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Economia

Rischio licenziamenti e tagli sulle maggiorazioni domenicali, lavoratori Mediaworld in protesta

Sit-in nei punti di vendita di Santa Caterina, Molfetta e Casamassima per lo sciopero proclamato a livello nazionale. La mobilitazione contro la riduzione della maggiorazione per il lavoro festivo e lo stop agli ammortizzatori sociali

All'orizzonte il rischio di trasferimenti e licenziamenti, mentre da maggio arriveranno i tagli su bonus presenza e maggiorazione per il lavoro domenicale. Sono due delle principali ragioni alla base dello sciopero dei lavoratori Mediaworld, indetto a livello nazionale dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs. Sit-in di protesta sono stati organizzati dai dipendenti anche nei punti vendita di Bari-Santa Caterina, Molfetta e Casamassima.

"La mobilitazione - spiegano i sindacati - è stata indetta a seguito delle chiusure annunciate di due punti vendita (a Milano e Grosseto, ndr), trasferimenti e contro la decisione unilaterale di eliminare dal 1° maggio 2018 il bonus presenza e la maggiorazione economica del 90% prevista per il lavoro domenicale. Ad aggravare la situazione, la scadenza imminente del contratto di solidarietà prorogato fino al 30 aprile 2018, nei 17 punti vendita Mediaworld in Italia tra cui Molfetta, Bari Santa Caterina e Casamassima, e le intenzioni annunciate di risolvere definitivamente i 150 esuberi dichiarati."

I tagli alle maggiorazioni domenicali

"L'azienda ha deciso di togliere la maggiorazione per il lavoro domenicale pari al 90%, portandola invece a quella prevista dal contratto nazionale, pari al 30. Questo vuol dire tornare indietro rispetto ad una contrattazione che era stata fatta nel tempo", sottolinea Barbara Neglia, segretario generale Filcalms Cgil Puglia. "Lottiamo non per reclamare qualcosa in più, ma ciò che ci è dovuto - scrivono i lavoratori in un manifesto esposto durante uno dei sit-in - Il lavoro domenicale toglie spazio alle nostre famiglie ed è giusto che ci venga riconosciuto in busta paga come avviene da 25 anni".

La fine degli ammortizzatori sociali e le incertezze per il futuro

E poi c'è la scadenza del contratto di solidarietà, con le conseguenze che ne potrebbero derivare. Al momento non si conosce ancora quale sarà l'impatto di tale situazione sui tre punti vendita di Bari e provincia - che contano complessivamente 135 dipendenti - ma l'auspicio dei sindacati è che l'azienda, anche alla luce di uno sciopero che ha ottenuto "un'altissima adesione" a livello nazionale, decida almeno di riprendere le relazioni sindacali.  A ciò si somma, ancora - sottolineano i sindacati - "il mancato rilancio sul mercato", l’assenza di un confronto in relazione ai 17 milioni di euro di perdita dichiarati lo scorso anno da MediaMarket, a fronte delle richieste di chiarezza su numeri e investimenti futuri avanzati dai lavoratori.

Lo sciopero: "Lavoratori sostituiti e fotografati"

"Auspichiamo correttezza, anche se finora da parte dell'azienda non c'è stata. In occasione dello sciopero odierno, che da noi ha registrato un'adesione del 94% - aggiunge Neglia - i negozi stanno lavorando con personale esterno venuto da altri punti vendita non sindacalizzati o con persone a tempo determinato. Questa è per noi violazione del diritto allo sciopero, oltre al fatto che sono state fatte fotografie ai dipendenti in sciopero".
 

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