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Sabato, 27 Aprile 2024
Calcio

Iachini in vista di Südtirol-Bari: "Non deve esserci differenza di spirito tra casa e trasferta"

Il tecnico dei biancorossi ha parlato in vista della partita della 26ª giornata in programma sabato 24 febbraio alle 14 a Bolzano

Vittorioso nelle prime due partite alla guida del Bari, Beppe Iachini ha parlato alla vigilia della partenza per Bolzano, dove i suoi giocheranno sabato 24 febbraio alle 14 contro il Südtirol.

Sarà la prima trasferta per i Galletti agli ordini del nuovo tecnico, che in più di un'occasione ha dichiarato di voler vedere sempre lo stesso spirito a prescindere da dove si giochi: "Quello che voglio è che non ci sia differenza tra gare in casa e in trasferta. Le risposte le avremo dopo la partita, anche io sono curioso. Per una squadra che vuole crescere non devono esserci differenze, dobbiamo continuare a lavorare sull'organizzazione di gioco nelle due fasi e migliorare nelle conoscenze. Non abbiamo tanto tempo, dobbiamo assimilare alcuni meccanismi, diventare una squadra a tutto tondo".

Al momento il modulo che sembra dare certezze è il 4-3-1-2: "Siamo in fase di studio, possiamo ancora crescere molto. Lavoriamo sulle palle inattive, dobbiamo continuare a battere. L'unica squadra che conosco è quella del lavoro, della ripetizione dei concetti, insistendo certe cose diventano automatiche. Abbiamo preparato anche alternative, vediamo di volta in volta cosa fare. I moduli possono essere giusti o sbagliati, contano l'applicazione e la mentalità. Che sia in casa o fuori, serve personalità".

Con questo assetto, almeno per il momento, sono stati meno coinvolti esterni come Achik, Kallon, Morachioli: "Morachioli giocava con questo modulo, dieci metri più interno. Belotti l'ho portato punta, lo stesso con Eder. Contano i movimenti di squadra organizzati, come ci si smarca. Lì possiamo crescere tanto, gli smarcamenti non sono ancora come vorrei ma è normale che sia così, siamo insieme da un paio di settimane".

A Bolzano mancherà Maita, infortunatosi contro la FeralpiSalò: "Chi al posto di Maita? Per me sono tutti uguali, guardo il campo, l'allenamento, guardo chi può essere più avanti per continuità, ritmo, queste cose. Le risposte le posso vedere dopo, ma in partenza devo valutare il percorso di ogni giocatore, le condizioni fisiche. In questa fase viene prima il discorso fisico. Lulic è stato fuori a lungo, possiamo vedere con Acampora e Bellomo qual è la situazione più idonea. In questa fase conta la condizione".

Su quanto incida l'allenatore per motivare i calciatori: "Io ho fatto il mediano per una vita. In me vedono la caratteristica dell'allenatore grintoso che trasmette determinazione ai giocatori, che dà mentalità. Ma penso che il lavoro che stiamo facendo sia anche sotto l'aspetto della tattica, dell'organizzazione difensiva, la linea dei centrocampisti e degli attaccanti, le due fasi. I campionati non si vincono solo con la grinta, se non c'è organizzazione, se non c'è mentalità si diventa sparagnini. Con le mie squadre ho costruito campionati vinti o rimonte, sì grazie allo spirito, ma anche accompagnandovi l'organizzazione. I giocatori devono andare in campo sapendo cosa fare. Ho sempre cercato di trasmettere questo, di dare fiducia, quali comportamenti avere per essere efficaci. Tanto lavoro che facciamo sul campo e in sala video è tattico, dobbiamo avvicinarci alla perfezione, giocare a memoria, per questo serve continuità".

In 12 gare fuori casa il Bari ha vinto solo due volte, collezionando sei pareggi e quattro sconfitte con 12 gol fatti e 4 subiti: "Fuori casa serve personalità. Bisogna essere solidi, equilibrati, non porgere il fianco agli avversari. Dobbiamo diventare uno dei migliori attacchi e delle migliori difese, serve tanta personalità. Il Südtirol va rispettato, ha battuto squadre con una classifica migliore della sua come Venezia e Catanzaro a gennaio hanno preso calciatori importanti come Kurtic e Molina, importanti per la categoria. Partita da prendere con attenzione".

Su come gestirà le forze in vista degli impegni ravvicinati: "Penso una partita alla volta, mando in campo la formazione più logica e giusta, guardando anche alla partita precedente per chi è affaticato o acciaccato. Dopo tre giorni c'è un'altra gara importante, ma prepariamole una alla volta. Ai ragazzi ho detto di stare tranquilli, di avere l'atteggiamento giusto. In questo sport non c'è il "me" ci sono tanti giocatori, tutti devono farsi trovare pronti. Lavoriamo tutti insieme, dobbiamo proporre le cose sviluppate in settimana".

Su Ménez: "Mi sarebbe piaciuto allenarlo senza un crociato rotto, ha dovuto fare l'artificiale per rientrare prima. Quando Del Piero si ruppe il crociato impiegò un anno per tornare quello di prima. Con Jérémy non c'è questo tempo, sta facendo un lavoro specifico per tornare prima possibile a un buon livello. Il ragazzo si sta spendendo bene, è partecipativo, di volta in volta valuteremo eventuali problematiche, con lui come con altri".

Iachini non vuole sentire parlare di "obiettivo sesto posto": "Non faccio calcoli, giochiamo una partita per volta, cerchiamo il miglioramento costante, quando si diventa squadra avremo la possibilità di fare discorsi diversi. Ora siamo ancora in fase di conoscenza".

Sull'approccio dei subentranti: "Devono entrare in quel modo, se non entrano così peggio per loro. Non transigo, non è scherma o motociclismo, è un gioco di squadra con i cinque cambi, chi entra diventa determinante in negativo o in positivo. Dai miei voglio che diano qualcosa, hanno fatto questo, ma guai a loro se non fosse così".

Iachini sembra perfetto per riportare entusiasmo a Bari: "Sono esperienze che ho vissuto da allenatore, so come affrontarle. Un'avventura come questa di Bari richiede entusiasmo. Serve fiducia da parte dei tifosi, hanno bisogno di ritrovare carica. Fa parte del mio lavoro creare questi presupposti. Mi dà tanti stimoli, ma gradirei anche partire, programmare, fare il proprio percorso. Se si guarda la classifica, le prime quattro-cinque hanno tutti due anni di lavoro, questo vuol dire che la continuità paga, non è un caso".

Al tecnico, infine, è stato chiesto anche dell'apporto dei cinque cambi: "Ogni partita ha una storia a sé, facciamo tornare il sole. Due partite so successi due episodi, nel calcio puoi preparare ma c'è sempre l'imponderabile, si cerca di leggere al meglio, poi si interpreta in base alla partita. I cinque cambi a volte danno modo di cambiare, ma non c'è una garanzia: non sempre sono produttivi, lo dicono le statistiche".

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