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Lunedì, 29 Aprile 2024
Salute

Aumenti Rsa, quote rette dal 30 al 50% in maniera retroattiva: sulla "grande beffa" decide il Tar

Si decide il destino di migliaia di ospiti della Rsa pugliesi

Una battaglia civile che riguarda migliaia di ospiti delle Rsa di Puglia che hanno subito il repentino ed inaudito aumento delle quote di compartecipazione vedendosi raddoppiate le rette mensili. Una decisione che, nel corso del tempo, ha scaturito non solo le proteste di gruppi ed associazioni di familiari degli ospiti ma anche vicende giudiziarie che hanno persino riconosciuto le ragioni dei ricorrenti al Tar, sospendendo gli aumenti per un certo periodo, salvo poi ulteriori interventi che hanno continuato a generare confusione e disorientamento, mettendo a dura prova la resistenza dei familiari degli ospiti delle Rsa, persone fragili, ammalati ed anziani.

Sempre in prima linea, a difesa del diritto a non dover subire aumenti insostenibili, sin dal primo momento si sono spese l’associazione di Impegno Civico 'Io Ci Sono', che ha raccolto le istanze dell’area barese e della Barletta Andria Trani e il 'Gruppo Operativo Rsa Santa Maria Don Uva-Foggia'.

Un punto fermo sull’intera vicenda verrà messo domani martedì 23 gennaio dal Tar Puglia, chiamato ad esprimersi sul ricorso presentato dalle associazioni di categoria che rappresentano parte dei gestori delle Rsa, contro la decisione della Regione Puglia di stabilire in maniera retroattiva l’aumento della quota di compartecipazione alla retta a carico delle famiglie dal 30% al 50%.

Con una delibera datata ottobre 2022, la Regione Puglia aveva stabilito che i nuovi ricoveri sarebbero stati sottoposti ad una quota di partecipazione alla spesa pari al 50% (che in soldoni si traduceva in circa 1.500 euro al mese) e non più al 30% come successo fino ad allora.

Cambio di rotta dal quale venivano esclusi tutti i pazienti ricoverati in Rsa antecedentemente al primo ottobre 2022 e che avrebbero continuato a pagare la quota parte del 30% della tariffa. A maggio del 2023, però, con un’altra delibera, la Regione aveva stabilito che a decorrere dal primo luglio 2023, anche i pazienti ricoverati antecedentemente al primo ottobre 2022 avrebbero dovuto transitare al pagamento della quota parte del 50%.

A questa azione giudiziaria si sono uniti i familiari degli ospiti che, con proprie rappresentanze, manifesteranno a Bari martedì 23 gennaio essendosi costituiti 'ad adiuvandum' nei giudizi in corso, nello stato di fatto e di diritto in cui si trovano. Anche in questa circostanza l’azione è stata avviata con il supporto dello studio legale dell'avv. Giacomo Sgobba.

Il Tar Puglia aveva bocciato l’aumento dal 30 al 50% della quota di compartecipazione a carico delle famiglie, sospendendo l’esecutività dei provvedimenti impugnati, limitatamente al loro effetto retroattivo, fissando per la trattazione di merito del ricorso l'udienza pubblica di domani 23 gennaio..

Il presidio si terrà in concomitanza con la discussione di merito al Tar Puglia, dalle 9,30 in piazza Massari a Bari. A coordinare l’azione pacifica e democratica il presidente di 'Io Ci Sono!', l'attivista sociale Savino Montaruli: "Continuiamo a credere fermamente che le ragioni della nostra protesta contro una decisione che sta mettendo in crisi economica e psicologi la famiglie e gli stessi ospiti delle Rsa non vadano sottovalutate, come purtroppo è accaduto in questi mesi anche da parte di chi avrebbe potuto e dovuto sostenere, anche per dovere istituzionale, la battaglia civile. Anche in questo caso non ci siamo fermati e auspichiamo che la discussione di merito al Tar possa scrivere la parola fine a quella che è sin da subito sembrata una grande beffa che ha umiliato persone fragili, ammalate ed anziani che, al contrario, andavano e vanno protetti e non sfruttati nella loro fragilità economica, fisica e psicologica, visto che gli aumenti contestati colpiscono chi già era ricoverato nelle strutture quindi applicati in modo retroattivo, a nostro avviso illegittimamente. Vedremo cosa ne penseranno a tal proposito i Giudici a Bari”

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