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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

La 'società della guerra' e il business dello spaccio: così il clan Parisi-Palermiti gestiva i traffici di droga

Le indagini condotte dai carabinieri e coordinate dalla Dda di Bari hanno portato oggi a 56 arresti: l'inchiesta, partita dagli omicidi di mafia di inizio 2017, ha permesso di ricostruire le attività illecite del clan

Nel 2017, i clan Parisi e Palermiti si allearono dando vita a una 'società della guerra', nata per sostenere il conflitto scoppiata nel quartiere contro la compagine 'scissionista' capeggiata da Antonio Busco. E' quanto emerge dalle indagini, condotte dai carabinieri del Comando provinciale di Bari, e coordinate dalla Dda di Bari, che hanno portato oggi all'arresto di 56 persone (alcune delle quali già detenute), ritenute appartenenti al gruppo criminale e indagate per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti con l'aggravante dell'agevolazione mafiosa.

Le indagini, condotte nel periodo dal 2017 al 2020, come riporta l'Ansa, presero avvio in seguito ai tre omicidi di mafia commessi a inizio del 2017 nel quartiere Japigia, nell'ambito della guerra tra fazioni rivali scoppiata nel quartiere.

Tra le attività illecite più redditizie della 'società', figurava appunto lo spaccio di droga, che il clan avrebbe controllato sia a Bari che in provincia, rifornendosi di cocaina dai comuni dell'hinterland di Bari (Mola, Noicattaro, Terlizzi e Capurso) e di hashish e marijuana da Marocco e Spagna. Nel corso delle indagini, gli inquirenti hanno sequestrato 80 chili di hashish, sette di cocaina e due di marijuana. Gli 'affari' legati alla droga non si sarebbero fermati neppure in pieno periodo Covid, quando i presunti componenti del gruppo avrebbero adottato escamotage come quello di spacciarsi per operatori del 118, come emerge anche da intercettazioni.

"Lavoriamo per liberare i territori, sapendo che gli stupefacenti sono il primo canale con il quale i clan sopravvivono e crescono, ma se c'è una vendita c'è anche una forte richiesta", ha detto in conferenza stampa il procuratore di Bari, Roberto Rossi, le cui parole sono riportarte sempre dall'Ansa. "Su questo bisogna porre attenzione, perché non riusciremo a fermare il traffico di stupefacenti se la domanda è così sostenuta", ha concluso.

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