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Sabato, 27 Aprile 2024
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Standing ovation per Matteo Garrone al Bifest: ovazione del Petruzzelli per il regista di 'Io Capitano'

La masterclass del direttore cinematografico reduce dalla Notte degli Oscar: "Pensavo a questo film da 8 anni finché non ho capito che avrei potuto farlo solo stando sempre insieme a coloro che hanno vissuto realmente le tragiche situazioni nei quali si ritrova chi emigra"

Al Bifest 2024 è stata la giornata di Matteo Garrone e del suo film 'Io Capitano', recentemente nominato agli Oscar dopo un grande successo di pubblico e critica. Il regista è stato accolto da una standing ovation dal pubblico del teatro Petruzzelli per una Masterclass che ha visto il politeama praticamente esaurito.

Due settimane fa il regista romano era al Dolby Theatre di Los Angeles, dove "Io capitano" correva per la statuetta al miglior film straniero. E per il suo primo incontro con il pubblico italiano, dopo il suo soggiorno americano, ha scelto Bari e il suo Bif&st, dove stasera, sempre al Teatro Petruzzelli, riceverà il Premio Mario Monicelli per il miglior regista italiano e il Federico Fellini Platinum Award.

"Onestamente - ha detto avremmo potuto vincerlo se avessimo avuto la stesse possibilità degli altri concorrenti ma così non è stato. Per arrivare a vincere l'Oscar bisogna avere fatto campagne di promozione lunghe e costose sostenute da distributori importanti, e non era il nostro caso. Anche alcune uscite negli Stati Uniti e in Inghilterra sono state sbagliate nei tempi. Nessuno ci aveva detto che cosa avremmo dovuto veramente fare, come ad esempio iscrivere il film in tutte le categorie. Abbiamo scoperto che agli Oscar non si parte tutti dalla stessa posizione. Ci sono 10.000 votanti nella fase finale ed era per noi pressoché impossibile farlo vedere a tutti. Mi resta un po' di rammarico, perché avevamo tutte le carte in regola però pensiamo anche a come gli inglesi, ad esempio, annoverino più di 900 votanti mentre i votanti italiani sono poco più di un centinaio. Insomma c'erano tutta una serie di fattori che andavano a nostro svantaggio. Ma qualcuno, lì, mi ha detto che era sorpreso che Seydou Sarr, per esempio, non fosse stato candidato come migliore attore protagonista".

Sulla durezza di molte immagini e situazioni del film, Garrone: "La realtà è ancora più dura e quindi ho dovuto lavorare in sottrazione perché se mostravamo con maggiore realismo quanto accade veramente durante i viaggi dei migranti africani, paradossalmente rischiava di passare per falso". In quanto ai personaggi: "Ho cercato di umanizzare i numeri perché dietro i numeri che leggiamo sui giornali ci sono persone come noi, come i nostri figli, persone che hanno dei sogni, di avere qualcosa in più di quello che hanno. Poi, rispetto al passato, oggi c’è l'elemento della globalizzazione, con i social che diffondono immagini che sono false promesse, sogni illusori".

"Pensavo a questo film da 8 anni finché non ho capito che avrei potuto farlo solo stando sempre insieme a coloro che hanno vissuto realmente le tragiche situazioni nei quali si ritrova chi emigra. Potrei dire che l'ho co-diretto, quando addirittura non sono stato spettatore di riprese dirette da loro. Mi sono posto come un intermediario al servizio delle loro storie e dei loro racconti, ed è così che ne è nato un film che considero vero, sincero. A questo proposito mi viene in mente che una delle tante disavventure produttive che ho vissuto per fare questo film è stata anche la bocciatura di Eurimages, il fondo europeo che fino ad allora aveva sostenuto tutti i miei film. Mi è stato detto poi, informalmente, che la bocciatura era dovuta al fatto che era sbagliato, secondo i membri della commissione, trattare un tema così drammatico come se fosse un film d'avventura" ha concluso Garrone.

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