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Commissariamento Idv Puglia, la sede barese "chiusa" ai militanti

E' bufera nella sede regionale dell'Italia dei valori dopo la decisione, annunciata lo scorso 28 giugno da Antonio Di Pietro, di commissariare l'Idv Puglia. Venerdì scorso una cinquantina di iscritti ha manifestato davanti alla sede barese del partito

E' bufera all'interno della sede pugliese dell'Italia dei Valori dopo il commissariamento annunciato lo scorso 28 giugno presidente nazionale Antonio Di Pietro, deciso, stando a quanto si legge in una nota del partito, “al fine di garantire una migliore funzionalità e compattezza della struttura regionale, diretta ad una più efficace azione politica sul territorio".

La tensione suscitata da questa decisione è diventata palpabile due giorni fa, quando ad una cinquantina di iscritti del partito sarebbe stato impedito di tenere una riunione, già organizzata e preannunciata, nella sede barese dell'Idv in via Calefati. I tesserati di tutta la Puglia avrebbe infatti dovuto incontrarsi proprio per discutere dell'improvvisa decisione presa dai vertici nazionali del partito, che ha portato alla sostituzione del segretario regionale De Feudis con il deputato abruzzese Augusto Di Stanislao. Ma quando gli iscritti sono arrivati presso la sede hanno trovato la serratura della porta cambiata e  nessuno che aprisse. Di qui la decisione di avviare una protesta, che si preannuncia come la prima di una lunga serie.

"Riteniamo (il commissariamento, ndr) immotivato e antidemocratico - si legge in una nota diffusa venerdì dalla segreteria dell'Idv Bat - e ne pretendiamo quindi la immediata revoca. Il segretario regionale avv. Sebastiano De Feudis aveva, insieme al coordinamento regionale, incominciato un percorso democratico e trasparente che avrebbe tracciato con vigore la nostra azione politica in seno al governo regionale pugliese. Col commissariamento a nostro avviso si è  tentato di ristabilire "sostanzialmente" un equilibrio tra poteri forti e politici."

"Come non bastasse - continua la nota - contestualmente all'atto di commissariamento persino le serrature della nostra sede regionale sono state cambiate e, atto gravissimo, licenziate in tronco due dipendenti, ree di essere state incaricate durante la segreteria precedente, e chiuso di fatto il partito ai militanti e iscritti.

"Noi non ci fermiamo qui. - conclude il comunicato - Tutti continueremo a lottare affinché questo nostro partito continui ad essere il partito del rispetto della moralità e legalità e non quello delle ‘serrature cambiate’ e dei ‘commissariamenti manipolati’".

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