per i Rifugiati (Unhcr) e realizzato a Bari per il secondo anno consecutivo dal Centro Servizi di Ateneo per l’Apprendimento Permanente dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro partenariato con l’Arcidiocesi di Bari-Bitonto Caritas Diocesana, l’Assessorato al Welfare del Comune di Bari, la Cooperativa Sociale e di Solidarietà “Migrantesliberi” in collaborazione con la Casa di Accoglienza “S. Maria Goretti” – Ufficio Migrantes della Diocesi di Andria.

Il loro arrivo segue a quello di un altro studente congolese arrivato la scorsa settimana e che sta già frequentando le lezioni del Corso di Studi Magistrale in Relazioni Internazionali e Studi Europei.

Per il rettore di Uniba, Stefano Bronzini, “è già il secondo anno che il Consiglio di Amministrazione della nostra Università sostiene l’iniziativa dei Corridoi Universitari con una specifica Linea di Azione che supporta azioni non isolate e sporadiche ma sistemiche e dedicate all’inclusione dei nostri studenti e delle nostre studentesse con status di protezione internazionale. La linea di Azione prevede non solo corridoi universitari ma anche scholarships, attività di mentorship, percorsi di riconoscimento dei titoli già acquisiti e finalizzati al proseguimento degli studi terziari senza spreco di capitale culturale pregresso e anche attività di comunicazione interculturale. L’arrivo legale in Italia per conseguire un titolo specialistico da parte di studenti e studentesse rifugiati è un traguardo importante per l’intera umanità, non solo per la nostra Università e i nostri Partners internazionali e locali”  conclude Bronzini.

"La Caritas diocesana di Bari – Bitonto" spiega il delegato don Lino Modesto "ha deciso di rinnovare la propria adesione al progetto UNICORE- Corridoi Universitari per i rifugiati” - alla luce della bellissima esperienza ancora in essere presso la Parrocchia di San Luca in Bari, dove sono ospitati attualmente tre giovani eritrei che stanno completando il secondo anno di laurea magistrale. Riteniamo importante sostenere concretamente il sogno di realizzazione professionale di questi nostri fratelli rifugiati che fuggono dalla brutalità della guerra e delle violenze. La Caritas diocesana sarà impegnata nello specifico nell’accoglienza residenziale presso una struttura diocesana in Modugno, nell’orientamento ed accompagnamento sociosanitario e legale dei ragazzi. Questo sarà possibile anche grazie al supporto della rete di volontari afferenti le diverse comunità parrocchiali presenti sul territorio ospitante. Il diritto allo studio è un diritto universale. Come comunità abbiamo il dovere di sostenere il sogno di questi ragazzi di una vita migliore”.

"Continua l'importante collaborazione dell'Assessorato al Welfare per sostenere gli studi per studentesse e studenti che provengono da zone di guerra, di discriminazioni e povertà attraverso corridoi umanitari dedicati per consentire loro di continuare a studiare e costruirsi il proprio futuro - ha affermato l'assessora cittadina al Welfare, Francesca Bottalico - . Tante sono le storie in questi anni di accoglienza, formazione e inserimento lavorativo di migranti e rifugiati che hanno visto nel nostro paese importanti riconoscimenti e che hanno contribuito con l'alta professionalità e dedizione alla crescita delle nostre comunità nel nostro sistema sanitario, artistico, tecnico. Un percorso quanto mai necessario e urgente in un momento difficile a livello internazionale e nazionale che ci richiede alleanze forti a livello territoriale e pratiche di accoglienza diffusa. In questa direzione come assessorato offriremo occasioni di incontro conoscenza e orientamento ai servizi territoriali anche alla luce di nuove importanti collaborazioni e progettazioni in partenza con Unhcr sulla città”

Infine, per Don Geremia Acri, della cooperativa Migrantesliberi e  dellaCasa di Accoglienza 'S. Maria Goretti' della Diocesi di Andria, "favorire il processo di integrazione, di coinvolgimento vuol dire accedere anche alla cultura. L’accoglienza degli studenti migranti nella comunità accademica e cittadine è speranza di un futuro possibile e diverso dallo scenario di guerra, violenza, di odio e distruzione cui oggi milioni di migranti, rifugiati, richiedenti protezione sono costretti a vivere nei propri Paesi, un futuro che sia architrave di pace per l’umanità proprio con la preziosa “arma” culturale. Ma ogni singola porzione di cultura rende consapevoli di un’alternativa che esiste, e che nasce spesso dal basso. La cultura rende liberi e veri perché offre la possibilità di pensare con la propria testa e ci rende capace di assumere decisioni e posizioni, in modo che non sia qualcun altro a farlo. La cultura fa in modo che il pensare non si fermi alle apparenze e non sia superficiale, ci aiuta a comprendere e conoscere. Tanti, però, di cultura non ne vogliono sapere, perché costa ricerca, tempo e fatica. La cultura rende liberi, veri e onesti intellettualmente. Senza cultura si muore schiavi di qualcuno o di qualcosa. E forse è per questo che, nei giochi di potere, la cultura viene sempre un po’ nascosta, perché si perderebbe il consenso”.

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