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Elezioni 2013, PdL pugliese verso la spaccatura?

Partita la conta dei fedelissimi di Berlusconi. Fitto cerca di difendere la sua leadership. Intanto se Vendola andrà a Roma, in estate si tornerà a votare...

Andremo a votare con il cappotto. Monti ha rassegnato le sue dimissioni e presto il Capo dello Stato annuncerà la data delle elezioni. Una cosa è certa, la campagna elettorale è appena iniziata e il gioco dei posizionamenti interessa non soltanto la Capitale, ma anche i livelli provinciali e regionali.
 
Partiamo dal PdL: Berlusconi ha deciso di candidarsi e ciò ha provocato un vero terremoto anche sugli asset strategici di potere interni al centrodestra. In molti si erano già mossi per sostenere la causa delle primarie, in primis l’ex ministro Raffaele Fitto, figura di riferimento in quel di Palazzo Grazioli per tutte le faccende pugliesi. Il deputato magliese si era esposto più volte per traghettare una riscossa dei quarantenni nelle fila  della classe dirigente del PdL. Ora Berlusconi sta facendo la conta dei fedelissimi, il partito pare essersi ricompattato ma di sicuro non mancano strascichi dopo la decisione del Cavaliere di mandare all’aria le primarie. Raffaele Fitto è stimato dall’ex premier, ma è anche vero che in questa fase si è riaffacciato alla finestra una sua vecchia conoscenza, Guido Viceconte, ex segretario regionale di Forza Italia, pronto ad approfittare della spaccatura interna al PdL pugliese per  riemergere come principale interlocutore del Cavaliere in Puglia. L’ala fittiana, seppur maggioritaria, non ha numeri per poter stare tranquilla. La minoranza composta da Gaetano Quagliarello, Alfredo Mantovano e Antonio Azzolini quasi certamente si dividerà ulteriormente, sospesa tra ragionamenti  e prospettive politiche diverse. In soldoni: voti in uscita con cui Berlusconi deve fare i conti. Raffaele Fitto non rimarrà certo a guardare ed è pronto a far sentire tutto il suo peso elettorale e politico rimettendo in pista il suo partito  e facendo convergere attorno a lui il sostegno di associazioni, simpatizzanti e fedelissimi di area ex democristiana. L’evoluzione di questa vicenda condizionerà anche il sistema delle candidature sul territorio in vista delle prossime amministrative.

Che succede in Puglia? Tutto ruota intorno a Nichi Vendola. Il governatore pugliese si candiderà, ma non ha alcun obbligo di dimettersi da presidente della Giunta prima che sia conosciuto l’esito del voto. Laddove Bersani dovesse vincere le elezioni e il leader di Sel dovesse accettare la proposta di un incarico di governo, allora lo scioglimento della Giunta sarebbe quasi immediato. A marzo salterebbe il banco di via Capruzzi e in prossimità dell’estate i pugliesi potrebbero essere chiamati a scegliere il futuro Presidente della Regione. A quel punto c’è da aspettarsi che il sindaco Emiliano ne approfitti per sancire la fine anticipata del suo secondo mandato e correre per le regionali. In tutto questo ci saranno le primarie, richieste dalla base per scegliersi i candidati. Intanto il segretario regionale Blasi ha convocato per venerdì prossimo un ufficio politico con l'obiettivo di discutere sugli esiti dell’incontro che in settimana svolgerà a Roma insieme a tutti gli altri colleghi regionali sulle primarie per i parlamentari. I tempi sono stretti e il Porcellum incombe. Riuscirà Bersani ad organizzarle? Vedremo.

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