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Lunedì, 29 Aprile 2024
Salute

La cura del tumore del fegato tra approccio multidisciplinare e farmaci innovativi: "Dalla ricerca grossi passi in avanti"

Il tema è stato al centro di uno dei due convegni ospitati nel fine settimana dall'Irccs 'De Bellis' di Castellana. Il secondo incontro dedicato all'umanizzazione delle cure nel paziente fragile

E' proseguita anche nello scorso fine settimana l’attività formativa e di confronto scientifico dell’Irccs 'De Bellis', che ha organizzato due congressi medici di livello nazionale  “tenendo sempre al centro il paziente investendo nella sanità digitale e nella informazione”, come ha evidenziato il presidente del Consiglio di Indirizzo e Verifica dell’istituto pugliese specializzato in gastroenterologia Enzo Delvecchio.

Il primo, dedicato alla cura del tumore del fegato, ha riunito i maggiori esperti di questa patologia e ha visto la partecipazione di oltre 300 persone. “Emergono dati sull’alto impatto nel nostro paese dell’epatocarcinoma e di come questa patologia va gestita e trattata in modo multidisciplinare, la vera chiave per vincere questa battaglia difficile e la ricerca sta facendo grossi passi avanti”, ha illustrato il dottor Leonardo Vincenti, tra i promotori dell’iniziativa, che ha sottolineato come “il “De Bellis” oggi è in grado di offrire un panorama completo con una presa in carico totale del paziente in una gestione condivisa con tutti gli specialisti”. 

Se il futuro è la medicina personalizzata, oggi ci sono farmaci innovativi e molto promettenti in grado di garantire un guadagno di sopravvivenza fino ad ora insperato data la resistenza dell’Hcc alla chemioterapia. Questi nuovi farmaci potrebbero inoltre rivestire un ruolo importante nell’offrire possibilità di trattamenti curativi a pazienti ritenuti finora intrattabili.  

Il secondo incontro formativo con esperti e specialisti è stato dedicato al paziente fragile, al malato grave e complesso. Sono state analizzate, anche con le testimonianze dei familiari, le dinamiche assistenziali ospedaliere e domiciliari, valutando i nuovi percorsi di cura associati ad una maggiore umanizzazione delle procedure assistenziali quotidiane. Si vuole così realizzare una sanità più a misura d’uomo: formare il personale per scoprire che la disponibilità e l’umanità diventano la cura migliore. “Il medico con la sua professionalità – ha dichiarato il dottor Pierfrancesco Di Masi, tra i responsabili dell’evento – deve saper usare flebo e terapie ma deve saper comunicare bene perché questi malati hanno una loro dignità spesso non espressa dalla sofferenza, dal disagio della loro malattia”. Un altro aspetto fondamentale riguarda il ruolo del caregiver che va sostenuto e formato per consentirgli di effettuare i trattamenti quotidiani abbattendo così i costi dell’assistenza domiciliare e nello stesso tempo poter comunicare in tempo reale al medico gli eventuali “alert” sui ventilatori, i sistemi di monitoraggio con la telemedicina. 
 

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