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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca Bari Vecchia / Corso Antonio De Tullio

Bari vecchia, abbattuta la struttura che ospitava l'osteria Al Gambero

Dal 2019 il locale di chef Domenico De Girolamo, detto Minguccio, era stato chiuso per restauri, mai terminati, fino alla decisione di demolirla a settembre. Il resoconto della rappresentante legale dell'osteria, e nipote di Minguccio, Vincenza De Girolamo; le precisazioni dei proprietari del locale e dell'amministratore del condominio

"Buongiorno, è sparito un pezzo di storia": le parole accompagnano l'immagine di uno spiazzo in corso De Tullio - ora vuoto - che per tanti anni ha ospitato uno dei ristoranti simbolo della città, l'Osteria Al Gambero. E se dal 2019 a ricordare il lavoro del compianto titolare Domenico, detto Minguccio, De Girolamo era rimasta la struttura del Gambero - ufficialmente chiusa per restauri - nelle ultime ore anche questo è stato smantellato. E tra i commenti al post nel gruppo 'Sei di Bari vecchia se', c'era chi si chiedeva se l'abbattimento della vecchia struttura fosse il punto di partenza di una nuova riapertura tanto aspettata dai clienti devoti del ristorante. A suscitare ancora più curiosità, poi, era comparsa nella stessa giornata un messaggio sul profilo social ufficiale dell'Osteria: 'Work in progress'.

I problemi dopo il restauro 

Quale sarà ora il futuro del Gambero? E perché per tanti anni è rimasto chiuso per restauro? Per rispondere a questa domanda abbiamo contattato Vincenza De Girolamo, nipote di Minguccio e rappresentante legale della comunione ereditaria dell’Osteria, e i titolari del Gambero. "Ad aprile 2019 i titolari del Gambero hanno sospeso l'attività di ristorazione per dar seguito ai lavori di restyling del locale - spiegano - per adeguarsi alle normative vigenti (bagni disabili, bagni dipendenti e struttura esterna). A distanza di 10 giorni, dopo aver tolto i rivestimenti, si è appurato il cattivo stato delle strutture portanti dell'edificio con la necessità di un intervento straordinario da parte dei proprietari dell'edificio condominiale". Secondo quanto raccontato, i lavori da parte del Condominio sono partiti in ritardo e sono proseguiti fino a inizio settembre, periodo nel quale i proprietari dell'Osteria sono stati diffidati da entrare nella struttura perché era "pericolante il locale interno", rendendo così impossibile "salvaguardare anche i beni aziendali collocati nella struttura esterna, utilizzata dalle imprese del Condominio" aggiungono.

L'ipotesi della struttura sostitutiva

Ieri i titolari sono stati così costretti a rimuovere la struttura, a causa del "degrado e danneggiamento subito dalla stessa durante i lavori di ristrutturazione condominiale". La scelta sarebbe arrivata dopo la richiesta del Comune di adeguarsi al nuovo regolamento edilizio, e "ritenendo implicitamente tale struttura non più autorizzata", è seguita la conseguente richiesta di rimozione. Quale sarà ora il futuro dell'osteria? Non sembra al momento percorribile la strada di una struttura sostitutiva - ipotesi che nell'immediato avevano pensato i titolari del ristorante - non essendoci "un riscontro attivo da parte dei proprietari del condominio di Corso De Tullio, ed è ancora in corso un giudizio pendente presso il Tribunale di Bari" precisa la De Girolamo. Insomma, bisognerà probabilmente attendere che la causa con i titolari della struttura arrivi a un esito prima che il Gambero possa rinascere a nuova vita, mentre altri due locali sono stati aperti dai figli di Minguccio - 'Il sale' nel 2009 e il 'Kela Bistrot' due anni fa. "Speriamo di riaprire al più presto l'Osteria Al Gambero pur con la tanta sofferenza e dolore per quanto ci è stato fatto" concludono.

