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Sabato, 27 Aprile 2024
Calcio

Brenno: "Ora parlo meglio la lingua e mi sento più sicuro". Farroni e Pissardo: "Impossibile rifiutare il Bari"

I tre portieri dei biancorossi, tutti quanti arrivati durante la sessione estiva del calciomercato, sono intervenuti in conferenza stampa facendosi conoscere meglio

Conferenza stampa inusuale per il Bari che ha fatto intervenire tutti e tre i portieri in rosa. Ovviamente i riflettori, così come in campo, sono stati puntati soprattutto su Brenno, ma c'è stato spazio anche per le belle risposte dei due estremi difensori di riserva Pissardo e Farroni.

A Brenno è stato chiesto quale sia stata finora la sua parata più bella: "Credo sia stata nella scorsa partita contro l'Ascoli - ha detto il brasiliano - sul calcio d'angolo in cui Di Tacchio ha colpito di testa. Quella da dimenticare? Il brivido col Palermo nella prima partita (ride ndr)".

L'ex Gremio ha parlato della sua decisione di venire in Italia: "Per me è sempre stato un sogno giocare in Europa, quando c'è stata la possibilità di venire a Bari sono stato felice, è una piazza importante in Italia e per me conta tanto essere qui, conoscere un'altra cultura, un altro Paese".

La trattativa per definire il suo arrivo non è stata sempkice: "Non so perché sia stata così lunga, ma da quando ho appreso dell'interesse del Bari ho sempre detto che volevo venire qui. Se ne stava occupando il mio procuratore. Ora mi sento più a mio agio con il Paese, con la lingua e i compagni. All'inizio non è stato facile parlare, capirsi. Ho parlato anche con Matheus Henrique del Sassuolo, lui mi ha consigliato di andare all'allenamento ascoltando la radio per comprendere meglio la lingua italiana".

Brenno è arrivato in prestito con diritto di riscatto: "Voglio migliorare ogni giorno, diventare più forte dove sono carente, aiutare la squadra in tutte le partite. Dopo non so cosa succederà. Per ora sono felice qui e lo è anche la mia famiglia. Continuerò a lavorare per fare meglio ogni partita".

I progressi di Brenno con il passare delle partite sono stati evidenti, ed è stato proprio lui a spiegare cosa lo renda più sicuro: "La lingua è troppo importante per sentirsi sicuri. Inizialmente non sapevo come fare, volevo comunicare coi compagni ma le parole mi venivano in portoghese. Ora sento che posso parlare e che gli altri mi capiscono, questo mi fa stare molto meglio. Le mie origini? Mio nonno era italiano, di cognome faceva Davoli ed era di Cadelbosco di Sopra (in provincia di Reggio Emilia ndr)".

Al portiere verdeoro è toccato prendere il posto di un profilo importante come Caprile: "Volevo subito imparare la lingua perché questa era la cosa più importante per un portiere e per far vedere le mie qualità. I portieri brasiliani? So che, a parte qualche esempio come Taffarel, Dida e Julio Cesar, si pensa che i portieri che vengono dal Brasile non siano forti come i giocatori di movimento, ma voglio mostrare la mia qualità. Posso farlo solo attraverso il mio lavoro e così dimostrare che ci sono portieri forti anche in Brasile".

Sull'impatto con la Puglia: "Mi sembra una regione che per certi versi è simile al mio Brasile: siamo a novembre e non c'è bisogno della felpa, questo aiuta l'adattamento (ride ndr). Bari? Non la conoscevo. Se ho nostalgia di Porto Alegre? Per me è una città importante, ci ho vissuto 7 anni e lì ho conosciuto mia moglie, ma sto bene qua".

Su quale sia stata la sua miglior partita: "Per me la migliore partita che ho fatto è stata proprio contro l'Ascoli o con la Cremonese. Quella che vorrei dimenticare è quella col Pisa. Voglio essere qui avere una carriera europea, questo è il mio sogno".

Cos'è successo al Gremio, dov'era titolare e ha poi perso il posto: "Non so cosa sia successo, è stata una scelta dell'allenatore. Io voglio giocare sempre, come penso tutti i calciatori, quando c'è stata l'opportunità del Bari ho pensato che per me sarebbe stata una grande esperienza e quindi ho detto sì".

Pissardo e Farroni

Interessanti anche le risposte di Marco Pissardo e Alessandro Farroni, i due portieri che fanno da riserve a Brenno. Proprio dal loro ruolo "di attesa" è partita la loro analisi: "Abbiamo un ruolo delicato - ha detto Farroni -. Per il bene di tutti è impossibile sperare che Brenno si faccia male. Dobbiamo essere bravi ad allenarci bene, farci trovare pronti se capita l'occasione". Sulla stessa lunghezza d'onda anche Pissardo: "Quando sono venuto qui sapevo quale sarebbe stato il mio ruolo, non ho pretese, anzi, spero che Brenno faccia 38 partite e stia sempre bene. Uno gioca, gli altri due guardano, quando e se c'è l'opportunità bisogna farsi trovare pronti. Il nostro compito principale è alzare la qualità dell'allenamento. Aiutare anche Brenno a fare migliori prestazioni".

Per entrambi, che finor hanno speso la loro carriera nelle categorie inferiori, Bari è stata una grande opportunità: "Ho fatto sempre la Lega Pro e un anno la Serie D, l'opportunità di Bari non potevo farmela scappare - ha detto Pissardo -. Ho rincorso la B per tanti anni".

"Fare la riserva non è proprio la posizione ideale, ma partendo dalla Serie C e dalla Serie D, avere l'opportunità di cimentarsi con questo campionato, con compagni di categoria superiore è una cosa che fa tanto bagaglio" ha aggiunto Farroni.

Su come entrambi hanno vissuto calciomercato: "La trattativa - racconta Pissardo - è nata negli ultimi giorni e ho detto subito sì. Ero fuori dal progetto del Novara. Mi ha chiamato il direttore e ho accettato, anche se c'è stato un attimo di difficoltà col Novara perché non volevano fare scambi. Poi tutto si è sbloccato alla fine, ho rescisso al fotofinish e ho firmato col Bari". Traiettoria simile per Farroni: "La trattativa si è sviluppata verso la fine della sessione, avevo anche altre opportunità ma la chiamata del Bari era impossibile da rifiutare".

Le due riserve di Brenno non hanno una vera e propria gerarchia, ma il secondo viene scelto di settimana in settimana: : "Non sappiamo chi è il secondo, il mister sceglie in base a chi vede meglio, è una cosa che a noi dà stimoli per gli allenamenti". 


 

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