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Cronaca

"I videogame del futuro? Col visore". Da Bari la sfida all'innovazione con StarWork

La giovane startup pugliese ha sviluppato un videogioco fruibile con l'oculus rift, il futuristico dispositivo per 'indossare' la realtà virtuale. L'azienda, fondata da tre 19enni del capoluogo, vede impegnato un team di oltre 50 persone da tutto il mondo

Esplorare nuove frontiere attraverso lo sviluppo di una tecnologia che fin dall'anno prossimo potrebbe rivoluzionare numerosi aspetti della società in cui viviamo. A camminare verso nuovi e ignoti spazi sono di solito i pionieri, aggettivo quanto mai calzante per il team di StarWork Game Creators, startup dal cuore barese specializzata nella creazione di videogame da giocare con l'oculus rift, innovativo visore per la realtà virtuale fino ad ora utilizzato da programmatori e sviluppatori che l'anno prossimo sbarcherà sul mercato del grande pubblico a partire dalla primavera 2016. Uno strumento a dir poco sensazionale che potrà regalarci esperienze mai provate prima nei campi, ad esempio, della didattica e dell'intrattenimento, permettendo a ognuno di calarsi realmente in un'opera d'arte o, in un'arena. StarWork, nata dall'intuito di tre giovanissimi baresi, tra i 18 e 19 anni, ha realizzato 'Athlon Hunters', un gioco dove chiunque potrà affrontare avversari virtuali ma comandati da altri giocatori, scegliendo un personaggio per combattere con armi e magie incontri e battaglie della durata di mezz'ora, in arene virtuali con paesaggi e condizioni di gara sempre differenti, un po' come nella saga di Hunger Games. 

L'innovazione, seconda classificata allo StartUp Weekend di Bari, svoltosi lo scorso novembre nel capoluogo pugliese, riguarda proprio il settore, quello della realtà virtuale, su cui tante case di videogiochi stanno convogliando i loro sforzi, essendo, praticamente, uno dei business del futuro. In un anno e mezzo, StarWork ha raggruppato un team di oltre 50 persone sparse per l'Italia e il mondo, unite nel sviluppare un prodotto innovativo e commerciabile: "Si tratta di un'idea realizzata da poche case - spiega Paolo Abela, 19 anni, sviluppatore e fondatore di StarWork assieme ad altri due coetanei, Francesco De Nittis, studente di Economia, e Giulia Loiacono, studentessa di Psicologia (gestori rispettivamente della parte commerciale e Hr) - anche perché la diffusione dell'Oculus Rift presso il grande pubblico avverrà a partire dall'anno prossimo. Il nostro team è formato da ragazzi che lavorano da Estonia, Olanda e Usa ma siamo organizzati come un'azienda vera e propria con uffici presso Impact Hub e nell'Istituto Marconi, fortunatamente nella parte non interessata alle recenti devastazioni". Il gioco sarà scaricabile gratuitamente dal sito www.starworkgc.com, dapprima in versione closed beta (quasi definitiva) a febbraio 2016. Quella completa vedrà la luce ad aprile: "Pur essendo a download gratuito - spiega Abela - la nostra azienda potrà guadagnare con le personalizzazioni dei personaggi, ad esempio la vendita dei costumi, a pagamento. Il nostro obiettivo è quello di farlo diventare un vero e proprio e-sport, in modo da creare competizioni a livello internazionale come accade per altri videogame".

L'idea, giunta seconda nella competizione barese si è così qualificata di diritto per la Global Startup Battle, raccogliendo un grandissimo successo, piazzandosi quarta a livello europeo, a due soli posti dalle finali mondiali a 12. Il segreto, è probabilmente, nella scelta di un settore attualmente di nicchia ma dalle prospettive di sviluppo gigantesche: "L'Oculus - la cui azienda creatrice è stata comprata da Facebook per una cifra attorno ai 3 miliardi di dollari - rivoluzionerà qualsiasi cosa che noi facciamo con uno schermo, dalle simulazioni di qualsiasi genere in ambito militare alla didattica, alle ricostruzioni storiche da vivere in prima persona, fino agli interventi chirurgicì. Uno degli impatti più grandi lo si avrà proprio nel cinema e nei videogame dove si potranno vivere in prima persona esperienze di gioco entusiasmanti".

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