Le precisazioni dei proprietari del locale

In merito a questo articolo, riceviamo una nota degli avvocati Nunzia Fraccalvieri, Pasquale Lastella, Giampietro Rossiello e Antonio Totaro, con le precisazioni dei proprietari del locale, che pubblichiamo di seguito integralmente: "Prima di ogni altra considerazione (e con riserva di quanto si dirà in seguito), tocca evidenziare che le vicende in corso non provocano soltanto comprensibile dolore degli eredi della titolare dell’Osteria (il cui marito era il compianto Minguccio), ma stanno comportando anche un notevole disagio economico per gli stessi proprietari, che da più di quattro anni non percepiscono alcun canone, pur essendo il contratto di locazione ancora in corso, con la conseguente impossibilità di concedere il godimento dell’immobile ad altri ristoratori che, pur numerosi, ne hanno richiesto la disponibilità, ignari della persistente vigenza del contratto di locazione con i titolari del Gambero. In relazione all’addebito mosso nell’intervista dalla sig.ra De Girolamo al Condominio (cui concorrono i proprietari del locale in cui si esercitava la ristorazione) di aver fatto partire in ritardo gli interventi manutentivi sullo stabile, fermo quanto intenderà precisare l’amministratore, va specificato che i lavori commissionati dal Condominio sul locale e sull’intero fabbricato non sono semplici “lavori di ristrutturazione”, come pure detto nell’intervista, ma interventi ben più impegnativi riguardanti il consolidamento igienico-statico dell’intero fabbricato. Orbene, la necessità della esecuzione di tali consistenti lavori è divenuta evidente per la prima volta nel 2019, allorquando la demolizione di rivestimenti, pavimenti, tramezzature interne, ecc., eseguita dalla allora titolare della Osteria al Gambero, ha messo a nudo il locale, così facendo emergere o provocando alcune criticità dal punto di vista strutturale, che nel giro di pochissimo tempo sono degenerate tanto da imporre l’intervento dei Vigili del Fuoco nel 2020. Dopo un rimpallo di responsabilità tra i proprietari del locale e la allora conduttrice circa la genesi delle criticità strutturali manifestatesi e dopo il susseguirsi di proposte di bonario componimento per una suddivisione delle spese, rivolte dai proprietari alla conduttrice ma da questa prontamente e integralmente rigettate, il Condominio, pur nella incertezza di stabilire da dove provenissero e chi eventualmente avesse procurato tali danni strutturali, ha affidato i lavori ad una impresa specializzata approfittando delle agevolazioni in essere (segnatamente il bonus 110%), attesa lo loro onerosità. Ciò ha comportato, in questo caso come in tanti altri interventi eseguiti usufruendo dei “bonus”, una inevitabile dilatazione dei tempi di esecuzione, e così solo a marzo del corrente anno la proprietà ha ottenuto la riconsegna del locale. Di tanto i conduttori sono stati immediatamente notiziati e la disponibilità del locale è stata offerta ad essi, ma a tutt’oggi non hanno manifestato i loro effettivi intendimenti circa la prosecuzione del rapporto di locazione, al di là dei reiterati proclami affidati alla stampa e/o a (solo) apparenti manifestazioni di intenti pervenute via pec, non supportate da un effettivo interesse. Quanto al “cuore” dell’intervista, incentrato sulla rimozione della struttura metallica, che segnerebbe l’inizio della fine di un’epoca (quella di Minguccio e del suo ristorante), anche qui si tenta di addossare la responsabilità di quanto accaduto ai proprietari, che avrebbero danneggiato il manufatto nel corso dei lavori. Nulla di più falso, in quanto il degrado della struttura metallica era preesistente all’intervento commissionato dal Condominio e ben percepibile dalla conduttrice e dai suoi eredi (perché ubicata all’esterno) indipendentemente dall’accesso al locale (peraltro inibito non solo alla conduttrice, ma a chiunque e non dai proprietari o dall’amministratore, ma dall’Edilizia Pericolante del Comune di Bari, con diffida del 2020). Dunque, la vera ragione per la quale la struttura metallica antistante il locale è stata abbattuta è l’ottemperanza, dopo quasi dieci anni, ad una ordinanza ingiunzione di demolizione emessa in danno della Osteria, che nelle more è divenuta definitiva in assenza di una pronunzia giurisdizionale del TAR che l’abbia annullata, e non, come artatamente asserito dalla sig.ra De Girolamo, il degrado del manufatto provocato dai lavori avviati dal Condominio. Infine, quanto alle aspettative dei “clienti devoti del ristorante” ed alla speranza degli attuali titolari dell’azienda che l’Osteria ritorni quanto prima alla sua piena operatività, escludiamo che si debba necessariamente attendere l’esito della causa in corso, come si ipotizza nell’articolo del giornalista Cassano, giacché è interesse anche della proprietà che il locale riscopra la sua antica vocazione, sempre che tra locatori e conduttori si riesca ad aprire un efficace e concreto (e non vacuo) fronte di dialogo per feterminare le condizioni della prosecuzione della locazione, con la ovvia premessa che i proprietari presterebbero tutta la necessaria cooperazione anche alla reinstallazione della struttura, ove ciò dovesse servire per assicurare l’esercizio dell’attività di ristorazione".

