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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Terlizzi

Evasione fiscale, sequestrati beni per nove milioni di euro a società nel Barese

Il provvedimento eseguito dai finanzieri a carico di un'azienda di Terlizzi operante nel settore del commercio di prodotti elettronici

Beni per un valore complessivo di nove milioni di euro sono stati sottoposti a sequestro preventivo dai finanzieri del Comando provinciale di Bari nei confronti di una società a responsabilità limitata con sede a Terlizzi, operante nel settore del commercio di prodotti elettronici, e dei suoi due amministratori. I beni sono ritenuti profitto dei reati di "dichiarazione fraudolenta mediante l'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte".

Il provvedimento, emesso dal gip di Bari su richiesta della Procura, costituisce l'epilogo di una verifica fiscale e delle correlate indagini di polizia giudiziaria delegate al Nucleo di
Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Bari.

L'indagine, condotta anche attraverso l'analisi dei dati digitali estrapolati dai dispositivi elettronici in uso agli indagati, avrebbe consentito, spiegano gli investigatori in una nota, di "disvelare un complesso sistema fraudolento finalizzato all'evasione dell’Iva secondo lo schema delle cosiddette "frodi carosello", nel quale sono risultate coinvolte numerose entità giuridiche italiane ed estere".

In particolare, secondo quanto accertato, gli amministratori della società "avrebbero indicato elementi passivi fittizi nelle dichiarazioni annuali relative alle annualità dal 2015 al 2020: utilizzando fatture soggettivamente inesistenti emesse da imprese (ed. "cartiere"), con sede in diverse province italiane, relative ad acquisti di merci effettuati da quest'ultime da fornitori ubicati in altri Paesi Unionali; simulando l'acquisto - sottocosto - dei beni dalle citate "cartiere", che hanno omesso il pagamento dell'IVA, poi indebitamente detratta dalla verificata per un valore complessivo di circa 8 milioni di euro".

I finanzieri avrebbero anche accertato che "la merce acquistata dall'impresa pugliese è stata venduta, in parte, a clienti privati con il sistema della vendita on-line, utilizzando note piattaforme di e-commerce, e, in parte, ad aziende operanti nel medesimo settore economico".  Inoltre, i due indagati, al fine di sottrarre se stessi e la società al pagamento delle imposte sui redditi e sul valore aggiunto, nonché delle relative sanzioni - già iscritte a ruolo per un ammontare complessivo di circa 800.000 euro - avrebbero compiuto, nel 2023, una serie di "operazioni simulate/fraudolente, rendendo in tutto o in parte inefficaci le procedure di riscossione: donazione ai rispettivi coniugi di 4 immobili situati a Terlizzi e vendita agli stessi di 2 autovetture di lusso (BMW X3 e X5); appropriazione di denaro aziendale per complessivi 370.000 euro".

Alla luce degli elementi acquisiti, la Procura di Trani ha avanzato una richiesta di sequestro di beni e utilità, "al fine di inibire il consolidamento del vantaggio economico derivante dalle condotte sopra descritte". Il gip aderendo alla richiesta ha quindi emesso il decreto di sequestro preventivo dei beni e rapporti finanziari nella disponibilità della società (anche in forza della normativa in materia di responsabilità amministrativa degli enti, applicabile con riferimento alle annualità 2019 e 2020) e dei suoi amministratori.
 

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