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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Gravina in Puglia

Fratellini morti a Gravina, la madre di Ciccio e Tore in Procura: "Riaprire le indagini"

Rosa Carlucci ha presentato questa mattina un'istanza per chiedere nuovi accertamenti sulle circostanze della morte dei due bambini, trovati senza vita nella cisterna di un palazzo abbandonato, due anni dopo la loro scomparsa

Riaprire le indagini sul caso di Francesco e Salvatore Pappalardi, i due fratellini di 13 e 11 anni di Gravina in Puglia, ritrovati senza vita in un pozzo cisterna di un palazzo abbandonato della cittadina murgiana il 25 febbraio 2008, quasi due anni dopo la loro scomparsa, avvenuta nel giugno 2006. E' questa la richiesta contenuta nell'istanza che questa mattina Rosa Carlucci, madre dei due bambini, ha presentato nella sede della Procura di Bari.

La donna, come riporta l'Adnkronos, era accompagnata dalla figlia, Filomena Pappalardi, dall'avvocato Giovanni Ladisi, penalista, e dal consulente Rocco Silletti. Secondo quanto spiegato nei giorni scorsi da Rosa Carlucci e dal legale, la richiesta è scaturita da elementi nuovi che sarebbero emersi, così come viene chiesto di riconsiderare in maniera nuova elementi già acquisiti. Già in passato, le indagini sulla tragica scomparsa dei due fratellini erano state riaperte, e poi archiviate nel 2012.

L'ipotesi sostenuta è, come riporta l'Ansa, che i due bambini siano stati "costretti o indotti" a recarsi nell'edificio abbandonato intorno alle 23.30 del giorno della scomparsa. La riapertura del caso verrebbe quindi chiesta per l'ipotesi di omicidio, perché, secondo quanto riferito, "altri reati sarebbero frattanto prescritti".

L'istanza, come spiega all'Ansa l'avvocato Giovanni Ladisi, si base su tre questioni: "La prima riguarda il momento di caduta nella cisterna, che noi riconduciamo attorno alle 23.30 di quella notte sulla base di alcuni approfondimenti che nascono già dall'autopsia. La seconda questione riguarda la molteplicità di contraddizioni ed omissioni da parte di diverse persone, sentite in un primo momento a sommarie informazioni nell'ambito del processo archiviato, e poi nel processo civile sulla richiesta di risarcimento dei danni (sempre negato) pendente in Cassazione". La terza questione, definita "nebulosa" ma "molto inquientante" riguarda la presenza di un farmaco ansiolatico che sarebbe stato ritrovato nella cistenza in prossimità dei coprpi dei bambini. Un farmaco che, come dice ancora il legale all'Ansa, "sulla base di alcuni documenti raccolti nel corso delle indagini, può essere ricondotto a un contesto vicino alla famiglia dei bambini".

*Ultimo aggiornamento ore 19.50

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