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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca Carbonara

Venti anni fa l'omicidio di Gaetano Marchitelli, vittima innocente di mafia a 15 anni: "Un murale per ricordare il suo volto sorridente"

Questa mattina, nel quartiere Carbonara, si è svolta la cerimonia di commemorazione per il ragazzo che fu colpito a morte da un proiettile vagante sparato da un comando criminale il 2 ottobre 2003

Questa mattina, nella giornata del ventesimo anniversario dell’omicidio di Gaetano Marchitelli, il sindaco Antonio Decaro ha deposto una corona di fiori presso la lapide in piazza Umberto I, a Carbonara, che ricorda la giovane vittima innocente di mafia. Nell’occasione, su iniziativa dell’amministrazione comunale, in collaborazione con il Municipio IV e con il sostegno della fondazione di antimafia sociale Stefano Fumarulo, è stato scoperto il murale di Daniela Sersale, realizzato su uno dei manufatti presenti sulla piazza, in memoria del ragazzo colpito a morte il 2 ottobre del 2003.

Quella drammatica sera di 20 anni fa, il giovane Gaetano stava lavorando in pizzeria, come ogni giorno, per non dover gravare sulla sua famiglia, per mantenersi agli studi e coltivare le sue passioni quando all’improvviso, intorno alle 23, un commando criminale a bordo di un’auto iniziò a sparare all’impazzata contro un gruppo di ragazzi fermi davanti al locale. Il giovane Marchitelli venne colpito alla schiena da uno di quei proiettili, destinati ad altri, e morì sul colpo.

Alla cerimonia sono intervenuti la presidente del Municipio IV Grazia Albergo, i genitori di Gaetano, Francesca e Vito, il presidente della fondazione Fumarulo Angelo Pansini e Marialuisa Pantaleo, presidente onoraria della stessa fondazione, il referente regionale di Libera Bari don Angelo Cassano e le scolaresche del territorio.

"Oggi siamo qui per ricordare il giovane Gaetano Marchitelli, un ragazzo che aveva scelto lo studio e il lavoro come strumenti di crescita e di emancipazione, e al quale la criminalità organizzata ha tolto la vita - ha dichiarato il sindaco Antonio Decaro - Quel giorno non solo è stata tolta la vita a Gaetano, ma è anche stata sottratta la voglia di vivere a Mario Verdoscia, un suo caro amico che da allora, in qualche modo, ha smesso di vivere".

"Sono passati vent’anni da quel giorno maledetto - ha sottolineato il primo cittadino barese - Oggi, di fronte alla fredda lapide che ricorda Gaetano, abbiamo ascoltato le parole e le testimonianze dei ragazzi che frequentano le scuole del quartiere e di Libera che li ha accompagnati in un percorso di consapevolezza. Oggi, soprattutto, abbiamo scoperto il murale che raffigura il volto sorridente di Gaetano, un’immagine viva che trasmette emozioni, come ci ha confermato suo padre Vito durante il suo intervento. Il volto di Gaetano ci accompagnerà per sempre, accompagnerà questa comunità e tutte le persone che attraversano la piazza, accompagnerà anche quelli che a pochi metri da qui continuano a delinquere ai danni del quartiere e di questa comunità. Qui, insieme a Gaetano Marchitelli, oggi rivive anche un altro giovane di questa città, che all’antimafia ha dedicato gran parte della sua vita e del suo impegno professionale e sociale. Parlo di Stefano Fumarulo. Con noi è presente sua madre Marialuisa, che ringrazio perché la fondazione dedicata alla memoria di Stefano ha finanziato la realizzazione di quest’opera. Questa mattina siamo tanti, singoli cittadini e singoli pezzi di una comunità che sta resistendo e sta provando a occupare piccoli spazi di legalità anche in luoghi e quartieri difficili. Qui c’è Gaetano, c’è Stefano, c’è don Ciotti, che con le sue parole ci guida sempre in questa battaglia contro le mafie. Una battaglia ancora lunga che ci vede tutti coinvolti e protagonisti. Lo dobbiamo a Gaetano, alla sua famiglia e lo dobbiamo a tutte le ragazze e i ragazzi che in questo quartiere nascono, crescono e sognano un futuro migliore per il loro territorio e la loro comunità".

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