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Lunedì, 29 Aprile 2024
Politica

Infiltrazioni dei clan nella politica a Bari, il centrodestra: "Emiliano 'butta a mare' Decaro"

I consiglieri regionali di opposizione accusano: "Dice che la città ha bisogno di una ‘ripassata’ per liberarla dai clan mafiosi, sostenendo indirettamente che negli ultimi anni chi ha governato la città ha permesso alla mafia di ritornare". Il governatore: "Patetico tentativo di seminare zizzania tra me e il sindaco"

Nuovo capitolo nello scontro politico fra centrodestra e centrosinistra dopo il terremoto giudiziario scatenato dall'inchiesta della Dda di Bari 'Codice Interno' che ha portato alla luce le infiltrazioni della malavita locale nel tessuto sociale della città. Il botta e risposta di oggi ha visto i Gruppi regionali di Fratelli d'Italia, Forza Italia, Lega e La Puglia domani contro il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.

Gli esponenti di centrodestra hanno commentato le parole del governatore pugliese che aveva paventato la necessità di una stretta verso le organizzazioni mafiose che sarebbero tornate ad alzare la testa i città dopo molti anni. "Il presidente Emiliano meriterebbe l’oscar alla ‘faccia tosta’, con la solita spavalderia da sceriffo, pronto a rimarcare sempre il suo essere stato il magistrato dell’antimafia che ha liberato Bari dalla mafia, dice che la città ha bisogno di una ‘ripassata’ per liberarla dai clan mafiosi, implicitamente, peraltro, buttando a mare il sindaco Decaro, sostenendo indirettamente che negli ultimi anni chi ha governato la città ha permesso alla mafia di ritornare - scrivono i consiglieri regionali di centrodestra in una nota - Insomma, da un lato butta a mare Decaro, dall’altro evita che l’attenzione si sposti sulla Regione Puglia, perché: è di ieri la notizia che il Riesame ha ribadito l’interdizione dai pubblici uffici del direttore generale dell’Asset, che per conto suo gestiva tutti gli appalti più importanti della Regione, ed è indagato per corruzione. È sempre di ieri la notizia che nell’inchiesta su Bari sarebbe coinvolta anche un suo assessore regionale sempre per voto di scambio con la mafia. È dei giorni scorsi il rinvio a giudizio del capogruppo del Pd per corruzione. Dobbiamo continuare? Perché l’elenco delle inchieste, alcune delle quali come quella sulla Protezione civile a guida Lerario, per alcuni filoni sono arrivate già le condanne. Quindi se Bari ha bisogno di una ‘ripassata’ (ma secondo noi è necessario ricominciare tutto di nuovo e con una nuova classe politica, altro che semplice ‘ripassata’) la Regione Puglia di cosa ha bisogno? Di una bonifica totale! Di liberarsi da Emiliano e dal mercimonio nel quale è scaduta la politica regionale (basti guardare a quello che avviene per il rinnovo delle Commissioni".

Non si è fatta attendere la replica di Emiliano. "Trovo patetico il tentativo di seminare zizzania tra me e il sindaco Decaro in un momento così delicato per chi ha a cuore il contrasto alle mafie e che a questa finalità ha dedicato la vita intera. Il sindaco Decaro ha senza dubbio vissuto con me dieci anni di amministrazione comunale condividendo la nascita, addirittura, di un Ufficio presso il comune di Bari dedicato alla lotta non repressiva contro le mafie, guidato da un criminologo da me incaricato, che tutti rimpiangono, a nome Stefano Fumarulo, cui è dedicata la Fondazione antimafia della Regione Puglia, anche quest’ultima varata dalla mia amministrazione - si legge in una nota firmata da governatore pugliese - Persino la Commissione antimafia in Consiglio regionale è nata con la mia amministrazione ed è guidata dell’opposizione come tutte le commissioni di controllo ed è stata di pertinenza di Fratelli di Italia e riconfermata in capo a questa forza politica qualche settimana fa. La Regione Puglia ha investito in questi anni oltre 30 milioni di euro in attività di antimafia sociale, secondo la lezione di don Luigi Ciotti e di Libera, organizzando e partecipando a decine di eventi di contrasto alla mafia e gestendo la assegnazione e l’utilizzo a fini sociali di decine di immobili confiscati".

"Quando ero sindaco al comune di Bari decidemmo con Antonio Decaro assessore di costituirci parte civile in tutti i processi alle associazioni mafiose della città, in un’epoca nella quale il centrodestra dell’epoca diceva che a Bari la mafia non esisteva - sottolinea Emiliano - Abbiamo chiesto e ottenuto dal ministero dell’Interno l’apertura di una sede Dia a Foggia e predisposto gli uffici per la procura distrettuale antimafia nel capoluogo dauno dove erano stati arrestati esponenti politici apicali del centro destra e dove era stato sciolto il Comune per infiltrazione mafiosa. Abbiamo anche richiesto al Ministero dell’Interno la costituzione di un apposito reparto dei Carabinieri denominato 'Cacciatori Puglia' per migliorare le attività di repressione della mafia del Gargano. Da quando il centro sinistra governa la città di Bari nessun figlio di boss mafioso si è mai esibito sul palco del concerto di Capodanno in piazza. Potrei continuare dicendo che il sindaco Decaro ha denunciato, in collaborazione con l’avvocato Michele Laforgia, numerosi episodi estorsivi ai danni di imprenditori della città e per questo motivo vive da anni sotto scorta".

"Quando ho detto che l’antimafia siamo noi - conclude il presidente della Regione - facevo riferimento a questa storia dicendo che tutto il resto, ciò che puntualmente il centro destra ha detto anche oggi, erano solo chiacchiere inutili. Aggiungo che la responsabilità penale è personale e che chi sbaglia paga, indipendentemente dal suo schieramento o dalla sua vicinanza alle nostre amministrazioni. Noi siamo in grado di dimostrare che abbiamo sempre fatto ogni sforzo possibile nel limite della nostra competenza per affrontare e aiutare a sconfiggere le organizzazioni mafiose pugliesi".

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