rotate-mobile
Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Arrestata infermiera del carcere, droga ai detenuti in cambio di soldi: 16 misure cautelari, cinque baresi tra gli indagati

L'indagine, relativa al penitenziario di Foggia, condotta dalle Fiamme Gialle baresi: centrale il ruolo di un'operatrice sanitaria e di suo marito, che si sarebbero occupati, dietro 'compenso', di ritirare lo stupefacente destinato allo spaccio da amici e familiari dei reclusi

La droga, ritirata da parenti e amici all'esterno del carcere, veniva introdotta all'interno del penitenziario di Foggia e consegnata ai detenuti per poi essere destinata a una vera e propria attività di spaccio. E' quanto emerso dall'indagine condotta dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari, che hanno eseguito oggi un'ordinanza applicativa di misure cautelari personali nei confronti di 16 persone (8 in carcere, 8 agli arresti domiciliari), emessa dal Gip del Tribunale di Foggia su richiesta della Procura della Repubblica dauna, con le accuse, in concorso e a vario titolo, di traffico di stupefacenti e corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio. Tra gli indagati, figurano anche cinque soggetti residenti a Bari.

Gli accertamenti condotti dalle Fiamme Gialle avrebbero consentito di disvelare l’esistenza di "una ramificata rete di approvvigionamento e successiva cessione di sostanze illecite" nel carcere di Foggia.

In particolare, dalle indagini sarebbero emerso il fondamentale ruolo svolto da un’infermiera – già tratta in arresto, nell’aprile 2023, nella flagranza del reato – "che - spiegano gli investigatori in una nota - sfruttando la propria “posizione di vantaggio” derivante dal prestare servizio presso l’istituto penitenziario, avrebbe reso possibile la sistematica introduzione nello stesso di droga destinata allo “spaccio”.

Nello specifico, alcuni detenuti, appartenenti a gruppi criminali provenienti da diverse province pugliesi, avrebbero quindi individuato l'operatrice sanitaria quale 'referente' per realizzare il disegno criminoso. All'infermiera e al coniuge, avvalendosi della collaborazione di altri soggetti (per lo più parenti e amici dei reclusi, tra cui rientrano i cinque indagati baresi), sarebbero quindi stati forniti sia il materiale da introdurre (droga e in un caso un telefonino cellulare), sia le somme di denaro (comprese tra i 100 e i 500 euro per il singolo 'incarico') quale corrispettivo per la “disponibilità” offerta. I capillari approfondimenti investigativi avrebbero anche delineato le modalità adottate dalla coppia per recuperare (presso centri commerciali o attraverso veri e propri ritiri a domicilio) lo stupefacente da soggetti, in stato di libertà, che fungevano da anelli di congiunzione con i detenuti.

Successivamente, come documentato dalle immagini del sistema di videosorveglianza della struttura carceraria e ulteriormente suffragato da relazioni di servizio della stessa polizia penitenziaria, la dipendente pubblica avrebbe consegnato, durante lo svolgimento dei propri turni di servizio, lo stupefacente ai detenuti. "Pertanto, la capillare attività investigativa svolta dalla polizia giudiziaria ha restituito un quadro indiziario solido, rivelando l’esistenza di un collaudato meccanismo illecito, funzionale ad “aggirare” le restrizioni legittimamente imposte dall’ordinamento penitenziario".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Arrestata infermiera del carcere, droga ai detenuti in cambio di soldi: 16 misure cautelari, cinque baresi tra gli indagati

BariToday è in caricamento