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Economia Picone / Viale Orazio Flacco

Istituto Oncologico, dipendenti in protesta: "Sul rilancio dell'ente nessuna risposta certa"

Nuova mobilitazione dei lavoratori promossa dall'USB. Al centro della contestazione il piano che prevede accorpamenti di reparti e blocco delle assunzioni. I lavori chiedono le dimissioni della Direzione

Sono tornati a manifestare questa mattina i lavoratori dell'Istituto Tumori "Giovanni Paolo II". I dipendenti, circa un centinaio, hanno aderito allo sciopero indetto dalle Rsu e appoggiato dall'Unione sindacale di Bari per chiedere risposte più chiare sul futuro dell'ente e ottenere le dimissioni della Direzione.

Nei giorni scorsi l'assessore regionale alla Salute Elena Gentile e il direttore generale dell'ente, prof. Quaranta, hanno assicurato che l'ente non sarà accorpato con il De Bellis di Castellana e non diverrà una fondazione pubblica. Ma per i lavoratori si tratta di "rassicurazioni" insufficienti, che comunque non forniscono risposte chiare sul futuro dell'ente che resta "incerto e allarmante".

"Per un'assurda regola abbiamo, in pratica, rinunciato ad un giovane e brillante Direttore Scientifico, mentre dobbiamo continuare a "tenerci" un Direttore Generale di 72 anni che continua a glissare sui temi dolenti che riguardano il polo Oncologico ed è, malgrado ciò, preservato/garantito/difeso/protetto dalle Istituzioni", denuncia l'Usb.

"Le richieste dell’USB, a favore e sostegno della rinascita dell’Ente sono rimaste irrisolte. Lo dimostra la proposta dell’Amministrazione, relativa alla dotazione organica del polo Oncologico, risoltasi, essenzialmente, in accorpamenti di reparti e, al limite della logica, in riduzione del personale laddove, al contrario, l’unica soluzione sarebbe il potenziamento dello stesso".

"Il taglio dei posti letto - spiega ancora l'Usb - è l’emblema di tutta la faccenda. L’USB e tutti i Lavoratori si chiedono ma come si può davvero riportare il numero dei posti letto a 130 se non assumendo un numero adeguato di personale sanitario?! Come si possono abbattere le lunghissime liste d’attesa se non superando facendo nuove assunzioni?! Come possono funzionare a pieno regime le 6 sale operatorie se non con un numero adeguato di addetti?! Come si può evitare di “programmare” lo straordinario (che non si riesce nemmeno a pagare regolarmente) se non dotandosi di un organico all’altezza delle potenzialità dell’Istituto?!".

"Ancora, è inaccettabile la sordità dimostrata dall'Amministrazione sulla questione della sicurezza e la mancata esibizione del documento di valutazione del rischio in tutti i reparti e servizi dell'Istituto; la questione dei buoni mensa 2010-2011; la mancata stabilizzazione del personale precario; la questione dei residui fondi 2001/2004, dei fondi di produttività, delle fasce economiche orizzontali e dell’incarico del coordinatore infermieristico; la mancata applicazione dell’art. 44 commi 6 e 9 del CCNL 1997-1999; la necessità di ricorrere alla Magistratura per i diritti negati e tanto altro".

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