La replica dell'amministratore di condominio

In merito a questo articolo, riceviamo e pubblichiamo di seguito una nota dell'amministratore di condominio, rag. Antonio Pontrelli: "Già nel lontano 23 maggio 2013 il Comune di Bari, Ripartizione Urbanistica ed Edilizia privata, emetteva a carico della signora D'Elia Vincenza, titolare della Osteria al Gambero, nonché a carico dei proprietari del locale commerciale, un verbale di accertamento di violazione urbanistico - edilizia, in cui, dopo aver rilevato che in favore della titolare della Osteria erano state rilasciate le autorizzazioni, contestava loro il mancato adeguamento al nuovo regolamento nel termine ivi stabilito, con conseguente decadenza automatica delle stesse autorizzazioni. Successivamente, il 29/04/2014 il Comune di Bari, con ordinanza dirigenziale, ingiungeva la immediata demolizione di tale struttura a cui né la titolare dell'esercizio commerciale, né i suoi eredi hanno ottemperato, sino all'Il settembre 2023. Sicché, indipendentemente dallo stato di degrado in cui versava già all'epoca dell'avvio dei lavori da parte del Condominio, lo smantellamento della struttura esterna è stato un atto obbligato per l'Osteria perché impostole da un atto ingiuntivo del Comune di Bari, ormai divenuto definitivo e in assenza di un provvedimento giurisdizionale o amministrativo che l'abbia annullato. Come ricordato dalla stessa Sig.ra De Girolamo, ad aprile 2019 la titolare dell'Osteria, allo scopo di ottenere l'agibilità del locale per l'esercizio dell'attività di ristorazione, ha iniziato lavori di ristrutturazione interna del locale commerciale consistenti in demolizioni, in virtù delle quali o a causa delle quali sono emerse alcune criticità strutturali per la cui risoluzione il Condominio, pur nell'incertezza della causa (vetustà dell'immobile o per i lavori eseguiti dalla conduttrice), ha provveduto a stipulare ben due contratti di appalto per pervenire al consolidamento statico del fabbricato. Tali lavori sono terminati ad aprile 2023, almeno per quanto riguarda il locale, il quale è stato messo subito a disposizione degli eredi della conduttrice unitamente alla certificazione di fine pericolo inviata dall'impresa esecutrice al Comune di Bari. Nel corso dei lavori, sia la titolare della Osteria Al Gambero prima, sia gli eredi dopo, hanno omesso ogni attività manutentiva della struttura, né la omessa manutenzione può essere giustificata dalla "diffida ad entrare nella struttura", richiamata dalla Sig.ra De Girolamo. ln primo luogo, infatti, la diffida ad accedere era limitata all'edificio pericolante e non alle aree circostanti di esclusiva proprietà dei titolari dell'Osteria al Gambero, ed era stato disposta non dal condominio nei confronti della conduttrice, bensì nei confronti di chiunque dall'Edilizia Pericolante del Comune di Bari con diffida evocata nel 2020, a seguito di sopralluogo presso l'immobile eseguito dai Vigili del Fuoco, che avevano riscontrato numerose criticità strutturali. ln secondo luogo, proprio perché limitato all'edificio, il diniego di accesso non avrebbe potuto impedire alla conduttrice e/o ai suoi eredi di svolgere le opportune attività manutentive della struttura, tanto più che lo stato di degrado in cu essa versava era ben visibile dalla titolare del ristorante, che risiedeva a pochi metri dal locale e quindi avrebbe potuto concordare con il sottoscritto uno o più accessi per provvedere agli interventi di manutenzione che, presumibilmente, non sono state effettuati in quanto la struttura metallica presentava già al momento di inizio dei lavori di ristrutturazione statica, nel frattempo affidati ad altra impresa edile, segni evidenti di un degrado irreversibile derivante da eventi atmosferici. Pertanto, non corrisponde al vero quanto artatamente affermato dalla signora Vincenza De Girolamo, secondo cui la struttura metallica esterna è stata abbattuta per il degrado subito dalla stessa a causa dei lavori di ristrutturazione, posto che la stessa struttura avrebbe d vuto essere già abbattuta in forza dell'ordinanza del Comune di Bari del 2013, come peraltro confermato dalla stessa Signora Vincenza De Girolamo, indipendentemente dallo stato di degrado oggi lamentato, e comunque non addebitabile ai lavori di consolidamento statico del fabbricato".

*Ultimo aggiornamento 15/09 ore 19.43 (le precisazioni dei proprietari del locale e dell'amministratore di condominio)

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