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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca

"Dispositivi di protezione insufficienti per i medici di famiglia", i sindacati scrivono a Emiliano

In una nota le segreterie regionali di Intesa sindacale, Sindacato medici italiani (Smi), Sindacato nazionale autonomo medici italiani (Snami) ricordano le richieste della categoria: "Anche un medico di famiglia ricoverato per Covid in terapia intensiva"

Dispositivi di protezione individuale carenti per i medici di fagmilia, nonostante le "sollecitazioni" più volte inoltrate alle istituzioni dai sindacati. A sottolinearlo, in una lettera rivolta al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e a Vito Montanaro, direttore del Dipartimento salute pugliese, sono le segreterie regionali pugliesi dei sindacati dei medici, Intesa sindacale, Sindacato medici italiani (Smi), Sindacato nazionale autonomo medici italiani (Snami), che ricordano le richieste della categoria legate all'emergenza Covid.

L'appello dei sindacati prende le mosse dalla notizia, risalente ai giorni scorsi, di un medico di famiglia colpito da Covid e ricoverato in terapia intensiva (attualmente in fase di miglioramento): "Da lungo tempo i sindacati medici firmatari della lettera sollecitavano il potenziamento della medicina del territorio e la dotazione dei dispositivi di protezione individuale ai medici di famiglia, ai medici di continuità assistenziale, ai medici dei servizi e a quelli del 118 (costretti a volte ad usare per calzari le buste dell'immondizia). Dispositivi inizialmente forniti dai sindacati medici e, solo successivamente in modo tardivo ed in quantità insufficiente, dalle istituzioni nonostante ci fosse una reale ed urgente necessità di intervento a tutela dell'interesse della salute pubblica", viene denunciato nella nota.

I sindacati firmatari della lettera esprimono inoltre la propria contrarietà alla proposta di far effettuare negli studi dei medici di famiglia i test sierologici per il personale docente e non docente delle scuole pubbliche, giudicando la scelta "rischiosa e improduttiva". "Si tenga conto che - in caso di positività del test sierologico - i medici di famiglia sarebbero costretti alla quarantena e (allora sì) a tenere chiusi i loro ambulatori", dicono i sindacati dei medici. "Pur ribadendo il consueto e continuo impegno dei medici di medicina generale per la tutela dei bisogni assistenziali dei cittadini, invitiamo le istituzioni pugliesi ad utilizzare appropriatamente la specifica attività professionale dei medici nel rispetto dei compiti sanciti contrattualmente", conclude la nota.
 

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